GIORNO DELLA MEMORIA: LA CLIP DI “AUSTERLITZ”, IL FILM SUL TURISMO DI MASSA DEI CAMPI DI CONCENTRAMENTO

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Cosa spinge milioni id persone ogni anno a visitare i campi di concentramento, i luoghi della memoria dove altrettanti milioni di ebrei e perseguitati sono stati sterminati durante il Nazismo? Prova a testimoniarlo il maestro del documentario Sergei Loznitsa nel suo ultimo film Austerlitz, racconto-riflessione sul turismo di massa di oggi nei campi di concentramento, nei cinema in occasione del Giorno della Memoria da mercoledì 25 gennaio 2017, distribuito da Lab 80 film.

Partecipazione e straniamento: la sensazione delle “passeggiate” di questi visitatori nei luoghi del dolore dell’Olocausto ha davvero un sapore particolare. Eccovene un assaggio nella clip qui sopra, in esclusiva per Ciak.

In concorso all’ultimo Toronto Film Festival, presentato anche alla Mostra del Cinema di Venezia, il film propone un’osservazione dei visitatori dell’ex campo di concentramento di Sachsenhausen, 35 chilometri a Nord di Berlino. Loznitsa, durante una calda giornata estiva, piazza una telecamera ad altezza d’uomo e registra: il percorso turistico che le persone seguono per visitare il campo è lo stesso che facevano i prigionieri di un tempo. Qualcuno passeggia tra i viali delimitati dai dormitori, altri scattano selfie all’interno dei forni crematori, altri ancora consumano il pranzo al sacco sul lastricato che separa la strada dalle fosse comuni.

Eppure Loznitsa non fornisce una lettura semplicistica né giudizi univoci: propone una riflessione vera sul senso della testimonianza e della memoria della Shoah. E induce a chiedersi: cosa farei se il turista fossi io?

Ha detto Sergei Loznitsa: «L’idea di fare questo film mi è venuta perché visitando questi luoghi ho sentito subito una sensazione sgradevole nel mio essere lì. Sentivo come se la mia stessa presenza fosse eticamente discutibile e avrei voluto davvero capire, attraverso il volto delle persone, degli altri visitatori, come ciò che guardavano si riflettesse sul loro stato d’animo. Ma non nascondo di esserne rimasto, alla fine, abbastanza perplesso».

Il titolo del film è ispirato all’omonimo romanzo dello scrittore tedesco W.G. Sebald, pubblicato nel 2001 e dedicato alla ricerca delle proprie origini, e della propria memoria, da parte del personaggio protagonista Jacques Austerlitz.

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