I LUOGHI DELL’ANIMA DI WALTER VELTRONI: “PARLA CON LEI”

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Un uomo affascinante, ma solo, s’innamora, ricambiato, di Lei, un sistema operativo con una suadente voce femminile. Joaquin Phoenix è il protagonista del cult di Spike Jonze

LeiLa solitudine come si racconta in un film? Come si descrive quel buco nero che circonda chi sente di non avere nessuno con cui parlare o da cui farsi capire? Quella sensazione che il tempo non abbia senso, perché non è condiviso e dunque non esiste. Che nessuno abbia cura di te e che dunque tu stesso non esista, perché non si vive solo per sé. Come si racconta una casa vuota di persone o piena di persone vuote? Come si spiega che qualcuno ti ha preferito qualcun altro o forse, persino, nessuno? Ma c’è anche l’altra solitudine, quella collettiva, quella data dalla perdita di ragione, di senso, di motivazioni. Quella che fa il paesaggio fuori dalla finestra desolatamente vuoto. Ecco, Her (in Italia uscito come Lei) è uno dei più bei film mai girati sulla solitudine umana.

LeiProiettato in un futuro che è già domani, un uomo simpatico e solo per sfuggire alla sua condizione si lega a una voce femminile, simbolizzata da un’elica a spirale (o forse da una spirale a elica). È, Lei, la donna che avreste voluto avere al fianco ogni giorno. È, Lei, l’amica, la sorella, la mamma, la moglie, l’amante, l’avventura che avete sempre sognato. È lieve, intelligente, affascinante, discreta, risolve problemi, aiuta a capire. La perfezione, insomma. Ha solo un piccolo problema: non esiste. Quella voce suadente e rassicurante, sensuale e confortante, è solamente il prodotto di un elevatissimo processo di selezione di algoritmi. Ma non è fatta di quella carne rosa che siamo abituati ad accarezzare e che distingue il sogno di una persona da una persona reale. Lei potrebbe essere un’allucinazione individuale, tanto sembra perfetta. Eppure anche lei, con i suoi chip di materiale freddo, quando esce dalla sua solitudine perfetta, il silenzio del grande spazio tecnologico, conosce la più affascinante e unica delle esperienze conoscibili: il mutamento di sé dato dall’interazione con l’altro.

LeiE così non è solo lei a stregare la vita di Theodore, quell’uomo senza qualità e con tanta solitudine,ma anche lui entra in quel silicio e lo trasforma, lo scalda. S’innamora, Lei, ha fame di sesso. Fino a giungere alla messa in scena di una ragazza, una vera, in carne e ossa, che deve recarsi dal suo amato e prestare il suo corpo per dare fisicità alle parole che Lei dice, suadenti e perfette, nell’auricolare. Ma realtà e fantasia non sono spesso capaci di convivere. Soffre, Lei, un sentimento terribilmente umano. Ama, un sentimento terribilmente umano. Gode, un sentimento terribilmente umano. Piange, un sentimento terribilmente umano.

LeiInsomma Lei a poco a poco si trasforma e diventa donna. Ma è una donna speciale, capace di dialogare in contemporanea con ottomila persone e di innamorarsi di 641 di essi. Theodore soffre e vive una gelosia, assurda, per i tradimenti di un sistema operativo. Ma in realtà Lei, conoscendo gli umani, si sta allontanando da loro, sta facendosi sé. E allora la solitudine, una volta che perfino una voce di silicio si stanca di te, sembra davvero irrimediabile. E allora chissà che non sia meglio l’umana imperfezione. Non siano meglio gli altri del peggiori dei mali. Il restare soli.