“Your Name.”: com’è nato l’anime giapponese cult diretto dal “nuovo Miyazaki”

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Your Name. è il film di animazione giapponese che ha sbancato il box office nipponico e ha fatto parlare del regista Makoto Shinkai come del “nuovo Miyazaki”. Dal Giappone ne parla a Ciak il produttore Koichiro Ito

Un ragazzo e una ragazza incrociano le rispettive esistenze in modo insolito e fantastico, tra ironia, sentimenti struggenti e una cometa assassina. Questa in sintesi la trama di Your Name. (Kimi no na wa), il film di animazione di Makoto Shinkai (uscito in Italia per Nexo Digital) che ha polverizzato i record di incasso in Giappone con oltre 15 miliardi di yen, cancellando il ricordo di un altro fortunato anime, La città incantata (2001), di Hayao Miyazaki.

Un successo che nessuno si aspettava. Nemmeno il diretto interessato, un ex graphic designer innamorato di letteratura passato all’animazione in maniera inconsueta realizzando i propri lavori “in casa” con uno staff ridotto, pochissimi soldi e una passione che sposa il caro vecchio artigianato delle animazioni fatte a mano alle più sofisticate tecnologie digitali. Come Miyazaki, anche Shinkai presta particolare attenzione ai dettagli, una cura quasi maniacale tradotta in magnifici paesaggi, gli occhi puntati al cielo ovviamente, dove la delicata poesia dei sentimenti è raccontata in chiave adolescenziale. E per fare Your Name., il giovane regista si è circondato di numerosi animatori dello Studio Ghibli, a partire da Masashi Ando, che da freelance ultimamente ha regalato gustose prestazioni, non ultimo il film Miss Hokusai uscito nel 2015. Al fianco del regista, in realtà, poche fidate persone: da Kazuki Sunami, incaricato di licenziare i diritti dei film di Shinkai all’estero, al produttore Koichiro Ito. Ora suo interlocutore ufficiale, dal momento che con tutta l’attenzione mediatica addosso, Shinkai non rilascia più interviste e già pensa al prossimo film.

 

I successi degli anime al cinema: i precedenti

Non è la prima volta che un film di animazione giapponese scuote il botteghino nazionale. Molto tempo prima che i film Ghibli di Hayao Miyazaki e Isao Takahata iniziassero una spietata concorrenza contro i grandi film Disney, da La sirenetta a Il Re Leone, qualcosa s’era mosso nel paludato mondo degli anime. Un fenomeno soltanto televisivo e irrimediabilmente indirizzato al pubblico infantile che nel 1969 conosce un’improvvisa botta di vita grazie a un film animato per adulti, Le mille e una notte, diretto nientemeno che da Osamu Tezuka, in Giappone considerato il dio dei fumetti. Una pellicola per pubblico cinéphile, visionaria e birichina che si piazzò all’epoca al terzo posto negli incassi con oltre 320 milioni di yen. Ma per rientrare tra i ranghi degli appassionati veraci di animazione, tocca aspettare il 1977 e l’uscita col fiato corto e senza alcuna aspettativa di Corazzata Spaziale Yamato, il kolossal fantascientifico di Yoshinobu Nishizaki basato sull’omonima serie televisiva del ’74 che sbancherà il box office portandosi a casa 2 miliardi di yen. Un record per un cartone animato. L’anime boom ha inizio lì. Il resto, come si dice, è storia.

