“JOHN WICK”: 5 BUONI MOTIVI PER RECUPERARLO

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L’uscita in Blu-ray può rivelarsi un’ottima occasione per recuperare John Wick di Chad Stahelski, coordinatore stunt per i Wachowski nella trilogia di Matrix, al suo debutto dietro la macchina da presa. Un sorprendente action-thriller, incalzante e divertente. I modelli di riferimento provengono senz’altro da Hong Kong (John Woo, Johnnie To) e dalla riproposizione in chiave pop del cinema di serie B vista recentemente in Drive di Nicolas Winding Refn e nel cult indonesiano The Raid di Gareth Evans. Sparatorie, corpo a corpo, botte, santi panettoni: il tutto, però, ripreso con una cura notevole per il dettaglio tecnico, per la bella inquadratura, per lo stile solido e visivamente impeccabile.

Vi proponiamo 5 motivi per convincervi che John Wick non è la solita americanata rozza e ignorante, ma qualcosa di più.

1 KEANU REEVESJohn Wick
Monoespressivo? Sicuramente. Eppure, il vedovo nichilista che rispolvera le proprie doti da killer glaciale e indistruttibile, rispettato e temutissimo dalla malavita russa che controlla la città di New York, è probabilmente il suo ruolo più riuscito dai tempi di Matrix. Il 2014 doveva essere l’anno del rilancio per Reeves, dopo le tante prove poco convincenti del decennio scorso (Constantine, Ultimatum alla Terra), soprattutto grazie alla superproduzione in salsa wuxiapian di 47 Ronin. E, invece, i risultati più sorprendenti al box office sono arrivati con l’insospettabile John Wick: costato venti milioni di dollari, ne ha incassati ottanta in tutto il mondo. Non è un caso che sia già stato annunciato il sequel.

2 NEW YORK John Wick
Non sono così tanti i lavori recenti che hanno ripreso New York in tutta la sua bellezza notturna. Sullo sfondo delle mattanze in discoteca e nelle stanze d’albergo, la Grande Mela è fotografata in maniera cupissima ma elegante, come se fosse una vecchia signora che conserva un fascino unico ma è costretta a essere la testimone di un’umanità sempre più crudele e violenta. Davvero eccellente il lavoro di Jonathan Sela.

 

 

3 LA VENDETTAJohn Wick
Da Kill Bill in poi, i revenge movie non sono più andati fuori moda. Rimasto vedovo da poco, il protagonista decide di fare “piazza pulita”, dopo che un gruppetto di delinquenti gli ha ucciso il cagnolino e gli ha rubato la splendida automobile, una Mustang del ’69. Come a sottolineare che in un mondo avaro di relazioni interpersonali, quello che rimane sono l’affetto per gli animali e la mitizzazione degli oggetti.

 

 

4 LE SCENE D’AZIONEJohn Wick
Non lascia affatto indifferenti l’abilità di Stahelski di costruire un’intera sequenza di combattimenti e di efferatezze senza eccedere nello splatter o in soluzioni gratuite. Non è esagerato pensare alla “violenza necessaria” di autori come James Gray o William Friedkin. E, soprattutto, il film è intellettualmente onesto, essenziale e senza pretese, privo di ralenti estetizzanti e di superflui preziosismi tecnici.

 

 

5 LA COLONNA SONORAJohn Wick
Ciliegina sulla torta, il comparto musicale, curato da Tyler Bates (300, Guardiani della galassia) e da Joel Richard, che rispolvera anche l’industrial-metal di Marilyn Manson, funzionale alle atmosfere grigie e schiaccianti che pervadono l’intera pellicola. Uscito in Italia in sordina, John Wick possiede tutte le caratteristiche per riaffermarsi come uno degli episodi più importanti degli ultimi anni per gli appassionati dei film d’azione.

 

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                           Emiliano Dal Toso