LA TEORIA DEL TUTTO

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The Theory of Everything GB, 2014 Regia James Marsh Con Eddie Redmayne, Felicity Jones, Charlie Cox Sceneggiatura Anthony McCarten Produzione Tim Bevan, Lisa Bruce, Eric Fellner, Anthony McCarten Distribuzione Universal Durata 2h e 3′ Vai al sito ufficiale

In sala dal 

15 gennaio

Vita, carriera, malattia, amori e gloria di un genio. Stephen Hawking si ammala di atrofia muscolare progressiva mentre ancora è brillantissimo studente a Cambridge. Comprensibilmente disperato, probabilmente crollerebbe nonostante l’invidiabile caustico sense of humour (quintessenza dello spirito british), se non avesse accanto una ragazza formidabile, Jane, che lo sposa, lo accompagna e gli dà gli stimoli necessari per elaborare teorie scientifiche che hanno rivoluzionato la nostra comprensione dell’universo. Un legame fortissimo che sopravviverà anche all’affievolirsi del sentimento amoroso.

Un libro di memorie di Jane Hawking, Verso l’infinito (pubblicato in Italia da Piemme) sta alla base di questa commovente biografia di James Marsh, cineasta sensibile e mai scontato, di ottimo rendimento (dopo The King ha vinto un Oscar per il documentario Man on Wire e quindi ha diretto lo spionistico Doppio gioco). Lo sforzo, riuscito in gran parte, è stato quello di non alimentare o sfruttare più del necessario il terrificante carico di melassa e sentimentalismo a buon mercato che una storia come questa possiede quasi “di natura”, con l’amore più forte della malattia (ma non del logorio della quotidianità) e la lotta continua per una vita degna di essere vissuta. L’umorismo e l’understatement inglese (deliziosa la rappresentazione della vita universitaria dei primi ’60) hanno compiuto quasi un miracolo, schivando le beatificazioni (oltretutto con Hawking ancora in vita!), anzi sottolineandone l’anticonformismo radical e gli umani difetti. Operazione che peraltro non sarebbe stata possibile se non ci fosse stata una adesione totale degli attori al progetto. A partire ovviamente da un superlativo Eddie Redmayne (Saving Grace, Marilyn, Les Miserables) che contorce il proprio fisico slanciato sino ad aderire fisicamente al personaggio, senza perdere nulla dei suoi lati ironici, timidi e introversi. Una performance memorabile che l’ha portato alla Nomination agli Academy Award (intanto ha già vinto il Golden Globe). Accanto a lui poi non sfigura Felicity Jones (The Amazing Spider-Man 2 – Il potere di Electro), tesa e compatta a lasciare trasparire la sofferenza e l’emotività di una vera donna di ferro, anche lei in corsa nella cinquina per il Premio Oscar.

Massimo Lastrucci