La stella di Andra e Tati, l’animazione racconta Auschwitz a Cartoons on the Bay

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Il racconto della persecuzione degli ebrei torna a Cartoons on the Bay con un film di animazione di 26 minuti, La stella di Andra e Tati, storia vera di due bambine italiane, Alessandra e Tatiana Bucci, sopravvissute al campo di sterminio di Auschwitz. Trecento bambini hanno assistito ammutoliti dall’emozione al film diretto da Rosalba Vitellaro e Alessandra Belli, con i disegni di Annalisa Corsi. Prodotto dalla Rai e Larcarte in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (Miur), il film che riesce a sintetizzare una lunga odissea colpendo al cuore gli spettatori, grandi e piccoli, andrà in onda su Rai Gulp e sarà poi utilizzato come materiale didattico nelle scuola.

L’emozione in sala era palpabile, tanto più che le protagoniste di questa storia di orrore e rinascita, erano presenti in sala e alla fine del film hanno risposto alle domande dei più piccoli, seppur con la voce rotta dalla commozione.

Le piccole Andra e Tati, figlie di madre ebrea, Mira Perlow, e di Giovanni Bucci, cattolico, partito per la guerra, avevano 4 e sei anni quando il 29 marzo 1944 vennero deportate da Fiume, dove vivevano, ad Auschwitz-Birkenau insieme alla madre, la nonna, la zia e il cuginetto Sergio.

Le piccole dovettero indossare vestiti usati, venne loro tatuato un numero sul braccio, furono separate dalla madre e costrette nel Kinderblok a sopportare fame, freddo e paura. Ma grazie all’incoscienza dell’età e alla benevolenza di una guardiana di quel blocco del lager, le piccole riuscirono a sopravvivere in un inferno dove persero la vita oltre 200mila bambini. Liberate il 27 gennaio 1945 dalle truppe dell’Armata Rossa, Andra e Tati vennero portate prima a Praga e poi in Inghilterra, dove vissero per qualche tempo in un centro di raccolta per bambini allestito da Anna Freud (figlia di Sigmund).

Nell’Europa devastata dalla guerra, ci vollero quasi due anni prima di poterle riconsegnare ai loro genitori. Oggi Andra e Tati vivono tra gli Stati Uniti e Bruxelles, sono diventate madri e poi nonne, ma trascorrono molti mesi in Italia per raccontare ai ragazzi l’orrore della Shoah perché, come scriveva Primo Levi, «l’Olocausto è una pagina del libro dell’Umanità da cui non dovremo mai togliere il segnalibro della memoria». E infatti la storia delle due protagonista è intrecciata con quella di una scolaresca dei nostri giorni in gita nello stesso campo di sterminio.

«Abbiamo avuto il coraggio di tornare ad Auschwitz solo nel 2005 – ha detto Andra – e poi ci siamo andate anche più volte all’anno e continueremo a farlo finché le forze ce lo permetteranno».

È bello che questa produzione animata europea sulla Shoah – aggiunge Tati – venga dall’Italia e che finalmente si parli delle sorti dei bambini nei lager. Ogni volta che rientro nel campo è come se andassi indietro nel tempo, un’esperienza molto difficile”.

Il film, che si avvale della supervisione storica di Marcello Pezzetti, direttore del museo della Shoah di Roma, può inoltre contare sulle voci di Loretta Goggi, Laura Morante, Leo Gullotta, Ludovica Modugno.

In fondo la nostra è una storia a lieto fine – aggiunge Tati parlando con i bambini – perché siamo state tra le pochissime a ritrovare i genitori. Questa è la dimostrazione che nonostante tutto, la vita è bella e dobbiamo godercela”. “Oggi portiamo ancora il numero tatuato sul braccio – conclude Andra – e non abbiamo mai pensato di cancellarlo perché resterebbe comunque indelebile nella nostra mente. È la prova che siamo stati più forti delle persone che volevano distruggerci”.