Cannes 2022, totoPalma di un festival dai due volti

A poche ore dall'annuncio della Palma d'oro del 75° Festival di Cannes, un pronostico dei possibili vincitori

0
cannes 2023 palmares

Cannes 2022 si conclude oggi e questa sera, dopo l’ultimo red carpet, il più atteso di ogni edizione, saranno annunciati i vincitori della Palma d’oro della 75° edizione del Festival. La cerimonia di chiusura si svolgerà alle 20.30 presso il Grand Théâtre Lumière e sarà trasmessa in diretta su France 2.

Sono stati 12 giorni di proiezioni, sorprese e delusioni per una competizione che raramente è risultata tanto divisiva e incerta come quella di quest’anno. Il compito di scegliere il palmarès di Cannes 2022 spetta a Vincent Lindon presidente di una giuria composta da Jasmine Trinca, Rebecca Hall, Deepika Padukone, Noomi Rapace, Asghar Farhadi, Ladj Ly, Jeff Nichols e Joachim Trier.

La prima grande sorpresa del Festival di Cannes di quest’anno si può dire sia stato il Festival in se stesso. Dopo un’edizione saltata, quella del 2020, a causa della pandemia, e un’altra, posticipata a luglio 2021 e inficiata dalle notevoli limitazioni imposte per il contenimento dei contagi, Cannes 2022 è tornato al suo consueto splendore. Senza restrizioni e con una sovrabbondante quantità di titoli a lungo attesi. Il Festival si è svolto come quasi di consueto, comprese le folle che hanno invaso la Croisette anche solo per sbirciare i volti e gli abiti dei grandi nomi che hanno calcato il tappeto della Montée des Marches.

Julianne Moore, Bérénice Bejo, Tom Hanks, Julia Roberts, Alicia Vikander, Isabelle Huppert, Louis Garrel, Sharon Stone e Jake Gyllenhaal sono solo alcuni dei talent di richiamo ospiti delle serate del Festival. Tom Cruise, Guillermo Del Toro, Mads Mikkelsen, Alice Rohrwacher e Javier Bardem sono stati invece protagonisti di alcuni dei più applauditi incontri della kermesse. Tra gli italiani non in Concorso hanno sfilato sul red carpet Margherita Buy, Marco Bellocchio, Fabrizio Gifuni, Toni Servillo, Alba Rohrwacher e Valeria Golino, presidente della giuria della sezione Un Certain Regard.

Una proiezione dopo l’altra, il pubblico ha assistito ad una competizione che in buona parte non ha riservato particolari emozioni, anche dove nomi acclamati promettevano grandi opere. Ma, come spesso accade nei Festival più importanti, le sorprese migliori sono arrivate quasi inaspettate.

L’accoglienza più entusiasta l’ha ricevuta infatti il film del regista belga Lukas Dhont, Close, un coming of age toccante, drammatico, ma estremamente coinvolgente, capace di parlare attraverso paesaggi, colori, luci e primi piani ipnotici, con un giovanissimo protagonista, Eden Dambrine, dalla bellezza sconvolgente e fuori dall’ordinario.

Ci sono poi due thriller singolarmente ambientati in oriente che hanno colpito l’interesse del pubblico e della critica. Uno è il giallo politico Boy From Heaven dello svedese Tarik Saleh, di origine egiziana, già regista di Omicidio al Cairo (2017), l’altro Holy Spider di Ali Abbasi (Border 2018), danese di origine iraniana, film tratto dalla storia vera di un killer seriale di prostitute nella città sacra di Mashhad, possibile vincitore anche della miglior interpretazione maschile grazie al protagonista Mehdi Bajestani.

Oscuro, tormentato eppure affascinante, Zhena Chaikovskogo (Tchaïkovsky’s Wife) di Kirill Serebrennikov ha catturato l’interesse sin dai primi giorni del Festival, quando è stato proiettato, ed è rimasto fino alla fine tra i favoriti, anche grazie alla eccellente performance della protagonista Aliona Mikhaïlova, possibile miglior interpretazione femminile.

Grandi favoriti sono anche i due film ambientati in Korea: Broker del giapponese Kore-Eda Hirokazu, con Song Kang-ho, già interprete del famoso Parasite; e il giallo con sfumature romantiche Decision To Leave di Park Chan-Wook.

Showing Up di Kelly Reichardt non ha riscosso particolari consensi se non per l’interpretazione sorprendente di Michelle Williams, trasformata in modo quasi irriconoscibile in una scultrice trascurata e mesta.

La Palma d’oro per le opere più dibattute del Festival di Cannes se l’aggiudicano però James Gray e David Cronenberg, con due film quasi agli antipodi. Armageddon Time, cominig of age autobiografico del regista newyorkese, ha affascinato solo in parte il pubblico festivaliero. Mentre il ritorno del maestro del body horror con Crimes of the Future non ha pienamente convinto tutti, forse proprio a causa dell’enorme attesa e clamore che ha circondato il film sin dal suo primo annuncio.

Sembrano vincere invece il premio come peggiori film del Festival Frère Et Sœur (Brother and Sister) di Arnaud Desplechin, con Marion Cotillard e Melvil Poupaud e Pacifiction del catalano Albert Serra.

Degli italiani in Concorso a Cannes 2022 si può dire che siano stati invece tra i titoli meno controversi. Nostalgia di Mario Martone con Pierfrancesco Favino, Le Otto Montagne di Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch con Alessandro Borghi e Luca Marinelli e Forever Young (Les Amandiers) di Valeria Bruni Tedeschi, sono le opere che hanno suscitato un giudizio mediamente positivo in tutto il pubblico anche al livello internazionale. Così come EO di Jerzy Skolimowski, coproduzione polacca e italiana, con Isabelle Huppert e Lorenzo Zurzolo.