Dario Argento, dal bizarro “Le cinque giornate” al David speciale alla carriera

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Dario Argento

Dario Argento, il prossimo 27 marzo alla 64ma edizione del David di Donatello riceverà un premio David di Donatello Speciale per aver influenzato – dal lontano anno 1970 in cui esordì con il suo primo “giallo” L’uccello dalle piume di cristallo” – con il suo cinema dello spavento intere generazioni di spettatori, “unendo affondo d’autore e vocazione alla narrazione di genere”.

Anche gli appassionati di “bizarro movies” riconoscono e apprezzano il contributo personale che il regista ha saputo dare ai generi del thriller, del giallo e dell’horror e le tante innovazioni apportate ai generi suddetti, quali una regia “febbricitante”, un uso della musica adoperata come elemento narrativo, la combinazione di ambienti diversi tra loro volta a creare una “location” anche mentale, l’inserimento di sequenze costruite non per l’avanzamento della storia, ma per alimentare in crescendo il sentimento della paura nello spettatore, etc.

Il suo è un esempio di cinema pop, linguisticamente innovativo, su cui si è edificato anche quello postmoderno. Per approfondirne le tematiche e le ossessioni vi segnaliamo due libri, “Dario Argento, le storie mai raccontate-Curiosità argentiane in ordine sparso” a cura di Giovanni Modica con contributi di R.Caruso, A. Iannacci, E. Leotta, T. Rostock, L. Servini, N. Takuno, T. Yazawa, Ed. AC Il Foglio, 2019, pp.400) e “Tutto Dario Argento dalla A alla Z” di Antonio Tentori, Ed. Profondo Rosso, 2014, pp. 224). Con l’occasione vi invitiamo a recuperare l’unica regia di Argento fuori dai generi “thriller-giallo-horror”, ovvero il davvero “bizarro” “Le cinque giornate” (1973), film interpretato da Adriano Celentano, Enzo Cerusico e Marilù Tolo, scritto dallo stesso Argento con Nanni Balestrini su soggetto di Cozzi e Ungari, ispirato al fatto storico delle cinque giornate di Milano durante la rivolta antiaustriaca del 1848: le avventure di due popolani coinvolti involontariamnete nella lotta e quindi, in una esplosiva miscela di farsa e dramma, travolti dalla furia episodica degli avvenimenti. Musiche del jazzista Giorgio Gaslini, che tornerà a collaborare col regista per il film successivo: Profondo rosso.