Unwanted – Ostaggi del mare, intervista a Oliver Hirschbiegel e Stefano Bises

Il regista e lo sceneggiatore di Unwanted raccontano a Ciak la nuova serie disponibile dal 3 novembre su Sky e in streaming su NOW.

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unwanted stefano bises

Dilemmi morali e questioni etiche, speranza e dolore, solidarietà e crudeltà, vita e morte, lusso e povertà. Viaggia su tanti binomi paralleli e contrastanti Unwanted – Ostaggi del mare, la nuova serie Sky Original, prodotta da Sky Studios insieme a Pantaleon Films e Indiana Production, disponibile in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW dal 3 novembre.

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Liberamente tratta da “Bilal”, il libro inchiesta del giornalista sotto copertura Fabrizio Gatti sul viaggio dei migranti che si spostano dall’Africa per raggiungere l’Europa, Unwanted è scritta da Stefano Bises e diretta dal tedesco Oliver Hirschbiegel (La caduta – Gli ultimi giorni di Hitler, Diana, L’ombra della vendetta – Five Minutes of Heaven). Con loro abbiamo parlato della genesi del progetto, dell’attualità del tema e delle sfide affrontate nel gestire un cast ultra internazionale. «Dal punto di vista della sceneggiatura, abbiamo aggiunto un fattore che nel libro non c’era: l’Occidente» ci spiega Bises. «È nata così l’idea di portare tutte le esperienze raccolte da Gatti dentro un’arena folle come quella delle crociere. Abbiamo cercato di far esplodere in quel mondo tutti i possibili conflitti che una situazione come quella poteva creare».

«Dal punto di vista narrativo» continua Bises «la sfida è stata raccontare il passato dei migranti attraverso il reportage di Fabrizio e il presente all’interno della crociera. È stata la stessa difficoltà che ha avuto Oliver nel girare il lusso della crociera e il calvario del viaggio dei migranti».

Girata in inglese, italiano, tedesco, francese e diversi dialetti africani, Unwanted è interpretata da un numerosissimo cast multiculturale capitanato da Marco Bocci e Jessica Schwarz. «Avere attori che provengono da un background diverso dal tuo è stata una grande sfida» racconta a Ciak Oliver Hirschbiegel «ma sono loro stessi a darti un grande aiuto. La cosa bella è che gli artisti non vedono il colore della pelle. Abbiamo in linguaggio che va oltre la lingua. È un lavoro di energia. C’è comprensione. Lottiamo per renderlo perfetto. Il regista è il capitano, ma funziona solo se tutti uniscono le loro conoscenze».

Il tema del viaggio dei migranti e dei salvataggi in mare è sempre più attuale sul piccolo e grande schermo. Solo nell’ultima Mostra del Cinema di Venezia sono stati due i film ad esplorarne alcuni aspetti, entrambi italiani: Io capitano di Matteo Garrone e Comandante di Edoardo De Angelis. Abbiamo chiesto a Bises quanto sia fondamentale che il cinema affronti queste tematiche d’attualità. «Tutti i tentativi artistici sono un canale di formazione delle coscienze. C’è bisogno che le coscienze vengano nutrite da un racconto artistico e che siano veicolate da mezzi di trasmissione diversi dal giornalismo approssimativo e da una narrativa falsa costruita per ragioni di opportunismo politico. Non è casuale che queste cose escano tutte insieme oggi». 

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