Da giovedì 9 gennaio tornano i paesaggi mozzafiato di Un passo dal cielo, la serie prodotta da Lux Vide in collaborazione con Rai Fiction che mescola l’ecologia ambientale al giallo poliziesco tra le montagne.
Diretta da Alexis Sweet (ep. 1,2,3,6) e da Laszlo Barbo (ep. 4,5), l’ottava stagione ci riporta a San Vito di Cadore (set che ha sostituito l’altoatesina San Candido dalla sesta stagione in poi) insieme ai fratelli Manuela e Vincenzo Nappi (Giusy Buscemi ed Enrico Ianniello), il solitario Nathan (Marco Rossetti), il fedele Huber (Gianmarco Pozzoli) con un gruppo di nuovi personaggi, tra cui il misterioso ricercatore Stephen Anderssen (Raz Degan), trasferitosi a San Vito di Cadore con una squadra di scienziati per salvare un ghiacciaio. Sarà proprio il suo arrivo a scuotere le vite di Manuela e Nathan. Di quest’ultimo soprattutto. «Nathan lo ritroviamo con gli stessi demoni della scorsa stagione, è ancora alla ricerca delle sue origini, arrabbiato e spaventato» ha raccontato a Ciak Marco Rossetti. «È un outsider completo ma trova in Manuela il giusto contraltare. Lei lo aiuterà a mettere un altro tassello alla sua personalità, imparerà a fidarsi più del prossimo e a capire l’importanza della condivisione».
LEGGI ANCHE: Giusy Buscemi: «La mia Vanina una donna che ha voglia di vivere»
Per Manuela, invece, la nuova stagione parte all’insegna di una scelta lavorativa importante, che potrebbe darle un futuro allettante ma allo stesso tempo allontanarla dal fratello Vincenzo e da Nathan. «Manuela si ritroverà ancora di più al fianco di Nathan perché cercherà di aiutarlo a riconciliarsi con il proprio passato. Lui ha il “super potere” di conoscere le leggi della natura e questo anche per i casi che svolgeranno i fratelli Nappi sarà indispensabile; hanno bisogno di lavorare insieme e mentre lavoreranno insieme cercheranno di conoscersi e scoprirsi di più».
Per Raz Degan l’ingresso in Un passo dal cielo 8 «è stato spontaneo» e l’ha messo di fronte ad un personaggio che ha subito trovato «molto interessante, con un conflitto interiore non risolto». «Mi piaceva il fatto che fosse da un lato un uomo forte che voleva salvare il mondo e dall’altro un uomo enigmatico pieno di conflitti». Sul girare sulle Dolomiti, rivela: «È stato incredibile, sono una delle catene montuose più belle al mondo. Mi sembrava di stare in Patagonia».