David di Donatello 2025: premi, dichiarazioni e la cronaca della serata

È il momento tanto atteso, dopo i primi nomi rivelati e il red carpet

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Ritornano i David sul palco, e si riprende da quello per la Miglior sceneggiatura non originale, conquistato da Valeria Golino (al quarto David vinto), Francesca Marciano, Valia Santella, Luca Infascelli e Stefano Sardo per L’arte della gioia, tratta dall’omonimo romanzo di Goliarda Sapienza.

Abbiamo lavorato per tanto tanto tempo, quasi tre anni, per riuscire a domare il libro di Goliarda Sapienza, che ringrazio perché ci ha dato la possibilità di fare questo film” – dice, ringraziando per aver reso una serie un film, portato poi al cinema, passando la parola ai suoi compagni di avventura e ai loro ringraziamenti. E a un messaggio importante:
Qualcuno sta rubando la gioia, la libertà e la vita a un sacco di gente dall’altra parte del mare – come ricorda Stefano Sardo, – pensiamoci un momento“.

 

Un grande applauso accoglie Pupi Avati sul palco, invitato a ricevere il Premio alla carriera

Ho iniziato con te…“, inizia la Ricci, ma Avati la interrompe: “…e hai iniziato malissimo!“, partendo con il racconto dell’esperienza vissuta dall’attrice con Claudio Botosso in Impiegati del 1985. “Fate proprio schifo“, pare aver detto all’epoca, come ricorda anche lei. “Ma è successo anche a molti altri, non sei la sola“, la ‘rassicura’.

E conclude rivolgendosi alla Borgonzoni: “Cinema Revolution è carino, ma noi abbiamo bisogno di qualcosina di più“, raccogliendo l’applauso della sala. “Qui c’è l’opulenza” aggiunge, facendo i complimenti all’organizzazione della serata, “non assomiglia al cinema italiano. Secondo me la cosa più bella che si potrebbe fare è che la Schlein telefonasse alla Meloni per dirle di vedersi una mezz’ora per parlare del cinema italiano“.

 

La citazione della mamma costumista di Mika, introduce un tour del camerino dell’artista e del suo guardaroba e – ovviamente – il David di Donatello per i Migliori Costumi.

Vince Massimo Cantini Parrini per Le Déluge – Gli ultimi giorni di Maria Antonietta, sesto David su nove candidature (per non parlare delle due nomination agli Oscar per Pinocchio e Cyrano). “Aiutiamoci ad aiutare il cinema italiano, che ne ha bisogno, e cerchiamo di stare uniti“, ribadisce anche lui, prima di passare oltre.

Al David per il Miglior esordio alla regia, consegnato da Mario Martone.

Goliarda Sapienza continua il suo incredibile viaggio nel 2000” dice, collegando il film della Golino al suo, in uscita al cinema il 22 maggio, dopo il passaggio sulla Croisette, e assistendo al video (nel quale compare anche Elena Sofia Ricci) della sua vittoria nella stessa categoria per Morte di un matematico napoletano, del 1993

Il miglior debutto come regista dell’anno è quello di Margherita Vicario per Gloria!

Non voglio fare grezze, come si dice a Roma, e volevo ringraziare anche gli altri candidati e fare un grande applauso per tutti loro, perché è stato un primo film difficile – inizia la regista, alla prima vittoria su quattro candidature (per la sceneggiatura originale, come miglior compositore e per la migliore canzone originale, per Aria!), prima di ringraziare i suoi genitori. – Sento serpeggiare un sentimento, c’è di fondo una frustrazione che tutti condividiamo, per gli orrori dei quali siamo testimoni, ma anche complici, purtroppo. La realtà che ci circonda sta andando abbastanza male, le protagoniste del mio film cercano di ribellarsi, attraverso l’arte. E l’unica cosa che spero di riuscire a fare sempre è quella di reagire alla realtà e non chiudere mai gli occhi. Teniamo alta la barra della speranza, e la speranza è che i nostri rappresentanti politici investano un sacco di miliardi in arte, cultura, educazione, sanità e un po’ meno nelle armi!”.

Viva Margherita, per tutto quello che ha detto!“, urla Martone.

 

Dopo la pubblicità, Riccardo Cocciante suona dal vivo “Era già tutto previsto“, dalla colonna sonora di Parthenope, ma si interrompe (“questo è il live!“) e riprende. Al termine ringrazia Paolo Sorrentino, per aver dato “nuova luce” alla sua canzone del 1975 e definendo “magica” l’associazione tra cinema e musica. Il brano successivo è “Se stiamo insieme” del 1991, che accenna prima di spendere una frase sui cinema di questo Paese, che “stiamo distruggendo“.

 

Elena Sofia Ricci e Mika introducono il David Giovani, votato dagli studenti liceali e andato a Napoli – New York di Gabriele Salvatores, assente, in vece del quale ritirano il premio Arturo Paglia e Isabella Cocuzza, ai quali si aggiunge Pierfrancesco Favino, protagonista del film. “È molto bello che in questo teatro, che questo film scritto da Fellini e Pinelli torni in qualche modo a casa, – ricorda l’attore. – Mi fa piacere che siano i giovani a premiare un film che dice ai giovani che possono scegliere il sogno da seguire“.

