Jurassic World – La Rinascita, la recensione del film di Gareth Edwards con Scarlett Johansson

In sala dal 2 luglio

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Dopo 3 anni di attesa e un’eredità cinematografica difficile da gestire, Jurassic World – La Rinascita segna un nuovo capitolo nel celebre franchise creato da Steven Spielberg nel 1993. Il film si propone come un reboot spirituale ma anche come una prosecuzione ideale, che cerca di fondere la nostalgia dei fan storici con una visione moderna della saga. Il risultato? Un’avventura visivamente spettacolare, ma non priva di luci e ombre. Nel cast diretto da Gareth Edwards troviamo Scarlett Johansson, Jonathan Bailey e Mahershala Ali

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IL FATTO

Cinque anni dopo gli eventi di Jurassic World – Il Dominio, l’ecologia del pianeta si è dimostrata in gran parte inospitale per i dinosauri. Quelli rimasti, vivono in ambienti equatoriali isolati con climi simili a quelli in cui prosperavano un tempo. Le tre creature più gigantesche di quella biosfera tropicale possiedono la chiave per un farmaco che porterà miracolosi benefici salvavita all’umanità. Scarlett Johansson interpreta l’esperta di operazioni segrete Zora Bennett, incaricata di guidare una squadra specializzata in una missione top-secret per ottenere materiale genetico dai tre dinosauri più imponenti del mondo. Quando l’operazione di Zora si incrocia con una famiglia la cui spedizione in barca è stata travolta da predatori acquatici preistorici, si ritrovano tutti bloccati su un’isola dove si troveranno faccia a faccia con una sinistra e scioccante scoperta che è stata nascosta al mondo per decenni.

L’OPINIONE

Jurassic World – La Rinascita esplora temi sempre più attuali, come la bioetica, il cambiamento climatico e la responsabilità della scienza. Il film cerca un tono più riflessivo rispetto ai predecessori, ponendo interrogativi su cosa significhi “giocare a fare Dio” in un’epoca dove la genetica ha già superato di gran lunga molti limiti etici. La pellicola è un film ambizioso che cerca di rilanciare il franchise con uno sguardo più maturo e consapevole. Pur non essendo perfetto, rappresenta un passo avanti rispetto agli due ultimi capitoli della saga.

Il film riesce a emozionare, divertire e in alcuni momenti anche a far riflettere. La pellicola omaggia il capolavoro di Spielberg con toni più cupi e momenti di puro stupore, puntando meno sull’azione e più sull’atmosfera. Nonostante alcune svolte interessanti, il film cade talvolta in cliché già visti nei precedenti capitoli, alcuni momenti risultano troppo dilatati, rallentando la narrazione. Sono molte le citazioni al primo film, a cominciare da alcuni dinosauri storici come il T-Rex e il Dilophosaurus.

Menzione speciale per una delle nuove creature ibride create in laboratorio come il Distortus Rex: non è un villain memorabile in quanto sembra essere uscito da un videogioco horror e non sembra un dinosauro credibile, anche in un contesto fantascientifico. Sul piano tecnico, il film è impeccabile: i dinosauri sono più realistici che mai, la fotografia è curata, e alcune sequenze d’azione sono ben orchestrate. Ma dietro la perfezione visiva manca la tensione, il mistero e lo stupore genuino che faceva tremare la sala nel primo Jurassic Park.

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Jurassic Park (1993) di Steven Spielberg, Il mondo perduto: Jurassic Park (The Lost World: Jurassic Park, 1997), Jurassic World (2015)  di Colin Trevorrow.

RASSEGNA PANORAMICA
VOTO
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