The Last of Us: è solo questione di tempo

Arriva su Sky la serie tratta dal videogioco cult con protagonisti Pedro Pascal e Bella Ramsey. Dal 16 gennaio

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The Last of us

Era attesa da tempo una versione non giocabile di The Last of Us. Ci aveva provato anni fa Sam Raimi, ma il progetto naufragò perché la Sony voleva renderlo un blockbuster zombie movie, cosa che decisamente non è il videogioco creato da Neil Druckmann e Bruce Straley. La forma seriale era quella più sensata, con gli episodi che seguono le diverse tappe dell’avventura attraverso l’America di Joel e Ellie.

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La storia di The Last of Us è ben nota ai videogiocatori, ma è bene riassumerla per chi con una Playstation ha avuto poco a che fare.

2003: Joel esce per andare a lavorare nel giorno del suo compleanno. A casa per cena lo aspetta sua figlia Sarah, ma nel corso della giornata strane cose iniziano ad accadere in città. Gli eventi precipitano in serata svelando la terribile realtà: una misteriosa epidemia sta trasformando le persone in cannibali.

L’esercito ha dichiarato lo stato di emergenza. Joel e suo fratello Tommy riescono a tornare a casa a prendere Sarah. Nel tentativo di lasciare la città vengono fermati da una pattuglia, i soldati hanno ordine di sparare a chiunque possa essere potenzialmente infetto. Nello scontro Sarah viene ferita e muore tra le braccia del padre.

Passano 20 anni. Joel vive a Boston, fa il contrabbandiere. Gli viene chiesto dai Fireflies, la resistenza nei confronti del regime militare, di portare una ragazzina, Ellie, in un loro covo fuori dalla città. Riluttante, Joel accetta, convinto dalla sua compagna Tess. Poco dopo l’inizio del viaggio scopriranno quanto prezioso sia il carico che stanno scortando.

Questo il preambolo di The Last of Us

Prodotto che rappresenta una pietra miliare nella serialità televisiva. Craig Mazin, showrunner già della bellissima Chernobyl, scrive per la televisione quanto già fatto per la console, rispettando per un buon 80% quello che ogni appassionato del gioco ha già vissuto. E funziona perfettamente, per la bontà del materiale di partenza e per la qualità del lavoro di Maizlin.

Senza fare spoiler, i detour che si è concesso l’autore sono le due cose migliori all’interno delle nove puntate che compongono la stagione. E non perché l’evoluzione narrativa di Druckmann e Straley abbia dei problemi, ma perché Mazin è riuscito a pensare come lo sviluppatore di un videogioco, creando moduli di espansione delle parti collaterali del racconto.

The Last of Us non è un lungo machinema live action, ma una serie che dal gioco si trasforma in un horror esistenzialista e intimista, in cui i mostri, come sempre, non sono i mutati, ma quegli ultimi di noi rimasti a camminare sulla Terra, più morti di quelli contagiati dal fungo che sta prendendo il sopravvento.

Le atmosfere sono quelle dei classici del genere, da 28 giorni dopo al cinema di Romero, e, per chi lo ricorda, un cult della serialità britannica, I sopravvissuti. A questo Mazin applica, ogni volta che è possibile, i codici di altri generi, dal melò al teen movie, creando delle isole felici all’interno di un mondo disperato e in disfacimento.

Prodotto eccellente nella confezione, The Last of Us è portato avanti dalla coppia protagonista Pedro Pascal e Bella Ramsey, entrambi bravissimi e legati da una chimica perfetta. E se Pascal in qualche modo ha già sperimentato questo rapporto genitoriale surrogato in The Mandalorian, la giovane Ramsey, già notevole nei panni della Lyanna Mormont di Game of Thrones, conferma tutto il suo enorme talento.

Sarà un lungo viaggio quello di Joel e Ellie.

Vale la pena farlo insieme a loro. Anche per imparare come comportarsi nell’inevitabile futuro che ci attende.

RASSEGNA PANORAMICA
VOTO:
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