Michael Bay, una vita al massimo

Il profeta dell’action torna sul grande schermo e lo fa a modo suo, con un heist movie adrenalinico e un cast di altissimo livello

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Michael Bay
PARIS, FRANCE - MARCH 20: Michael Bay attends the Paris premiere Of "AMBULANCE" presented by Universal Pictures at Cinema UGC Normandie on March 20, 2022 in Paris, France. (Photo by Pascal Le Segretain/Getty Images for Universal Pictures)

Di registi come Michael Bay il cinema ha bisogno oggi più che mai. Non sono molti i cineasti che sanno perfettamente cosa voglia dire sfruttare al massimo le possibilità che ti offre il grande schermo. Bay sotto quest’aspetto non si è davvero mai fatto pregare, diventando nel corso degli anni un profeta del cinema ipercinetico, con momenti che sfiorano la videoarte nel loro estremismo.

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6 Underground è stato l’apice di questa ricerca verso il montaggio tendente a infinito per numero di tagli, ma la dimensione Netflix gli stava evidentemente stretta. Il multiplex è l’habitat natural di questo californiano purosangue che proprio nella sua città natale, Los Angeles, ha ambientato Ambulance, il suo nuovo film, in realtà remake dell’originale danese del 2005 Ambulancen diretto da Laurits Munch-Petersen e Lars Andreas Pedersen.

La versione europea era però ben diversa. Certamente non c’era, per esempio, la scena che ha creato molte polemiche quando il regista ha pubblicato un video di backstage sulla sua pagina Instagram. L’ambulanza sfonda un posto di blocco e una macchina della polizia vola via piroettando nell’aria a tutta velocità vari componenti della troupe che fuggono a gambe levate.

Dietro la macchina da presa c’era proprio Michael Bay, che dopo avere dato lo stop e avere visto letteralmente evitato l’impatto con la suddetta vettura per pochi centimetri, ha iniziato a esultare come un bambino perché la scena era venuta proprio bene. Molti hanno accusato il regista e produttore di non considerare a sufficienza la sicurezza sul set. Ma lui non è molto d’accordo.

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Michael Bay sul set di Ambulance

«Molti hanno detto che era una situazione molto pericolosa, e in effetti lo è, se non sai quello che stai facendo. Ma io lo so, perfettamente. Ho girato scene di questo tipo più di qualunque altro regista al mondo e mi sento perfettamente sicuro quando le realizzo, tanto che voglio essere io dietro la macchina per l’inquadratura. Per fare una scena di questo tipo devi sapere un bel po’ di cose di fisica e ci riesci perché è frutto di una tecnica affinata negli anni grazie al lavoro».

Quindi potevano stare tranquilli anche Jake Gyllenhaal, Yahya Abdul-Mateen ed Eiza González, i tre protagonisti di Ambulance, che racconta la storia di Will Sharp (Abdul-Mateen), un eroe di guerra che ha bisogno di soldi per pagare le cure per la moglie gravemente malata. Li chiede al fratello adottivo Danny (Gyllenhaal), che, essendo un rapinatore, lo coinvolge in un colpo in banca che frutterebbe 32 milioni di dollari. Ovviamente il piano apparentemente infallibile fallisce, la situazione precipita e i fratelli per sfuggire alla cattura sequestrano un’ambulanza con a bordo un poliziotto ferito e una paramedica (González).

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E qui comincia il divertimento, anche se Ambulance è un film in cui è molto importante anche il lato emotivo della storia il cui centro è naturalmente il rapporto tra i due fratelli. «Per me è sempre molto importante sapere dove sono le emozioni nelle storie in cui racconto e come tirarle fuori». E guardando retrospettivamente alla carriera di Michael Bay, chi dice di non avere pianto alla scena finale di Armageddon sta ovviamente mentendo. Per non parlare di un melò bello e buono come Pearl Harbor, o un dramma a tutto tondo come 13 Hours, forse il suo miglior film per atmosfere, interpretazioni e regia, non a caso il suo unico vero fiasco commerciale.

Michael Bay
Jake Gyllenhaal, Yahya Abdul-Mateen II, Michael Bay ed Eiza González

Ambulance è arrivato nelle sale italiane il 23 marzo distribuito da Universal Pictures Italia, e c’è da augurarsi che anche questa volta Michael da L.A. faccia il miracolo di moltiplicare i biglietti staccati al cinema. D’altronde il grande schermo è fatto per il grande spettacolo. E in questo caso abbiamo a che fare con uno specialista.