Andrew Garfield rompe il silenzio su Spider-Man: No Way Home

«È stato un viaggio divertente e spirituale». A tre settimane dall'uscita del film al cinema, Andrew Garfield parla del suo ritorno nei panni dell'Uomo Ragno

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È stato un 2021 a dir poco intenso, su questo non si discute, quello vissuto da Andrew Garfield. Dopo una pausa dagli impegni teatrali, l’attore trentottenne si è trovato a gestire la promozione di un film dietro l’altro, a partire da The Eyes of Tammy Faye,  proseguendo con Tick, Tick … Boom! (per cui è già stato candidato come miglior attore in un film commedia/musicale ai prossimi Golden Globe) fino alla vera, grandissima esplosione: Spider-Man: No Way Home.

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[Attenzione, seguono spoiler].

Il suo ritorno, insieme a quello di Tobey Maguire, nei panni dei rispettivi Spider-Man al fianco di Tom Holland ha letteralmente mandato in estasi qualsiasi fan (che ovviamente avevano già intuito tutto) e a tre settimane dall’uscita del film al cinema, Andrew Garfield ha potuto finalmente raccontare quanto vissuto.

«Non mi sarei mai aspettato una conversazione sull’eventualità di interpretare nuovamente Peter Parker» – racconta Garfield in merito alla proposta ricevuta da Amy Pascal, Kevin Feige e Jon Watts. – «L’idea mi è sembrata immediatamente divertente, ma anche incredibilmente spirituale. Da grandissimo fan di Spider-Man, solo l’idea di vedere tre di loro nella stessa inquadratura per me era sufficiente». E continua: «Mi hanno chiesto cosa ne pensassi dell’idea di trovarmi in un universo nel quale avevo davanti un giovane e un vecchio me. A quel punto abbiamo parlato della figura del mentore, di fratellanza e di cosa significa essere il fratello maggiore, il fratello minore e il fratello di mezzo. C’è anche il fatto di vedere qualcuno che ami percorrere una strada che tu hai già percorso, sapendo che condurrà ad un posto diverso da quello a cui eri destinato. Spider-Man è un personaggio è isolato nella sua esperienza emotiva e fisica. Ma cosa succede quando questa solitudine viene fatta esplodere e ci si rende conto che non si è mai stati soli e che ci sono altri fratelli che stanno attraversando la stessa cosa? È stato un grande viaggio spirituale».

Il ritorno nei panni di Spider-Man ha avuto una sorta di funzione redentiva per il suo personaggio, spiega:

«Io e Tobey abbiamo girato per due settimane, ma credo che il nostro traguardo sia stato non fare solo la nostra apparizione e andarcene come se nulla fosse. Il mio Spider-Man ha praticamente salvato la vita alla MJ del suo fratellino [Zendaya], guarendo al contempo dal momento più traumatico della sua vita. Ha potuto fare ammenda e assicurarsi che non avesse lo stesso fato. Lo trovo bellissimo, ha avuto una seconda possibilità per salvare Gwen. Lo spirito che Zendaya ha apportato a MJ è così sentito, puro e dolce. Emma [Stone] ha apportato uno spirito altrettanto unico alla sua Gwen».

Sul rapporto con i suoi due “fratelli”, Tobey e Tom, Garfield racconta:

«La prima volta che abbiamo messo insieme i costumi è stato esilarante perché eravamo come tre ragazzi ordinari che facevano gli attori che se la spassavano. Ma Poi, tutto ad un tratto, diventi tu stesso un fan  e ti rendi conto di cose come: “O mio dio, stiamo indossando tutti il costume e stiamo praticamente ricreando il meme del dito puntato l’uno contro l’altro!”

Poi abbiamo scherzato sul fatto di andare in bagno, sulla possibilità di imbottirci un po’ il costume alle parti basse. Tom era geloso perché avevo delle zip nel costume che mi permettevano di liberarmi le mani velocemente, mentre lui per usare il cellulare doveva usare il naso perché non poteva usare le mani».

Commovente, infine, la rivelazione di Andrew Garfield sull’aver improvvisato una battuta:

C’è una frase che ho improvvisato, quando li guardo e gli dico che gli voglio bene. Era effettivamente così, veniva da me.