È stata la mano di Dio, paccheri alla Sorrentino a casa di Liz Taylor

Il regista e signora sono a Los Angeles per la promozione del film nella campagna per gli Oscar

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La campagna per l’Oscar di È stata la mano di Dio prosegue. Paolo Sorrentino è a Los Angeles e tra le molte public relations che Netflix sta organizzando per promuovere il film tra i membri dell’Academy, ci sono anche degli eventi organizzati proprio nella temporanea magione californiana del regista napoletano.

Il columnist di Variety Marc Malkin ha avuto il piacere di partecipare a uno di questi happening, descrivendo l’evento con dovizia di particolari e un tono anche a tratti vagamente tagliente, cifra stilistica tipica del colore giornalistico hollywoodiano dalla notte dei tempi del cinema.

A cucinare per i circa venticinque ospiti, imbucato più imbucato meno, una chef d’eccezione, Daniela D’Antonio, ovvero la signora Sorrentino, la moglie di Paolo. La location quasi altrettanto prestigiosa. Un appartamento di sei stanze, dove oltre ai coniugi alloggia anche Filippo Scotti, il giovane protagonista di È stata la mano di Dio, Premio Marcello Mastroianni a Venezia 78.

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Particolarità della magione è che vi ha vissuto Elizabeth Taylor negli anni Cinquanta, insieme a Michael Wilding, che diventò poi suo marito.

Malkin è rimasto particolarmente impressionato dal menù, e vorremmo vedere.

Pasta e patate con la provola, paccheri al ragù, parmigiana di melanzane, timballo di maccheroni con melanzane e pasta e ceci. Per dolce pandoro farcito, zeppole fritte e sfogliatelle.

Daniela D’Antonio è una giornalista, ma ha spesso messo a parte il pubblico della passione per la cucina che lei e Paolo condividono, entrambi oltretutto adepti di Masterchef e di altre trasmissioni televisive in cui i fornelli sono protagonisti.

Alla fine c’è stato l’immancabile omaggio per gli ospiti, un booklet preparato dalla stessa D’Antonio con le cinque ricette dei piatti principali della serata e una piccola spiegazione di quello che significhi essere napoletani.

“Le madri napoletane non chiedono ai figli ‘come stai?’, ma ‘hai mangiato?’. Se i ragazzi ingenuamente (o per attirare l’attenzione) rispondono ‘niente’, ne nasce una discussione molto simile a un dramma. È una dinamica che non conosce barriere sociali e culturali e che non ha niente a che vedere con gli stereotipi che dipingono gli italiani come un popolo fermo agli anni Cinquanta. È un modo per prendersi cura dei propri cari che certifica che il cibo è il cuore della cultura napoletana”.

Insomma, Paolo Sorrentino e gentile signora hanno scelto la strategia da sempre più efficace: prendere i componenti dell’Academy per la gola.