
Elio è il nuovo film Disney e Pixar, in arrivo nelle sale italiane il 18 giugno. Il lungometraggio d’animazione è diretto da Domee Shi, Madeline Sharafian e Adrian Molina, prodotto da Mary Alice Drumm e con le voci italiane di Alessandra Mastronardi (che presta la voce alla zia Olga Solìs doppiata da Zoe Saldana in originale), Adriano Giannini (Lord Grigon), Lucio Corsi (Ambasciatore Tegmen) e Neri Marcorè (Manuale Universale dell’Utente).
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IL FATTO
Elio è un undicenne che ha perso i genitori ed è stato affidato alla zia Olga, ufficiale dell’aeronautica che rinuncia alla possibilità di entrare nel programma spaziale per occuparsi del nipote. Il problema è che il ragazzino non ha amici, è chiuso nel proprio dolore ed essendo ossessionato dagli alieni ha un unico sogno: provarne l’esistenza ed essere rapito da loro, lontano dal nostro pianeta che non riesce a considerare casa. Per una serie di coincidenze gli alieni lo scambiano per il Leader della Terra e lo portano nel Comuniverso, un paradiso interplanetario che ospita forme di vita intelligente provenienti da galassie lontane. Ambendo al ruolo di ambasciatore interplanetario Elio stringerà legami inaspettati per superare una crisi di proporzioni intergalattiche e non perdere l’opportunità di vivere il suo sogno più grande, prima di scoprire chi è davvero e dove è davvero destinato a stare.
L’OPINIONE
Inizialmente affidata ad Adrian Molina (Coco), cui ora nei crediti è riconosciuto solo il contributo alla storia, la direzione del film, dopo alcuni rimaneggiamenti della sceneggiatura, è passata a Madeline Sharafian (suo il cortometraggio La Tana, del progetto Sparkshort) e Domee Shi che (dopo il corto Bao), aveva debuttato nel lungometraggio con Red (qui la recensione). Graficamente la popolazione del Comuniverso è un trionfo di fantasie anatomiche sorprendenti, rese ancora più efficaci dalla visione in 3D Stereoscopico. Il villain del film e la trovata della creazione di un clone (peraltro molto amichevole) permettono poi alle cineaste di traslare in chiave umoristica persino la subliminale citazione da un classico fanta-horror come La Cosa (1982) di John Carpenter. Elio insomma, riproponendo l’imbattibile topos di un protagonista orfano che ha fatto la fortuna dell’animazione da Biancaneve e i sette nani in poi, riesce ad aggiornare la narrazione in un film fantascientifico dove a trionfare sono le emozioni famigliari.
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La fantascienza di Wall•E (2008) di Andrew Stanton è il precedente della Pixar più vicino emotivamente a Elio, il cui nome è ovviamente un omaggio al bambino Elliot dell’E.T. (1982) di Steven Spielberg.