Mondocane, Alessandro Borghi: “Il cinema ha un potere di cui non ci rendiamo conto”

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Mondocane Borghi Ronchi

Ha aperto il concorso della 38ma Settimana della Critica a Venezia 78, per poi arrivare nelle sale italiane il 3 settembre. Mondocane, esordio alla regia di Alessandro Celli, è uno di quei piacevolissimi oggetti anomali per il cinema italiano, un film distopico ambientato in una Taranto devastata di un futuro lontano ma non troppo, in cui due giovani amici sono contesi tra la banda del violento Testacalda e la legge, rappresentata dalla poliziotta Katia, rispettivamente interpretati da Alessandro Borghi e Barbara Ronchi. Prodotto dalla Groenlandia di Matteo Rovere, Raicinema e Minerva Pictures, il film è stato presentato da cast e produttori alla Campari Lounge di Venezia 78.

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«Matteo Rovere e io ci conosciamo da qualche anno» ha esordito Celli rispondendo alle domande della stampa. «Aveva visto i miei corti e quando gli ho presentato il soggetto si innamorato dell’idea di questo racconto di formazione che è anche un prodotto d’intrattenimento per un pubblico ampio»

«Sono felicissimo di avere prodotto Mondocane» gli fa eco Rovere «perché fa parte di quel percorso che abbiamo intrapreso da tempo lavorando sui generi raccontando cose attuali come la situazione tarantina presentata qui con una stratificazione di codici e livelli che costruisce un racconto cinematografico quasi anarchico».

Un invito a nozze per Alessandro Borghi che si è «molto divertito, la costruzione di Testacalda è stato un work in progress, ogni giorno ci scambiavamo idee. Per me era fondamentale non raccontare un personaggio cattivo, perché anche se violento, la sua figura è quella di un educatore in una società nuova, che poi le sue idee e il suo metodo siano giusti è naturalmente opinabile.

Mi piaceva però che fosse un personaggio nato da una serie di traumi. La fisicità del personaggio è stata costruita con Alessandro, con gli attori e anche con il reparto tecnico, costumi, trucco, acconciatura».

Un film che porta alla ribalta in una forma diversa una grande ferita per l’Italia, la situazione ecologica di Taranto. Un modo alternativo per parlare di un argomento molto serio. «Se questo film minimamente avesse la possibilità di smuovere le coscienze della politica sarebbe meraviglioso» continua Borghi.

«Ma è una cosa che ho detto in occasione di un altro film e le cose sono andate bene, quindi mi fa piacere dirlo anche oggi. Il cinema è uno strumento che ti permette di comunicare in tanti modi diversi, questo sarebbe potuto essere un film politico, invece è una fiaba ed è probabilmente il film più popolare che ho fatto. Il cinema a volte ha un potere di cui non ci rendiamo conto».

Un anno dopo Padrenostro, Barbara Ronchi torna al Lido con un film e un ruolo completamente diversi. «Katia è insieme a Testacalda l’unica adulta che avvicina i bambini protagonisti del film. Entrambi sono convinti che sarà grazie a loro che si potrà costruire un futuro. Anche per Katia, che quando incontra l’orfana Sabrina capisce che forse c’è anche per una possibilità, magari di diventare una madre».

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Un film ricco di riferimenti letterari e cinematografici, da Peter Pan a Oliver Twist, ma Borghi preferisce precisare che «Testacalda non è ispirato al Fegan di Oliver Twist, ho voluto fosse un personaggio che nascesse in diretta. Però è vero che per creare una distopia la cosa più semplice è tornare indietro. Fonti d’ispirazione sono state Y Tu Mama Tambien, City of God, abbiamo cercato di ricreare quelle emozioni anche solo con un colore».

Alessandro Borghi è molto fiero di come il cinema italiano stia diventando più internazionale. «Il mercato è cambiato e stiamo facendo un cinema diverso che ci consente di restare qui ed essere internazionali. Se una volta la chiamata da Hollywood poteva essere il mio sogno, oggi se chiamassero se proprio non ho niente da fare forse ci vado».

Anche perché c’è un nuovo capitolo professionale che si sta aprendo per lui. «Non penso assolutamente all’ipotesi di fare il regista, ma non è un segreto che voglio produrre e mettere insieme squadre con cui divertirsi a creare contenuti nelle forme più diverse».