ROMAFF10: “2 DI NOI”, INTERVISTA A IVAN COTRONEO

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Essere o apparire? Ne indaga, con umorismo e vivacità, il regista e sceneggiatore Ivan Cotroneo, che ha presentato alla Festa del Cinema di Roma il pilot della sua prossima serie 2 di noi. Ecco cosa ci ha raccontato a proposito della sit-com e del (nuovo) modo di fare Tv

2 di noiSe Inside Out ha fatto scoprire cosa c’è nella testa di una persona, il regista, autore e scrittore Ivan Cotroneo farà vedere quelle stesse emozioni applicate alla nostra personalità. Quando siamo soli o in compagnia, quando siamo a lavoro o appena svegli la mattina. Oppure, durante il primo appuntamento, dove le cose non vanno mai come sperato. Perché, in ognuno di noi, ce ne sono almeno due, di noi. Un concetto tutt’altro che facile, spiegato in modo brillante e divertente nella sua prossima sit-com, intitolata, appunto, 2 di noi. Abbiamo visto il pilot della serie, che anticipa le altre 11 puntate ancora da produrre. «Stiamo cercando una combinazione produttiva adeguata, ma qui alla Festa abbiamo avuto degli ottimi riscontri e sono arrivate proposte sia dall’Italia che dall’estero », ci ha raccontato Ivan Cotroneo durante la nostra intervista. 2 di noi, presentato nella sezione Work in Progress della Festa del Cinema di Roma, è sì una sit-com, ma è anche qualcosa di molto diverso, nuovo, riuscito. Con l’impostazione seriale ma pure con l’estetica cinematografica.

2 di noi2 di noi parla di Anna e Giorgio che sono due volte Anna e Giorgio. Diversi tra loro e dentro di loro. Diversi quando si vedono e diversi quando sono soli. A dargli il volto, un cast d’eccezione: Carolina Crescentini e Giulia Michelini, Alessandro Roja e Stefano Fresi. Doppi e, forse, tripli, quadrupli. Magari pure infiniti. Un vestito per ogni occasione, si dice. Una maschera per ogni situazione, dunque. E, infatti, la serie analizza con umorismo (guarda caso, c’è anche uno psicologo, interpretato da Pietro Ragusa) la tanto dibattuta questione dell’essere e dell’apparire. Lo fa in modo brillante, grazie alla regia sempre viva e curata di Ivan Cotroneo, costruita su di una sceneggiatura promettente e congeniale. Il regista, che sta preparando il suo prossimo lungometraggio Un bacio, ma che intanto è su Rai 1 come autore nella seguita serie È arrivata la felicità, durante la chiacchierata, ci ha raccontato cosa dovremmo aspettarci da 2 di noi, oltre aver rivelato quale ”noi’ ci sia dentro di lui. Un ”noi” tanto dolce quanto rompiscatole.

INTERVISTA A IVAN COTRONEO

Ivan, cosa c’è dentro 2 di noi?

Ivan CotroneoÈ una commedia sulla paura e l’insicurezza che abbiamo tutti noi nel mostrarci per quello che siamo. Racconta quanto siamo differenti quando siamo con gli altri, rispetto a quando siamo da soli. E lo fa utilizzando un meccanismo visivo molto potente: affidare a due attori diversi, per caratteristiche fisiche e sesso, la parte sociale e quella intima. Il personaggio di Anna, per esempio, è sia Carolina Crescentini, quando è in pubblico, che Giulia Michelini, quando invece è in pigiama, a casa. Ogni personaggio ha due attori: Giorgio, l’altro protagonista, è di volta in volta Stefano Fresi e Alessandro Roja, mentre il personaggio di Claudia Potenza ha un alter ego maschile che è Luca Calvani.

Un grande stimolo per gli attori, dunque..

Ho parlato prima con loro per spiegare quest’idea bizzarra. Tutti erano divertiti dal meccanismo e si sono confrontati tra loro per trovare una continuità nella diversità, per avere così dei gesti, dei sguardi, delle sensazioni simili. Tutto è stato fatto con molto entusiasmo. Questo pilota, prodotto dalla 21, la mia società, e dalla Indigo Film, è molto più facile farlo vedere piuttosto che spiegarlo, quindi abbiamo chiesto ai tutta la troupe di provare l’esperimento, con l’idea di svilupparlo in altre 11 puntate, approfondendo altri personaggi.

È stato difficile scrivere due volte lo stesso personaggio?

Dal punto di vista della scrittura non è stato difficile, solo che ogni volta bisognava immaginarselo interpretato da una fisicità diversa. Gli attori in questo caso sono stati bravi, anche nell’indossare i vestiti che, nonostante siano gli stessi, dovevano trasmettere comunque tutt’altra cosa.

Realtà e apparenza, un argomento mai così attuale con i social network..

2 di noiI social network permettono cose liberatorie ma, delle volte, pure vigliacche. Le persone, lì, non hanno un volto vero, dunque non possono essere smentite. Però, dico, che sono un appassionato di social. Credo siano fondamentali per questo lavoro, mi piace avere una risposta immediata a quello che faccio. Ho più problemi quando le persone, dietro un nickname, diventano troll che ti attaccano senza motivi. Ma con chi ci mette la faccia sono aperto e favorevole. È uno scambio, alla fine. Penso al live tweeting: ti permette di capire benissimo diversi aspetti del tuo lavoro, da quelli buoni a quelli meno positivi.

Lei è sempre diviso tra la Tv e il cinema. Che ne pensa del piccolo schermo che sta riscrivendo le regole distributive e anche narrative? Tra l’altro è appena arrivato Netflix in Italia.

Un bacio
Ivan Cotroneo sul set di “Un bacio”

Contentissimo dell’arrivo di Netflix! E pure curioso di capire l’offerta che ci sarà da noi. Questo è un modo per recuperare film o serie Tv che altrimenti non vedrai mai. Penso a quando ho scritto Un bacio, che uscirà a marzo: su Netflix ho visto tante opere indie che parlano, come nel mio futuro film, di adolescenza, bullismo, banchi di scuola. Non penso che Netflix o le serie facciano male al cinema: educano, invece, a cercare le belle cose. La sala resta diversa, più magica. Fondamentale. Però questa ricchezza di offerta spinge senza dubbio a lavorare meglio, perché la competitività aumenta. Tra tutte queste proposte non devi far rimpiangere il pubblico di averti scelto. Penso che si debba essere all’altezza delle cose ottime che ci sono.

Tanta concorrenza, infatti. Come si fa a stare al passo, in Italia?

La lezione più grande che possiamo imparare dalla serialità, ma anche da un certo cinema, sta nella capacità di osare. Non bisogna mai auto-censurarsi. Tutti questi successi intorno a noi ci insegnano che non esistono regole, non ci sono formati già collaudati, quello che rimane, che resta, è l’unicità. La sfida che ci viene richiesta, dunque, è di avere una nostra voce personale e di essere originali.

Ivan, tornando su 2 di noi, quanti ”noi” ci sono dentro di lei?

(Ride, ndr.) Ne ho contati diversi, nel corso di tutta la mia vita! Adesso a 47 anni, la persona che sta parlando con te è in un modo ma, dentro dentro, dove nessuno mi vede, c’è il vecchietto di UP!. Piuttosto irascibile, che odia il mondo, che è pignolo e che si arrabbia con i vicini quando la musica è troppo alta. Insomma, c’è un vecchietto decisamente rompiscatole…

Damiano Panattoni