Bigbug, un’utopia fantasy per il ritorno del papà di Amélie (trailer)

Dopo sei anni, Jean-Pierre Jeunet presenta uno strano film sci-fi

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BigBug, Jean-Pierre Jeunet

Lo straordinario viaggio di T.S. Spivet (lo trovate su Amazon Prime Video) è ormai del 2013, un’assenza troppo lunga per non sentire la mancanza di un regista come Jean-Pierre Jeunet. Delicatessen, La città perduta, Alien – La clonazione e l’indimenticabile favoloso mondo di Amélie che nel 2001 conquistò il mondo sono solo i primi titoli di una carriera che – dopo il Casanova televisivo del 2015 – oggi finalmente continua con Bigbug, uno strano sci-fi fantasy che vedremo su Netflix a partire dall’11 febbraio. E che si presenta con il trailer che segue:

Una commedia di fantascienza che segue un gruppo di persone la cui vita nell’anno 2050 è sempre più dipendente da robot e androidi di ogni tipo. E nella quale l’utopia la fa da padrona, tanto quanto le scenografie e i costumi vivaci, o l’immancabile buona dose di cinismo e satira sociale tanto cara al regista.

Che di Bigbug è anche sceneggiatore, e nel quale si ritroverà a dirigere un cast composto da Dominique Pinon, François Levantal, Isabelle Nanty, Elsa Zylberstein, Youssef Hajdi e Alban Lenoir.

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BigBug, Jean-Pierre Jeunet

Sinossi:

Nel 2050 l’intelligenza artificiale è ovunque. Tanto che l’umanità fa affidamento su di essa per soddisfare ogni suo bisogno e desiderio, anche il più segreto e malvagio. In una tranquilla zona residenziale, quattro robot domestici decidono improvvisamente di prendere in ostaggio i loro padroni nella loro stessa casa. Bloccati e costretti a restare insieme, i membri di una famiglia non granché unita, un vicino invadente e il suo intraprendente robot sessuale sono ora costretti a sopportarsi, in un’atmosfera sempre più isterica! Fuori, intanto, gli Yonyx, l’ultima generazione di androidi, stanno cercando di prendere il sopravvento. La minaccia si avvicina, mentre gli umani guardano altrove e si gettano uno contro l’altro sotto gli occhi sconcertati dei loro stessi robot. Forse gli unici ad avere un’anima, o forse no.