Monterossi 2, Fabrizio Bentivoglio: «Bello tornare nei suoi panni, c’è spazio anche per nuove storie»

Fabrizio Bentivoglio racconta a Ciak il ‘suo’ Monterossi, tornato su Prime Video con la seconda stagione dal 10 novembre

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Monterossi 2

«Se mi è piaciuto tornare nei panni di Monterossi? Credo onestamente che si veda, anche se non sono pratico di serialità. Mi era successo qualche volta a teatro di ritrovare lo stesso personaggio un paio di anni dopo e si ha inevitabilmente una certa familiarità». Fabrizio Bentivoglio torna a vestire gli abiti di Carlo Monterossi, l’autore televisivo e investigatore per caso, in eterna rivalità con Flora (Carla Signoris), la responsabile di Crazy Love, programma tv tutto cronaca nera e gossip che lui continua a detestare. «La prima volta – racconta l’attore a Ciaksi è sempre un po’ alla ricerca di ciò che si sta facendo. La seconda, curiosamente, ci si ritrova subito, è come quando indossi quei vecchi abiti che non mettevi da tempo e ti stanno a pennello, perché sono i tuoi. Per carità, non voglio dire che non ci siamo sforzati, nel farlo al meglio, ma siamo stati aiutati da questa familiarità con i luoghi e con le persone. Quindi mi azzardo a dire che questa seconda stagione è venuta meglio della prima, sapevamo che c’erano dei margini di miglioramento».

Carla Signoris in Monterossi 2

Bisogna anche fare i conti con le aspettative del pubblico, che sa cosa vuole. Avete sentito questa responsabilità o in qualche modo, superata la prima stagione, la strada è comunque in discesa?

No, anzi, ogni stagione è un’occasione, il tentativo di fare meglio c’è sempre. Personalmente non mi accontento mai, se potessi rifare quello che ho appena fatto, lo rifarei cercando di migliorarlo. Poi è chiaro che la perfezione non esiste, dobbiamo approssimare con l’imperfezione per dare naturalezza a quello che si sta facendo.

Cosa vedrà lo spettatore in questa seconda stagione?

Posso garantire che resterà sorpreso da ciò che troverà, pur restando Monterossi il solito vincente involontario, come l’ha definito lo stesso Robecchi. È sempre lui, finisce quasi controvoglia, anzi questa volta decisamente controvoglia, col ficcarsi in guai ai quali si affeziona e a cui deve trovare una soluzione per forza, per come è fatto e per il senso di giustizia che ha, molto simile a quello di tutti noi normali cittadini e che non ha niente a che vedere con i palazzi di giustizia. Deve cercare di trovare il bandolo di una matassa complicata, non riesce a capire dov’è il filo sottilissimo che separa la giustizia dalla vendetta. È questo sostanzialmente il dilemma di fronte a cui si trova oltre a quello che ha sempre davanti, ovvero la sua diffidenza nei confronti del cinismo della tv.

Non riesce ancora a fare pace con la tv in cui lavora?

Continua a vivere in questa dicotomia, fare una cosa che sta avendo un grandissimo successo, pur non volendola fare, anche se non sputa nel piatto in cui mangia, perché è una cosa che non si fa.

E poi c’è anche l’aspetto sentimentale, la storia con Lucia troverà una direzione?

Verrà raccontato anche quello, Monterossi è rimasto in sospeso, ha chiuso una storia con una donna di cui ha ancora la foto in salotto, è un equilibrista come lo siamo tutti e forse il suo bello sta proprio nel fatto che chiunque ci si può riconoscere, è uno che sta nella stessa barca in cui siamo anche noi.

Prima di essere un personaggio televisivo era un personaggio di un romanzo, in qualche modo si sente responsabile di averlo strappato all’immaginario dei lettori?

Questo è successo già con la prima stagione, quando al lettore che aveva sempre immaginato un Monterossi è stato detto che aveva la faccia mia. Ma quando si viene riconosciuti da chi ha scritto quel personaggio il più è quasi fatto, se ti riconosce lui, ti riconoscono anche i suoi lettori. È accaduto anche un gioco di specchi molto curioso, perché Monterossi è una riflessione di Robecchi e io sono una riflessione di entrambi, ognuno di noi tre si riflette nell’altro. Non saprei dirle dove finisce uno e dove comincia l’altro, è diventato impossibile.

A questo proposito, per la terza stagione lei potrebbe essere interessato?

Di materiale ce n’è e poi la familiarità che si è creata tra tutti noi è un valore aggiunto importante. Non sempre le cose riescono e questa indubbiamente è una cosa riuscita.