DA “BIG EYS” A “TURNER”: LA TOP 10 DEI PITTORI AL CINEMA

0

Al cinema Turner, pellicola diretta da Mike Leigh candidata a quattro premi Oscar, e dedicata al genio estroso, a tratti bizzarro, del pittore inglese William Turner. Interpretato da uno straordinario Timothy Spall, attore feticcio di Leigh e spesso relegato nel ruolo di caratterista, il Peter Minus di Harry Potter e il prigioniero di Azkaban si presta per far riviver sul grande schermo “il pittore della luce”, celebre per i suoi dipinti ad olio, apprezzato in patria fin dai suoi primi anni di attività, tra il XVII e il XIX secolo, e osannato nel resto del mondo dopo la sua morte. Il film, in concorso all’ultima edizione del Festival di Cannes dove Spall è stato premiato per la sua interpretazione, ripercorre gli ultimi venticinque anni della vita dell’artista, partendo dalla morte del padre, figura fondamentale e fedele assistente, per mostraci i lunghi viaggi intrapresi per trarre ispirazione dalla natura fino alle difficoltà incontrate per far accettare e comprendere l’evoluzione della sua arte, indirizzata verso la smaterializzazione della forma, dove i contorni dei soggetti protagonisti si facevano sempre più impalpabili, fino a svanire. La fotografia di Dick Pope, premio Oscar per The Illusionist e candidato per i prossimi Academy Award, rievoca poi, in ogni inquadratura, i colori e le luci impresse nei dipinti di Turner, sottolinenando ed esaltando quelle che erano le cifre stilistiche della sua arte. Turner, però, non è l’unico film dedicato ad un pittore in questo inizio di 2015 che ha già visto Tim Burton, con il suo Big Eyes, aprire una stagione cinematografica ricca di biopic. Al centro della pellicola Margaret Keane e i suoi quadri, protagonisti della più grande truffa pittorica del XX secolo e, al tempo stesso, iniziatori di quella mercificazione e riproduzione dell’opera d’arte che raggiungerà l’apice nella Pop Art di Andy Warhol. Per anni la Keane lasciò che il marito si appropriasse della paternità dei suoi dipinti, rimanendo nell’ombra e nell’anonimato, dipingendo sotto chiave per non far scoprire a nessuno l’inganno del quale si era fatta, suo malgrado, complice. I bambini dai grandi occhi tristi ritratti da Margaret Keane sono perfettamente in linea con l’universo filmico di Tim Burton, costellato com’è di outsider e così fortemente pittorico di suo. Sono molti i registi che si sono misurati con biopic o documentari dedicati alle vite e alle opere di pittori, con risultati non sempre vincenti. Ecco alcuni dei titoli più celebri:

fridaFRIDA (2002) – Julie Taymor

Film biografico della visionaria regista statunitense Julie Taymor (Across The Universe) sulla vita dell’artista messicana Frida Kahlo interpretata da Salma Hayek e sulla sua tormentata storia d’amore con Diego Rivera, pittore comunista e casanova con il quale condividerà vita e arte. La Taymor traccia un ritratto della Kahlo, dal tragico incidente d’auto che la immobilizzerà a letto per mesi, passando per l’evoluzione dei suoi dipinti, la sua passione politica e la storia travagliata con Diego, ricco e vivo come i caldi colori del Messico presenti nei suoi quadri. La pellicola, adattamento cinematografico del libro di Hayden Herrera, riceverà sei nomination agli Oscar, vincendone due.

La ragazza con l'orecchino di perlaLA RAGAZZA CON L’ORECCHINO DI PERLA (2003) – Peter Webber

Scarlett Johansson presta il volto alla protagonista di uno dei dipinti più celebri della storia dell’arte: La ragazza con turbante di Jan Vermeer (Colin Firth). Il film si basa sul romanzo, omonimo, di Tracy Chevalier e ricostruisce la cronologia degli eventi, tramite una storia romanzata, celata dietro la realizzazione del dipinto del pittore olandese, celebre per la luminosità che riusciva a ricreare nei colori dei suoi quadri, giocando costantemente, per accentuarla, sul contrasto di luce e ombra. La pellicola mostra Vermeer a lavoro, intento a creare i colori della sua tavolozza, ripresi anche dalla fotografia di Eduardo Serra.

Surviving picassoSURVIVING PICASSO (1996) – James Ivory

Un ritratto personale e privato del celebre pittore Pablo Picasso (Anthony Hopkins), raccontata da Françoise Gilot, amante prima e compagna poi del padre del Cubismo. Attraverso le donne della sua vita, James Ivory, ripercorre le varie fasi artistiche vissute dal pittore, dagli anni parigini al Cubismo, dalla creazione di Guernica all’interesse per le ceramiche. Tratto dal libro Picasso: creator and destroyer di Arianna Huffington, Surviving Picasso, mostra, parallelamente, il Picasso privato e quello pubblico.

