“DALIDA”: ECCO IL FILM SULLA DIVA TRISTE CON SVEVA ALVITI E RICCARDO SCAMARCIO

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La vita pop e stracolma di successi di Dalida, la cantante franco-italiana (il suo vero nome era Iolanda Cristina Gigliotti) nata a Il Cairo e cresciuta professionalmente a Parigi, è stata anche una maledizione, come sanno i suoi fan. 170 milioni di dischi venduti nel corso della carriera, ma anche tanti amori infelici e amori suicidi: l’ex marito e amico Lucien Morisse, il musicista sodale Mike Brant, l’amante Richard Chafray e, su tutti, Luigi Tenco che si tolse la vita dopo la finale di Sanremo il 27 gennaio 1967.

Alla fine anche Dalida, con una dose di barbiturici, e dopo parecchi tentativi, riuscì ad andarsene per sempre, probabilmente in pace, il 3 maggio 1987, lasciando quel famoso biglietto: “La vie m’est insupportable. Pardonnez-moi”. Una fragilità che sembra allungare la sua ombra anche sull’interprete italiana del film diretto da Lisa Azuelos sull’artista icona di generazioni intere titolato semplicemente Dalida e in uscita con gran clamore l’11 gennaio in Francia. La modella e attrice Sveva  Alviti è stata infatti colta malore in diretta su Canal Plus durante la promozione della pellicola. Stava parlando il fratello e manager della vera Dalida, Orlando Gigliotti, interpretato nel film dal nostro Riccardo Scamarcio, quando al suo fianco Sveva è crollata a terra e la trasmissione è stata interrotta: “spasmi da stress” la diagnosi.

Il film, attesissimo in Francia dove la cantante-icona è oggetto di  un vero e proprio culto, è una coproduzione italo-francese con Pathè, anche distributore internazionale e Rai Cinema ed è stato girato anche al teatro Ariston di Sanremo dove si è ricostruita la tragica vicenda della morte  di Tenco , interpretato dal nostro Alessandro Borghi.

Dalida, il cui filo narrante è proprio Riccardo Scamarcio (seguito passo passo nella costruzione del ruolo dal vero Orlando, che ha collaborato pienamente con Azuelos ) arriva nel cinquantesimo anniversario della morte dell’autore di Ciao amore, ciao e nel trentesimo della scomparsa della cantante, e ricostruisce trionfi e depressioni, passioni e disillusioni nonchè l’ambiente assai bizzarro e liberal che aveva trovato il proprio rifugio nella casa di Dalida.

Nel film – vero trionfo di abiti anni Sessanta e e Settanta e perfino Punk rivisitati Disco, come osò la cantante, ma anche capace di totale reinvenzione emotiva  sia nel design che nello stile – l’immedesimazione della Alviti è impressionante almeno quanto la voce onnipresente, possente e unica dell’artista. C’è spazio anche per il ritorno di Dalida nel paese natale per girare un film-capolavoro, Le Sixième Jour, con il massimo maestro del cinema egiziano Youssef Chahine, opera per la quale ricevette  critiche entusiaste. Nel film di Azuelos la somigliantissima Sveva è attorniata da Vincente Perez, che interpreta il  famoso produttore discografico Eddie Barclay, da Niels Schneider nei panni dell’amate Jean Sobieski, mentre Jean-Paul Rouve è il marito Lucien Morisse. Spazio nel cast anche per Brenno Placido nel ruolo del giovane Lucio.

Piera Detassis

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