ALESSANDRO BORGHI, LA NOSTRA INTERVISTA SOCIAL A CIAK IN MOSTRA

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Alessandro Borghi è al Festival di Venezia per presentare ben due opere, la prima è il corto Nyngo, diretto da Gabriele Mainetti (che ieri ci aveva già raccontato qualcosa), la seconda il film Il più grande sogno, in concorso per la sezione Orizzonti, diretto da Michele Vannucci. Passato anche lui alla redazione di Ciak in Mostra ha risposto alle nostre e vostre domande durante l’intervista social, di cui trovare già parecchi cinguettii su Twitter.

IL CORTO È stata un’esperienza incredibile. Io e Gabriele siamo molto amici e avevo la voglia di capire anche lavorativamente come potevamo incontrarci, per cui quando mi ha proposto di essere il protagonista di questo corto – spot (è la pubblicità della nuove Renault Scenic n.d.r) ero molto contento, soprattutto perché mi aveva accennato la storia e sapevo sarebbe stata un’altra cosa “stile mainetti”. La parte più faticosa è stata quella subacquea. Abbiamo girato per ben due giorni le scene d’acqua, di cui uno sempre in piscina, è stato complicato. Per prepararmi ho dovuto fare un mini corso intensivo di apnea, per capire quanto resistevo. Sono arrivato che riuscivo e restare sott’acqua solo 30 secondi, ma alla fine ero in grado di resistere un minuto e quarantacinque secondi. Solo che il corso era di apnea statica, mentre io dovevo muovermi, anzi recitare. E ogni volta che si fa un movimento si perdono dei secondi di resistenza. È stato faticoso, volevo rendere la performance al meglio, alla preoccupazione da attore si è sommata quella da sub. In ogni caso un’esperienza bellissima, dopo averlo visto ho capito che è valsa la pena rischiare di morire affogato. (ride n.d.r.)

IL FILM Il più grande sogno è un film a cui tengo in maniera particolare. Tutto è iniziato quattro anni fa quando ho presentato Mirko Frezza, un mio caro amico, al regista Michele Vannucci che doveva realizzare il suo corto di diploma al Centro Sperimentale Da lì tra i due è nata una grande amicizia e la volontà di Michele di raccontare la vita di Mirko. Ci sono stati tre anni di scrittura, e poi abbiamo iniziato a girare, improvvisando, scrivendo in corsa e contornandoci con persona che non fanno gli attori di mestiere, per fa sì che fosse il tutto più naturale possibile. Non è stato complicato scardinare le mie sovrastrutture d’attore, perché ho sempre avuto un approccio naturalistico a questo mestiere, ho sempre seguito la pancia e il cuore e un po’ meno il diaframma. Torno a Venezia dopo Non essere cattivo, che ha un po’ lo stesso spirito, quello di raccontare il cuore, la relazione, le amicizie, argomenti a cui tengo in maniera particolare.

IL SUCCESSO Mi avessero detto cosa sarebbe accaduto questo anno non ci avrei creduto. Avrei risposto che io volevo fare il pugile. È stato un anno pieno di soddisfazioni. Anche ieri dopo la presentazione del film, sentire il pubblico ridere, piangere e poi applaudire è stata una gioia immensa. Da attore la maggiore soddisfazione è l’affetto dei fan. Ogni volta che si va a un Festival o si ritira un premio la soddisfazione è enorme, ma sono tutte cose che si aspettano, ti chiamano per partecipare, sai cosa farai. Ma quando sei per strada e una persona ti ferma per dirti che ha amato il film e tu questa cosa riesci davvero a leggerla nei suoi occhi, quella è una cosa che ti riempie di gioia. Io in quest’anno ho ricevuto tantissimi messaggi e ho cercato di rispondere a tutti, per far capire che gli devo moltissimo.

I SOCIAL Ho chiuso la mia pagina Facebook poco tempo fa. All’inizio lo usavo tantissimo, ma ora ho attiva solo la pagina fan. Questo perché la mia pagina, con il passare del tempo, non era più la pagina di Alessandro Borghi persona, ma era diventata la pagina di Alessandro Borghi attore, e questa cosa un po’ mi ha disturbato. Mi dispiace non poter far vedere davvero tutto di me. Da quel momento sono passato a Instagram che trovo molto più privato e gestibile, puoi condividere foto senza dire una parola. Sui social, soprattutto su Facebook tutti possono dire tutto, e a volte ti attaccano senza motivo, con cattiverie e insulti. A me non danno fastidio gli insulti o le critiche, mi innervosisce però la retorica, allora mi sono detto: «perché dare a un social la possibilità di rovinarmi la giornata?». E allora semplicemente evito, non lo leggo. Ora la pagina fan è gestita da me e dalle due ragazze che l’hanno aperta tanti anni fa dopo il mio primo video dei Negramaro. Ma sono io che rispondo alla chat privata e io che decido che postare. E poi penso che i social, nel nostro lavoro, possano essere usati per sostenerci a vicenda, soprattutto per sostenere quei piccoli film che a volte faticano a trovare spazio, o pubblicità o distribuzione. Io già lo faccio, quando mi sento di consigliare un piccolo film che mi sta a cuore e mi è piaciuto, sono contendo di condividere il mio pensiero.

L’ATTORE PREFERITO IL REGISTA CON CUI LAVORARE Il mio attore preferito è Leonardo di Caprio, amo ogni sua interpretazione, ogni suo film. Il regista con cui mi piacerebbe lavorare? Derek Cianfrance degli stranieri, italiani Paolo Sorrentino. Sì, senza dubbio Paolo Sorrentino.