Raramente Christian De Sica ha avuto l’opportunità di interpretare ruoli drammatici, gli è capitato con Pupi Avati ne Il figlio più piccolo (2010), poi parzialmente con Gabriele Salvatores in Comedians (2021). Qualche tempo fa ha recitato in un ruolo meno comico in Fräulein – Una fiaba d’inverno (2016), esordio in un film di finzione di Caterina Carone. La stessa regista ha visto però in De Sica un interprete perfetto per un ruolo drammatico e ha fortemente voluto lavorare con lui anche nel suo secondo film, I limoni d’inverno, presentato alla Festa del Cinema di Roma e in uscita nelle sale il 30 novembre con Europictures, per realizzare una storia delicata e carica di speranza insieme a Teresa Saponangelo.
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I limoni d’inverno nasce da un’idea dei due sceneggiatori Mario Luridiana e Remo Tebaldi, di cui tanto De Sica quanto Carone si sono innamorati, vedendo in questo soggetto un’occasione per far emergere il lato più drammatico e più vero del maestro della comicità.
“Io ho fatto sempre film comici – spiega Christian De Sica in conferenza stampa a Roma – Questa è la prima volta che faccio un personaggio drammatico, ma buono. Pietro è un uomo semplice, educato, mentre io ho sempre fatto dei mascalzoni, misogini. Fare un film completamente diverso da quello che ho fatto nella mia vita per me è stata una festa”.
Il personaggio di Christian De Sica
Tanto la regista Caterina Carone quanto per Teresa Saponangelo, il personaggio interpretato da De Sica, Pietro, uomo elegante, gentile, intelligente, un signore vero d’altri tempi, è quanto di più simile a ciò che l’attore è nella realtà. E infatti De Sica racconta: “Nella vita privata a casa, al contrario di quello che ho interpretato al cinema, sono un uomo con delle insicurezze, sono un timido che finge di non esserlo. Quindi mi è stato facile, anche perché avevo vicino un’attrice straordinaria come Teresa e Caterina è riuscita a costruire una coterie di interpreti bravi e giusti per i loro ruoli”.
Poi De Sica svela ciò che lo ha guidato nell’interpretazione di questo ruolo ne I limoni d’inverno, qualcosa che affonda le radici molto lontano nella sua esperienza. “Nell’ultimo film di Paolo Virzì che ho girato da poco, interpreto un personaggio molto caratterizzato, da costruire. Mentre qui ho cercato di essere me stesso, sono andato molto per sottrazione, al di sotto di quello che la mia natura di attore comico mi spingeva a fare. Questo grazie soprattutto a Caterina che mi tratteneva molto. Ho cercato di essere me stesso e ho seguito il consiglio di mio padre: ‘non cercare di dire la battuta a effetto, ma ascolta la persona che hai davanti e vedrai che risponderai bene, basta guardarsi negli occhi e sentire quello che lei dice’”.
Una storia che sarebbe piaciuta a Vittorio De Sica
I limoni d’inverno racconta dell’incontro di sue solitudini che per un attimo riescono a rendersi felici. È uno di quegli incontri che restano tra i più significativi nella vita di due persone e De Sica sente il bisogno di sottolineare la necessità di film come questi: “Io credo che ci sia bisogno di un film come questo. Siamo stanchi di violenza, scazzottate, suburre e stupri. Caterina è riuscita a mettere dentro questa storia un po’ di bontà che è una delle cose più difficili. A mio padre riusciva molto bene mettere pietas nelle sue storie e anche Caterina ci è riuscita. A lui sarebbe piaciuto moltissimo questo film”.
“C’è bisogno di film così, il pubblico ha bisogno del bene, del bello, dell’amore – aggiunge ancora De Sica – Se no non facciamo altro che far vedere ai nostri figli un mondo di merda. Mi auguro che anche altri registi si dedichino a fare film di questo genere, per far vedere ai nostri figli che non siamo tutti dei mostri. E io non voglio più fare personaggi negativi“.