The Staircase, quando lo scrittore noir è l’imputato

Nella miniserie The Staircase, il vero caso del romanziere Michael Peterson, condannato per l’omicidio della moglie. Protagonisti Colin Firth e Toni Collette

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Uno scrittore noir affermato, la morte improvvisa della moglie, il sospetto di uxoricidio, i segreti di una famiglia nascosta dietro al mulino eternamente bianco e l’opinione pubblica a condannare o salvare. In onda dall’8 giugno su Sky e in streaming su NOW, la serie The Staircase con Colin Firth e Toni Colette, alterna al sospetto la certezza di un fatto realmente accaduto, quello dello scrittore statunitense Michael Peterson, arrestato per l’omicidio volontario di sua moglie nel 2001, condannato all’ergastolo e rilasciato con la condizionale otto anni dopo, poiché un agente, che si era occupato delle indagini, venne accusato di negligenza e scarsa imparzialità. Ormai privo di fondi, l’uomo accettò la condanna per omicidio colposo, da scontare nel Nash Correctional Institution vicino a Rocky Mountain fino al 2011, quando venne poi rilasciato su cauzione e posto agli arresti domiciliari.

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Già raccontata nella docuserie The Staircase, distribuita su Netflix nel 2018, la vicenda è ora il piatto principale degli otto episodi della serie che vedono protagonisti il premio Oscar Colin Firth nei panni di Michael Peterson e Toni Collette in quelli di sua moglie Kathleen. E se il documentario era più incentrato sulla vita di un uomo all’apparenza tutto casa e famiglia, la serie, un true crime puro, sposta l’attenzione su una consorte con troppi scheletri nell’armadio.

«Per interpretare Kathleen avrei potuto parlare con chi l’ha conosciuta, ma non credo che ciò mi avrebbe aiutato a entrare meglio nella parte – ha sottolineato Toni ColletteHo preferito rivedere vecchi filmati di Kathleen in contesti familiari e poi il regista Antonio Campos sa moltissimi dettagli sulla vicenda, avendo lavorato a questo progetto sin dal 2008. Chi meglio di lui avrebbe potuto aiutarmi?». Anche Colin Firth ha preferito prepararsi al suo ruolo senza entrare in contatto con il suo alter ego vivente, preferendo basarsi soltanto sulle sceneggiature, «ben costruite e ben calibrate», ha ammesso l’attore, aggiungendo: «Non volevo davvero rovinare la mia interpretazione facendomi influenzare da materiale di partenza. Prima di iniziare, Antonio mi ha inviato solo un paio di video su Peterson, ho guardato le cadenze, i suoni, le debolezze vocali e tutte quelle sfumature che potessero dirmi qualcosa di lui, ma l’ho trovato piuttosto insondabile».

Del cast fanno parte anche Juliette Binoche, Michael Stuhlbarg, Patrick Schwarzenegger e Sophie Turner. «È un progetto a cui sto lavorando in un modo o nell’altro dal 2008 – ha concluso Antonio Campos – È stata una strada lunga e tortuosa, ma è valsa la pena aspettare per poter trovare Colin Firth, l’unico in grado di drammatizzare una storia di vita vera così complessa».