 

Lo sostituisce in scena Emanuela Fanelli, chiamata a premiare la Miglior Attrice Protagonista, una statuetta che va a Tecla Insolia per L’arte della gioia, il primo David di Donatello – alla sua seconda candidatura – che la ventunenne condivide con tutte le sue compagne attrici, ringraziando produzione, agente, tutte le persone straordinarie con le quali ho lavorato, da Jasmine Trinca a Guido Caprino. “Sono diventata qualcosa che non avrei potuto essere senza di te, sei la regista dei sogni di ogni attrice e ogni attore“, dice alla Golino, per poi dedicare il premio alla propria famiglia, “ai libri dimenticati e alle persone scomode come Goliarda Sapienza, ai corpi liberi delle loro identità e alle terre libere, sempre e per sempre“.

 

Per la terza volta sul palco, Claudio Santamaria torna per premiare il Miglior Attore Protagonista e ribadire ai rappresentati delle istituzioni presenti: “Aiutateci”.

Il più votato è Elio Germano per Berlinguer – La grande ambizione, sesto David su undici candidature ottenute in carriera per l’attore romano. “Dato da Claudio mi fa ancora più piacere, ché di battaglie insieme ne facciamo tante… – inizia, ringraziando regista e sceneggiatore e citando gli uomini e le donne che hanno lottato tanto per la nostra democrazia. – E voglio dedicare il premio a tutte le persone che lottano e lotteranno per il raggiungimento di quella parità di dignità che è scritta nella nostra costituzione“. Concudendo un elenco toccante con la semplice quanto potente considerazione che anche “un palestinese deve avere la stessa dignità di un israeliano”.

 

Dopo il telegiornale, Mika canta “Any Other World” per un In memoriam dedicato a tutti i protagonisti del cinema che ci hanno lasciato quest’anno

 

Ora è Luca Zingaretti a consegnare il David di Donatello per la Miglior Regia. Dopo aver regalato un regalo di Giuliano Montaldo, suo regista all’esordio in Gli occhiali d’oro del 1987, un grande artista dalla “grande signorilità“. E tra i cinque candidati, a vincere è di nuovo Maura Delpero per Vermiglio.

È la prima volta che il David per la Miglior Regia va a una donna“, ricorda Elena Sofia Ricci, come la Delpero ricorda che per la sua prima candidatura non venne invitata alla cerimonia, perché era un documentario. “Dobbiamo al cinema del reale il fatto che negli ultimi anni ci sia una maggiore pluralità di sguardi e una maggior intersezionalità – aggiunge la regista. – Una persona come me senza il documentario non sarebbe qui, il documentario è aperto alle donne e alle persone che vengono da periferie geografiche e da economie diverse, alle quali prima il cinema era più inaccessibile“.

 

Intermezzo con il David Speciale a Ornella Muti, che purtroppo non può essere presente, “una attrice che ha illuminato il nostro cinema“, ricorda la conduttrice.

 

Il Miglior Autore della fotografia à Mikhail Krichman ancora per Vermiglio, che vince alla sua prima candidatura il premio che viene ritirato in sua vece. Un premio che il vincitore “dedica ai suoi due figli, uno dei quali non può ancora essere insieme alla famiglia“.

Tempi stretti, si passa subito al Miglior Montaggio, quello di Jacopo Quadri per Berlinguer – La grande ambizione. Che condivide il premio con Chiara Russo e Greta De Lazzaris e lo dedica ai suoi figli “Ondina e Tito“, oltre a ringraziare Mario Martone, “il mio maestro”

A vincere il David per il Miglior Cortometraggio è il film Domenica Sera di Matteo Tortone, scelto tra i cinque concorrenti già presentati. “Non ho preparato un discorso, perché non mi aspettavo di essere qui, ma ringrazio tutti quelli che hanno creduto in me e in questo progetto – dice, – la mia famiglia e mia figlia Agatha“.

Parliamo di musica“, prende il discorso la Ricci, che lascia la parola a Mika e ai candidati per la Miglior canzone originale. La prescelta dai giurati del David di Donatello 2025 è “Aria!”, musica e testi di Margherita Vicario, Davide Pavanello, Edwyn Clark Roberts, Andrea Bonomo e Gianluigi Fazio, interpretata da Margherita Vicario in Gloria!

Già presentati anche loro, in precedenza, tra i candidati al Premio Cecilia Mangini per il Miglior Documentario la spunta Francesca Mannocchi con Lirica Ucraina.

