Diva futura, la recensione del film su Riccardo Schicchi e le sue star

Ilona Staller/Cicciolina, Moana, Eva Henger e il porno che fu

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Diva futura

Qualcosa è cambiato dal film presentato in concorso a Venezia 81, anche se non tutti se ne accorgeranno, ma i ritocchi fatti da Giulia Louise Steigerwalt al suo Diva futura ne fanno un film ancora più convincente ed emozionante di quello visto al Lido (e qui recensito). Un tuffo in una Italia che non c’è più, più naive e meno conformista, grazie anche al Riccardo Schicchi interpretato da Pietro Castellitto e le sue “pornodive”, sullo schermo affidate a Denise Capezza (Moana Pozzi), Tesa Litvan (Éva Henger) e Lidija Kordic (Ilona Staller, Cicciolina). Ovviamente accompagnate dalla Debora Attanasio di Barbara Ronchi, autrice del libro Sperling & KupferNon dite alla mamma che faccio la segretaria” sul quale ci si è basati per il film.

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IL FATTO

Italia, anni ’80/’90. Riccardo Schicchi, con la sua agenzia Diva Futura, rivoluziona la cultura di massa trasformando l’utopia hippie dell’amore libero in un nuovo fenomeno: il porno. Sotto la sua guida, “ragazze della porta accanto” come Ilona Staller, Moana Pozzi, Eva Henger e molte altre diventano all’improvviso dive di fama mondiale nel mondo del porno ed entrano nelle case degli italiani grazie al boom delle televisioni private e dei videoregistratori in VHS. Viene coniata l’espressione “pornostar”, segnando l’inizio di una nuova era. L’impatto mediatico è travolgente fino a portare all’elezione in Parlamento di Ilona Staller, detta “Cicciolina”, alla nascita del Partito dell’Amore e alla candidatura di Moana Pozzi a sindaco di Roma. È attraverso lo sguardo di Debora, giovane segretaria dell’agenzia con un mutuo sulle spalle, che viene raccontata l’avventura di questa grande “famiglia”, dove esplodono gelosie, tormenti e contraddizioni fino a perdere il controllo sull’industria stessa della pornografia. Tutto questo è accaduto perché esisteva un desiderio tanto nascosto quanto grande: quello di tutti.

Diva futura

L’OPINIONE

Le energie anche torbide degli anni ’90, i colori pastello, le musiche rivivono in Diva Futura, che scorre rapido nel raccontare lo strano e contraddittorio sogno di Schicchi, di trasformare il porno in un inno alla vita, narrato dalla Steigerwalt, alla sua opera seconda dopo il sorprendente e premiatissimo Settembre (2022), con misura e senza pregiudizi, ma senza nasconderne la tristezza di fondo. Diva futura ripercorre in chiave di commedia di costume la sfida che il manager del porno (strepitoso Pietro Castellitto nel ruolo di Schicchi) portò alle ipocrisie di quegli anni, senza però far nulla per evitare che l’immagine femminile rimanesse prigioniera degli stereotipi del patriarcato più retrivo. Barbara Ronchi è l’altro punto di forza del film, nel ruolo di una candida giovane piena di sogni che si ritrova spettatrice dello strano cenacolo di Schicchi, capace di creare star come Moana e Cicciolina ma non di restar fuori dallo squallore del genere, tra arresti per oltraggio al pudore, gelosie, tormenti e contraddizioni pronte ad esplodere. Fino all’inevitabiile declino.

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Super-sex, la serie che Netflix ha dedicato alla vita di Rocco Siffredi. La qualità è alta, ma le atmosfere sono opposte a quelle di Diva futura, pervase di dolore.

Diva futura

RASSEGNA PANORAMICA
VOTO
diva-futura-la-recensione-del-film-su-riccardo-schicchi-e-le-sue-starItalia, 2024. Regia e sceneggiatura Giulia Louise Steigerwalt. InterpretiPietro Castellitto, Barbara Ronchi, Denise Capezza, Tesa Litvan, Lidija Kordić, Davide Iachini, Marco Iermanò. Distribuzione PiperFilm. Durata 2h e 09'. Uscita: 6 febbraio