Con il cinema sperimentale si sono confrontati in molti, da sempre, e negli ultimi anni, soprattutto con il tentativo di ibridare il mondo della rete con la settima arte, un incrocio che sembra aver attratto anche Michael Bay, da tempo piuttosto critico con l’ambiente e fin troppo ‘latitante’. Associato al remake di The Raid (del quale non si parla da un po’) e al Fast and Loose con – forse – Will Smith, il regista di tanti action e film catastrofici pare essere già al lavoro su un progetto decisamente anomalo, quello della trasposizione cinematografica del delirante fenomeno virale di Skibidi Toilet.
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Per chi non lo sapesse, si parla di un piccolo grande cult (nato su YouTube nel 2023 dalla fantasia di Alexey Gerasimov) nel quale una testa emerge da un gabinetto cantando un motivetto senza senso ripetutamente e ossessivamente. Un video molto semplice, al quale ne sono seguiti altri e che via via ha assunto le dimensioni di una saga, arrivata alla sua venticinquesima stagione – come potete vedere in fondo alla pagina – mescolando horror e violenza
E che nel corso del tempo ha sviluppato una propria narrativa, arrivando a ‘raccontare’ (non ci sono dialoghi, nella maniera più assoluta!) una strana guerra tra Toilette e Cyborg, con tanto di esplosioni e partecipazioni straordinarie. Per qualcuno, “un’allegoria dell’ascesa dell’estrema destra” – rappresentata dagli Skibidi – che ha comunque raccolto 35 miliardi di visualizzazioni su un canale da milioni di iscritti e che avrebbe convinto la Invisible Narratives a mettere in lavorazione un film.
Che potrà essere ridicolo o folle, caotico o sorprendente, inguardabile o di culto… tutte prospettive che evidentemente attirano Michael Bay, assente ingiustificato (a parte apparizioni minori e il doc We Are Storror sul parkour) dai tempi dell’Ambulance del 2021 e che ha dichiarato al Post:
“Sono sempre stato un regista che crede nel rischio. Il pubblico desidera idee nuove e innovative. Con Skibidi si apre un mondo nuovo su ciò che le giovani generazioni stanno guardando, e lo prendo molto sul serio“.
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Sulla rete i commenti sono centinaia, come i gruppi nei quali si parla del fenomeno, spaziando dall’incredulità per quei “volti contorti come in preda alla sofferenza”, apparentemente “rivi di qualsiasi capacità di pensiero” eppure in grado di organizzarsi in maniera quasi militare. Come dimostra lo scontro contro l’Alleanza dei Media che tenta di opporsi a questo gruppo nato come per scherzo e subdolamente ideologizzato. In alcuni episodi appaiono infatti skinheads, forze di polizia, sacerdoti poco raccomandabili e gruppi come quelli dei ‘cameraman’, degli ‘Speakerman’ o dei potenti ‘TVmen’.