“HOUSE OF CARDS”: ROBIN WRIGHT CHIEDE DI ESSERE PAGATA QUANTO KEVIN SPACEY

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House of Cards potrebbe esistere senza Claire e Frank Underwood? Evidentemente no, dato che la coppia di Netflix è caratterizzata da due personaggi complementari: senza la First Lady non esisterebbe il Presidente più perfido e popolare del piccolo schermo. I due sono legati a doppio filo e dal punto di vista narrativo hanno la stessa importanza, soprattutto alla luce del finale dell’ultima stagione.

Eppure il trattamento economico riservato a Kevin Spacey è molto diverso rispetto a quello di Robin Wright, come ha spiegato la stessa attrice durante un incontro organizzato dalla Rockefeller Foundation. «Voglio essere pagata come Kevin», ha detto la protagonista dello show, «È un paradigma perfetto. Ci sono pochissimi film o serie dove il patriarca e la matriarca sono uguali. In House of Cards succede». E sulla carta i due colleghi avrebbero anche le stesse responsabilità nel progetto: entrambi figurano come produttori esecutivi, oltre che come interpreti principali. A questo bisogna aggiungere che nel corso degli anni Wright si è cimentata anche dietro la macchina da presa, curando personalmente la regia di vari episodi. Nonostante tutto però è stato calcolato che Spacey percepisca un guadagno di circa 500 mila dollari a puntata mentre la collega riceve quasi 420 mila dollari: una differenza di 80 mila dollari che forse si spiega solo con una pessima abitudine diffusa ad Hollywood (ma non solo). Spesso le attrici vengono pagate meno degli attori.

Il problema è stato più volte portato alla ribalta. Jennifer Lawrence aveva dichiarato pubblicamente che per recitare in American Hustle aveva ottenuto un compenso più basso rispetto a quello dei suoi colleghi maschi. Ma anche Patricia Arquette agli Oscar 2015 aveva sottolineato l’importanza di raggiungere al più presto la parità tra uomini e donne nel mondo del cinema, anche dal punto di vista economico. La questione però non riguarda solo il grande schermo perché le diseguaglianze esistono anche in ambito televisivo. Poche settimane fa era trapelata la notizia che ABC aveva scelto di non rinnovare il contratto di Stana Katic e Tamala Jones, due figure di riferimento nello show Castle. La motivazione ufficiale era l’esistenza di tagli al budget scelti dall’emittente che però non avevano riguardato i protagonisti maschili del procedural. Inevitabilmente quella decisione aveva suscitato pesanti polemiche oltre che la successiva cancellazione della serie. Per i fan infatti lo show non avrebbe potuto continuare ad esistere senza Kate Beckett, la protagonista femminile a cui prestava il volto Katic. Insomma ancora una volta Hollywood ha dimostrato la sua vena sessista, la speranza è che i responsabili di Netflix siano più avveduti dei loro colleghi anche perché fare arrabbiare Claire Underwood non è una scelta saggia.