Sono molto grata e riconoscente“, dice la giornalista, condividendo il premio con la sua montatrice, Fandango, Andrea Salerno e La7, e “le donne che mi hanno cresciuto, la mia famiglia di sangue e quella d’anima e a mio figlio, che ha sopportato la mia assenza, e le persone che mi hanno consegnato il loro lutto“, concludendo che “bisogna restare arrabbiati e vivi davanti al dolore degli altri perché è più faticoso sopravvivere che morire in guerra, e ai 20mila bambini della Striscia di Gaza e a tutti quelli che continuano a morire mentre noi siamo qui a festeggiare questo premio“.

Miglior Compositore sono ancora Margherita Vicario e Davide Pavanello per Gloria!, che l’artista descrive come il premio più importante vinto stasera. “Dal ’75 esiste questo premio dei compositori, sono andata a guardare su wikipedia, è stata candidata una volta Giovanna Marini, una volta Rita Marcotulli, che ha vinto, e una volta Rachele dei Baustelle… Forse mi sono persa qualcuno, non c’è di fare del femminismo una questione ideologica, fatene una questione statistica e siamo tutti più sereni“.

Ormai si vola… il vincitore del David per il Miglior Trucco è il team di Le Déluge – Gli ultimi giorni di Maria Antonietta composto da Alessandra Vita (Prostetico) e Valentina Visintin (Special Make-Up), che si fanno portavoce di un premio che va idealmente a “tutti i nostri reparti formati da persone cui va tutta la nostra gratitudine“.

Inevitabile che seguisse quello per la Miglior Acconciatura, vinto da Aldo Signoretti e Domingo Santoro per Le Déluge – Gli ultimi giorni di Maria Antonietta. Con Signoretti che ricorda quando lavorò con Mika in Zoolander (“Ti stavi tagliando un dito! Hai fatto un bel lavoro…“) e quando Geppi Cucciari gli disse che se avrebbe vinto un settimo David avrebbe potuto fare i sette nani, “ora può fare Biancaneve“, le risponde, con la Cucciari a mandargli un bacio dalla platea.

Anche il Miglior Suono è quello di Vermiglio con Dana Farzanehpour e Hervé Guyader (montaggio del suono) vincitori di questo David di Donatello, che condividono con il responsabile del montaggio dei dialoghi e il rumorista del film di Maura Delpero.

Un cambio netto per la premiazione dei Migliori Effetti Visivi VFX, nello specifico quelli di Victor Perez per Napoli – New York di Gabriele Salvatores. Il vincitore ringrazia tutti dal palco, andando al sodo: “Salvatores, ti voglio bene e questo è il secondo premio, perché il primo è stato lavorare con te“. “In questo film c’erano artisti russi e artisti ucraini – ricorda (prima di dedicare un pensiero al fratello che non c’è più) – creando e non distruggendo“.

Per la prima volta ai David si premia il Miglior Casting, un riconoscimento tanto atteso e finalmente entrato nel novero che, alla sua prima edizione, viene conquistato da Stefania Rodà e Maurilio Mangano per Vermiglio. I due lo dedicato all’associazione di categoria dei responsabili del casting e “al nostro meraviglioso cast“, come dice la donna, “cercarvi e trovarvi è stato un viaggio emozionante“, prima che lui le faccia eco, aggiungendo alle dediche “i giovani artisti e le giovani artiste“.

È il momento di “una figura essenziale per fare un film“, quella che viene premiata dal David per il Miglior Produttore, assegnato al film Vermiglio. Nel dettaglio a: Francesca Andreoli, Leonardo Guerra Seràgnoli, Santiago Fondevila Sancet, Maura Delpero per Cinedora, con Rai Cinema, in collaborazione con Charades (coproduzione con la Francia), Versus (coproduzione con il Belgio)

“Abbiamo tutti molta voglia di festeggiare e abbiamo tutti molta voglia di festeggiare, – dice la Andreoli, che ringrazia la Delpero, “splendida direttrice d’orchestra” e “i bambini del film e le loro famiglie, perché sono stati davvero davvero molto bravi e pazienti e anche Caterina che ci ha accompagnato e portato tanta fortuna“.

Si va verso la chiusura…

Il penultimo David 70 è quello per il Miglior Film Internazionale, il già annunciato Anora di Sean Baker, presente in sala per ritirare il premio

È veramente un onore incredibile“, dice il geniale filmmaker, ricordando che “il cinema italiano mi ha dato forma come cineasta“, dal western al neorealismo, “e questo mi ha reso ciò che sono“. “È incredibile pensare che Le notti di Cabiria sia stato girato parzialmente qui, quello è il film che ha ispirato per primo il mio Anora“, conclude.

Ma il più atteso, finalmente, il Miglior Film del 2025, per la giuria dei David di Donatello è Vermiglio di Maura Delpero, a conferma di una annata trionfale per il film che abbiamo accompagnato quasi fino in fondo al percorso verso gli ultimi Oscar.

La chiusura è ancora alla regista, che chiude ringraziando i colleghi e le colleghe – oltre agli altri, la mamma, il papà, che ha ispirato il film – per aver speso qualche parola per questioni come la ricerca del linguaggio, la dignità degli esseri umani, la parità di genere e per parlare dei bambini che stanno morendo vicino a noi“.