Ciak Bizarro, “Sick Sock Monsters from Outer Space” è una cine-esperienza che rivaluta il concetto di guazzabuglio

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Sick Sock Monsters from Outer Space

Cinèfagi amanti dei “Bizarro Movies” ci sarà pure un motivo se la leggendaria Troma, artefice e distributore di “scult” inarrivabili quali le avventure di Toxic Avenger e del Sgt.Kabukiman abbia deciso di distribuire negli USA, “benedicendolo” col suo marchio, un “superweirdo” italiano del 2015 dal titolo Dolcezza Extrema reintitolandolo Sick Sock Monsters from Outer Space?

Dolcezza Extrema

Mostri calzini schifosi dallo Spazio” di Alberto Genovese (classe 1970, autore di diversi corti a dir poco eccentrici di genere SCI-FI e horror, nonché del lungometraggio L’invasione degli AstroNazi, 2009) è un “must-see” per ogni Catecumeno Yeeeuuuch degno di questa carica: utilizzando come attori pupazzi derivanti da oggetti comuni (come calzini e bottoni), che si muovono su un panorama digitale, il film riposa su una trama che è un puro pretesto (gli abitanti di una lontana galassia vivono nel culto del benessere fisico e vivono nel ricordo del loro martire Efisio, fulminato dalla scarica di una lampada che abbronza. Ne consegue che il re Grigorio XXII decide di regalare “sunlamps” a tutti i risiedenti; per il trasporto ingaggia l’astronave “Dolcezza Extrema” col suo equipaggio composto da delinquenti e rockstar fallite. Il capitano Pixws, drogato ed ex rocker guida la missione).

Unica presenza umana è Marco Antonio Adinolfi, ben noto agli amanti del “cinema bis” per aver già diretto, scritto, montato e interpreato lo “stracult” La croce dalle sette pietre (1987), noto anche come Il lupo mannaro contro la camorra. Aggiungere altro non serve, perché Sick Sock Monsters from Outer Space è una cine-esperienza che rivaluta il concetto di “guazzabuglio” e che si regge proprio sulle sue incongruenze, digressioni, follie, sul suo dilettantismo trasformato in beffa provocatoria. Siamo infine lieti di apprendere che Genovese sta lavorando a un nuovo progetto d’animazione, una dark horror comedy ispirata all’espressionismo tedesco di inizio Novecento, dal titolo “Resurrection Coropration”. Holy Socks, ad maiora!