David Gulpilil, è morto a 68 anni l’aborigeno più amato dal cinema

Da Nicolas Roeg e Peter Weir a Crocodile Dundee, The Tracker e oltre.

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David Gulpilil

Senza nulla togliere a grandi registi e alle star che dall’Australia sono riusciti a conquistare Hollywood, il cinema dei quell’immensa terra ai nostri antipodi deve molto al piccolo grande David Gulpilil. La cui scomparsa, a soli 68 anni per un tumore al polmone diagnosticato nel 2017, è stata annunciata dal Premier del South Australia Steven Marshall:

“È con profonda tristezza che condivido con la gente del South Australia la scomparsa di un artista iconico, uno di quelli che definiscono una generazione e che ha plasmato la storia del cinema australiano e della rappresentazione aborigena sullo schermo, David Gulpilil Ridjimiraril Dalaithngu”

Nato il 1 luglio 1953 ad Arnhem Land, nel Territorio del Nord, Gulpilil era cresciuto nel Bush australiano senza mai frequentare scuole e imparando la lingua inglese da solo. Scoperto da Nicolas Roeg durante una danza cerimoniale, in un momento in cui gli aborigeni non erano nemmeno considerati dal censimento nazionale, David Gulpilil esordì sul grande schermo nel durissimo Walkabout del 1971.

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“Tutto quello che so è ballare, cantare, lanciare la lancia e cacciare” aveva detto in un’intervista del 2015, ricordando l’insegnamento ricevuto dal padre: “mi ha dato una lancia e mi ha detto assicurati di tornare, la lancia è vita”. Ma nella sua vita il cinema è stato una costante. Da L’ultima Onda di Peter Weir fino al successo di Crocodile Dundee, fino agli splendidi The Tracker (con cui affascinò la Mostra di Venezia del 2002), Ten Canoes e Charlie’s Country di Rolf de Heer e all’ultimo Storm Boy del 2018.

“Le prime interpretazioni di David hanno fatto credere a scrittori, produttori e registi che fosse possibile avere grandi personaggi aborigeni di interesse per un vasto pubblico”. Rolf de Heer

Proprio grazie al regista olandese naturalizzato australiano Gulpilil divenne un vero e proprio personaggio internazionale, arrivando a vincere il premio come Miglior Attore del Un Certain Regard del Festival di Cannes e a essere elogiato per le sue prove in The Proposition (2005) e Australia di Baz Luhrmann. Oltre a danzare per la Regina Elisabetta per l’inaugurazione della Opera House di Sydney nel 1973 e a ricevere la membership del Order of Australia nel 1987.

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A luglio, ricevendo il premio alla carriera del National Aborigines and Islanders Day Observance Committee, aveva rivelato la sua lotta contro il cancro che alla fine lo ha ucciso. “A tutti, grazie per avermi guardato – aveva detto in un video messaggio. – Non dimenticatemi mai finché sarò qui. Io non vi dimenticherò mai. Vi ricorderò, anche se non durerà per sempre. Mi ricorderò”. La sua ultima apparizione resterà quella del documentario My Name is Gulpilil del 2021, diretto da Molly Reynolds.