CarringtonCARRINGTON (1995) – Christopher Hampton

La vita della pittrice britannica Dora Carrington, ritrattista e paesaggista, interpretata da Emma Thompson, viene raccontata da Christopher Hampton come indissolubilmente intrecciata a quella dello scrittore omosessuale Lytton Strachey, con il quale visse fino alla sua morte che la fece sprofondare in una profonda depressione tanto da porterà al suicidio. Premio della giuria al 48º Festival di Cannes, Carrington, racconta anche un lato differente dell’Inghilterra dell’inizio del ‘900 grazie allo stile di vita bohémien vissuto da Dora e Lytton, avversi alle tradizioni.

basquiatBASQUIAT (1996) – Julian Schnabel

Massimo esponente del graffitismo americano insieme a Keith Haring, Jean-Michel Basquiat ha scalato con vertiginosa rapidità il mondo dell’arte contemporanea raggiungendo giovanissimo fama e notorietà nell’ambiente artistico tanto da divenire amico e collaboratore di Andy Warhol. Julian Schnabel ripercorre i primi passi artistici di Basquiat (Jeffrey Wright), i suoi problemi di droga che lo porteranno a morire per overdose a soli ventisette anni e il suo rapporto con il successo in un film dal cast stellare che comprende Vincent Gallo, David Bowie, Christopher Walken e Courtney Love.

L'ultimo inquisitoreL’ULTIMO INQUISITORE (2006) – MiloÅ¡ Forman

Il regista premio Oscar MiloÅ¡ Forman descrive l’orrore della Spagna stretta nella morsa dell’Inquisizione tramite la figura dell’artista e incisore Francisco Goya quando è ormai diventato il pittore di corte. Interpretato da Stellan SkarsgÃ¥rd, Goya è preso di mira per le sue incisioni che ritraggono, a detta della Chieda di Spagna, immagini malvagie, a testimonianza di come ogni aspetto della vita e del lavoro venisse scandagliato in virtù delle indagini compiute dalla Chiesa Cattolica per stanare chi fosse avverso ai suoi precetti.

PollockPOLLOCK (2000) – Ed Harris

Debutto alla regia per Ed Herris che interpreta lui stesso il grande pittore americano Jackson Pollock. Presentato alla Mostra del Cinema di Venezia, il film, racconta, tramite flashback, gli anni precedenti al successo, il suo rapporto con la moglie Lee (Marcia Gay Harden) e l’incontro con Peggy Guggenheim, la collezionista d’arte che rappresentò la chiave di svolta per la carriera dell’artista, fino alla nascita del dripping, la tecnica pittorica creata da Pollock sul finire degli anni ’40 e rappresentativa dell’Action Painting.

KlimtKLIMT (2006) – Raúl Ruiz

Presentata al Festival di Berlino e al Torino Film Festival, la pellicola di Raúl Ruiz omaggia la vita e le creazioni di uno dei maggiori esponenti della Secessione viennese: Gustave Klimt (John Malkovich) . Tramite una serie di flashback che dal suo letto di morte ci riportano indietro nel tempo, Ruiz, ci mostra il percorso creativo del pittore, la sua importanza come interprete del secessionismo viennese, insieme all’amico e rivale Egon Schiele, e il suo rapporto con l’altro sesso che influenzerà non poco le sue tele.

Vincent & TheoVINCENT & THEO (1990) – Robert Altman

Il regista di Nashville descrive il burrascoso ma stretto legame tra il pittore olandese Vincent van Gogh (Tim Roth) e il fratello, il mercante d’arte, Theo van Gogh (Paul Rhys) concentrandosi sulle differenze caratteriali dei due e sul processo creativo di Vincent. Inizialmente concepito come una miniserie tv per la BBC, Vincent & Theo, è stato riadattato per il grande schermo dallo stesso Altman con il contributo dello sceneggiatore Julian Mitchell.

Factory GirlFACTORY GIRL (2006) – George Hickenlooper

Sienna Miller è Edie Sedgwick, fragile icona e musa della Pop Art di Andy Warhol, fondatore della Factory, lo studio dove gli artisti newyorchesi trovavo ampio spazio per creare e dove lo stesso esponente della Pop Art lavorava. La pellicola di George Hickenlooper, sebbene contrastata da Bob Dylan e Lou Redd per i ritratti che ne vengono fatti nel film, ha il merito di raccontare la New York degli anni ’60, ricca di stimoli culturali e l’ambiente entro il quale prendevano vita le opere dell’artista simbolo del ‘900.

Manuela Santacatterina

 

 

 

Â