Esterno notte, le tante prospettive del delitto Moro a Cannes 2022

Marco Bellocchio presenta al 75° Festival di Cannes la sua prima serie televisiva, al cinema dal 18 maggio, sul caso Moro con una visone nuova della vicenda

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Fabrizio Gifuni, Esterno notte

È stata presentata nella sezione Première al Festival di Cannes 2022, Esterno Notte, la serie in sei episodi di Marco Bellocchio, che arriverà nelle sale in due parti, la prima dal 18 maggio, la seconda dal 9 giugno 2022 con Lucky Red. In autunno sarà poi trasmessa nell’originale formato seriale su Rai 1.

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Dopo Buongiorno, notte, presentato in Concorso alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2003, Marco Bellocchio torna sul caso Aldo Moro, sperimentando per la prima volta nella sua carriera la serialità. Avrebbe dovuto essere un film, ma il progetto di ampio respiro inizialmente immaginato dal regista meritava uno sviluppo più lungo.

Interno, esterno: questa volta Bellocchio ha scelto di esplorare il caso Moro da un punto di vista diverso. Buongiorno, notte raccontava i 55 giorni di prigionia del presidente, visti da dentro, con Roberto Herlitzka nei panni di Moro tenuto in ostaggio da brigatisti non del tutto privi di scrupoli di coscienza. Esterno notte, invece, per quasi tutto il suo sviluppo, si sofferma sui personaggi e sugli eventi al di fuori della prigione in cui Aldo Moro, interpretato questa volta da Fabrizio Gifuni, fu segregato dalle Brigate rosse.

Si è subito capito che se si fosse voluto fare un racconto che andasse molto all’esterno, sarebbe stato necessario un tempo che non poteva essere quello di un film. La suddivisione in 6 episodi si è imposta da subito. C’è un inizio in cui vediamo Moro e poi scompare. La serie quindi si inabissa in questa scomparsa attraverso la figura di Cossiga, poi del Papa, di Nora, dei brigatisti e infine torna su Moro. Era naturale in questa storia stare sui personaggi” ha spiegato il regista e sceneggiatore in conferenza stampa.

Margherita Buy, Esterno notte

Dall’allora ministro dell’interno Francesco Cossiga (Fausto Russo Alesi), Giulio Andreotti (Fabrizio Contri), Papa Paolo VI (Toni Servillo), Eleonora Chiavarelli (Margherita Buy), moglie di Moro, ai familiari, i politici, i brigatisti, i servizi segreti, i membri del clero e persino i veggenti: le storie dei diversi personaggi coinvolti durante il sequestro si intrecciano e mostrano la vicenda da prospettive differenti. In Esterno notte c’è una volontà di comprensione, che riesce però a non diventare una vera e propria assoluzione.

Fausto Russo Alesi, Esterno notte

La serie, diversamente dal film, è molto meno ideologica. Non voglio perdonare tutti, non c’è questo atteggiamento, però non c’è odio verso nessuno. Qualcuno lo ha interpretato come un accanimento da avvoltoi sui ricordi tragici di quegli anni, ma io non odio nessuno” ha sottolineato Bellocchio.

Il racconto si apre con uno vero e proprio stravolgimento della storia reale. Bellocchio, infatti, immagina che Moro possa essere sopravvissuto alla prigionia e uscito vivo da quella Renault 4 rossa il 9 maggio del 1978 in via Caetani.

L’idea di immaginare che dalla Renault rossa ne uscisse vivo era legata al memoriale di Aldo Moro che mi ha molto ispirato – ha spiegato Bellocchio –. In questi suoi scritti c’è un passaggio misterioso in cui lui ringrazia le BR di avergli salvato la vita. Gli storici che ho consultato sono stati vaghi in merito. A me piaceva inserirlo come una possibilità sorprendente collocata all’inizio. Come se questa libertà, questa grazia, fosse legata allo stesso personaggio di Moro”.

Bellocchio, coadiuvato nella sceneggiatura da Stefano Bises, Ludovica Rampoldi e Davide Serino, dedica agli attori principali del racconto quasi un episodio ciascuno, ripercorrendo la vicenda da più punti di vista diversi.

Ciascun interprete brilla nel proprio spazio del racconto e conferisce alla storia sfumature inesplorate. I turbamenti di Cossiga, la determinazione di Nora Moro, l’accorata sebbene distante preoccupazione del Papa e persino le contrastanti posizioni interiori dei brigatisti, in particolare, ancora una volta, quelle del personaggio di Adriana Faranda, interpretata da Daniela Marra, sono esplorati partendo dalla vicenda reale, ma con un approfondimento umano ed emotivo mai toccato prima.

Daniela Marra, Esterno notte

Fabrizio Gifuni porta nel racconto l’esperienza acquisita sul palcoscenico con lo spettacolo “Con il vostro irridente silenzio. Studio sulle lettere dalla prigionia e sul memoriale di Aldo Moro” (2019). “Il coraggio e l’irridente silenzio riguardano il modo in cui venivano accolti i pochi scritti di Moro che filtravano dalla prigione, ma questo silenzio mi ha colpito, riguarda tutti noi. Quella storia che fa parte dell’immaginario collettivo è stata rimossa” ha detto Gifuni.

In Esterno notte il caso Moro è narrato senza un diretto intento politico. A quasi quarantacinque anni da quel tragico 16 maggio del 1978, Bellocchio ha sentito il bisogno di restituire alla memoria collettiva un racconto più umano ed emotivo che politico, in cui le figure stesse dei protagonisti della vicenda assumono ruoli familiari: Cossiga è il figlio in conflitto, il Papa è il padre che assiste quasi impotente.

La colonna sonora originale che accompagna i movimenti emotivi della serie è del compositore Fabio Massimo Capogrosso.