Aragoste a Manhattan (La Cocina), melting pot in un grill di New York

Dal 5 giugno al cinema con Teodora

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Rooney Mara e Raúl Briones, Aragoste a Manhattan La cocina Trailer
Rooney Mara e Raúl Briones, Aragoste a Manhattan

Da MasterChef a The Bear, l’arte culinaria si è fatta ormai spettacolo puro, comprese le annesse frustrazioni e lo stordimento che le folli dinamiche di una cucina professionale comportano; in quello spazio al limite del delirante che separa cuochi e commensali si pone Aragoste a Manhattan (La Cocina), il nuovo film del regista messicano Alonso Ruizpalacios (già Orso d’argento per la migliore sceneggiatura al Festival di Berlino 2018 per Museo – Folle rapina a Città del Messico) che vede protagonisti Rooney Mara e Raúl Briones.

Presentato in concorso alla Berlinale 2024 con il titolo originale di La Cocina e al cinema dal 5 giugno con Teodora, Aragoste a Manhattan è basato sull’opera teatrale del 1957 “The Kitchen” di Arnold Wesker, già adattata nel 1961 per l’omonimo film. Tra commedia e dramma, Ruizpalacios realizza un film corale che riesce a rappresentare la fatica del lavoro di squadra e dell’impegno collettivo contrapposti agli interessi individuali e alla difficoltà di integrazione delle minoranze, in una feroce critica al capitalismo.

Aragoste a Manhattan (La Cocina)

Al centro della storia ci sono Pedro, un cuoco interpretato da Raúl Briones, e Julia, una cameriera interpretata da Rooney Mara. Lavorano nell’affollatissimo The Grill, ristorante turistico di lusso a Times Square gestito da Rashid, un imprenditore arabo-americano di successo. La cucina al piano sottostante del ristorante è un forsennato melting pot di culture, in cui immigrati clandestini, per lo più latino-americani con alcuni medio orientali, lavorano alla preparazione dei piatti, mentre le ragazze, perlopiù bianche americane, servono ai tavoli.

Pedro e Julia hanno una relazione, Julia è incinta e vorrebbe abortire, Pedro non vuole, ma le procura ugualmente i soldi per l’intervento. Intanto, tra inconvenienti disastrosi, come la rottura del distributore di Cherry-Cola che inonda la cucina, accuse di furto e liti tra i cuochi, turno dopo turno la situazione si fa sempre più incandescente come un vulcano pronto ad esplodere.

Aragoste a Manhattan è realizzato in un bianco e nero che volontariamente pone la storia in un tempo e in un luogo indefiniti, tanto che, sebbene il film sia ambientato a New York, anche le riprese per tutte le sequenze di interni sono state effettuate in studi messicani.

Il regista Alonso Ruizpalacios

Il film è il risultato di una serie di impulsi che hanno ispirato Alonso Ruizpalacios, dalla pièce al lavoro che il regista stesso da studente ha fatto in un ristorante: “Ero colpito da quanto poco attraente fosse il cibo ed ero molto attratto dall’esperienza collettiva dello stare con altre persone in quel tipo di cucine dove tutti sembrano una banda di fratelli, ma poi nel caos ognuno è per sé. Molti dei personaggi che sono finiti nel film credo siano persone che ho incontrato durante quel periodo. Poi ho fatto un viaggio a New York prima di girare per fare ricerche, sono entrato in tutte le cucine che potevo e ne ho memorizzato dinamiche e ritmi per adattarli alle riprese di un set“.

Non ci sono pietanze patinate da gustare con gli occhi in Aragoste a Manhattan, ma i ritmi frenetici del suo universo dipingono un panorama umano quantomai variegato, caotico, esplosivo e realistico. “È un film sui contrasti – dice Ruizpalacios – ci sono un davanti e un dietro, un sopra e un sotto che si scontrano“.

ARAGOSTE A MANHATTAN | TRAILER