L’erede di Hayao Miyazaki

A soli 43 anni, Makoto Shinkai è il ragazzo d’oro dell’animazione giapponese. Per ora. Dopo aver visto i suoi primi film, in tanti si sono lanciati in sperticate lodi (di solito per bocca dei famigerati otaku, i super appassionati di anime e manga), critiche entusiaste e paragoni frettolosi con il sovrano incontrastato del genere, Miyazaki appunto. «È un paragone generalmente accettato», ci dice Koichiro Ito da Tokyo, «ma non significa che corrisponda al vero o coincida con ciò che penso io». Di certo, nessuno si sarebbe aspettato tanto da un giovanotto che nel lontano 2002 era un perfetto sconosciuto ma intanto posava sul mensile specializzato “Animage” in compagnia di un mito vivente degli anime, Yoshiyuki Tomino, l’inventore di Gundam. «Sì, ma in quel momento Makoto non era ancora regista», continua Ito, «si stava facendo le ossa come scrittore e l’animazione era decisamente un’altra cosa rispetto a oggi. Io l’ho conosciuto nell’inverno del 2003, credo subito dopo la realizzazione del cortometraggio Kumo no Mukou (Attraverso le nuvole)». È Ito l’uomo dietro le quinte, un uomo di poche pretese e piuttosto pratico, come gran parte dei suoi connazionali: «La parte migliore del mio lavoro di produttore? Non ce n’è davvero una. Mi basta trovare un ambiente di lavoro confortevole per Shinkai e, soprattutto, riuscire a rientrare delle spese con i film».

I motivi di un fenomeno, anche in Italia

Prima ancora del grande pubblico, il successo di Your Name. ha travolto il regista Shinkai e tutto lo staff di CoMix Wave, la casa di produzione che sta dietro i suoi lavori dal 2004 (ma non solo, ha prodotto film interamente in digitale come Planzet e alcuni videogame). Koichiro Ito ha una teoria soft in merito: «Penso che il successo del film sia una sovrapposizione di circostanze. Da un lato ci sono i fan di vecchia data che attendono ogni nuovo lavoro di Shinkai. Dall’altro si è manifestato un raddoppio inaspettato, calamitando l’attenzione e l’interesse di numerosi nuovi appassionati che non lo conoscevano. Il ritiro dalle scene di Miyazaki, credo, non abbia influito per niente: d’altronde si è scoperto di recente che non è più un vero ritiro. Your Name. mette in evidenza le migliori qualità di Shinkai. Coloro che vanno a vedere il film si perdono in un mix straordinario di parole e immagini impresse sullo schermo. È un’opera di genuino divertimento e la storia è realmente perfetta, forse la maggiore attrattiva per il pubblico». Il film dei miracoli? «Non lo so, ma intanto siamo riusciti a portarlo in Gran Bretagna e perfino in Italia». E in Italia il successo è stato davvero sorprendente: in appena tre giorni di programmazione la pellicola distribuita da Nexo Digital ha guadagnato oltre 541 mila euro. Niente male per un anime. A tal punto da ritornare in sala a più riprese, il 31 gennaio e il primo febbraio, il 9 e il 10 febbraio e il giorno degli innamorati. Una data ad hoc vista la storia d’amore del film.

Gli altri cult in arrivo

Si intitola Kono Sekai no Katasumi ni (In questo angolo di mondo) ed è un piccolo film di animazione diretto da Sunao Katabuchi che ha fatto parlare di sé. Distribuito lo scorso 12 novembre in appena 63 schermi in tutto il Giappone, il film parla di postumi della guerra con il fungo di Hiroshima visibile in lontananza, parla di rinascita, di famiglia e nel giro di poche settimane ha racimolato la bellezza di 1 miliardo di yen (circa 8,15 milioni di euro). Un ragguardevole traguardo per un lavoro che è partito in sordina, lavorazione annunciata nel 2009, e ha coraggiosamente tirato avanti grazie anche al crownfunding. Perfino ora i produttori continuano a invitare i sostenitori a contribuire per riuscire a presentare Kono Sekai no Katasumi ni all’estero.

Tratto da un toccante fumetto di Fumiyo Kono, che l’ha disegnato custodendo a lungo i racconti e i ricordi di guerra della nonna, il film è un inno all’amore e alla poesia che suscitano le immagini dai colori tenui. Come se fosse un acquerello. Un’opera diametralmente opposta a Your Name., se si considera che alle sue spalle c’è quella vecchia guardia dell’animazione ancora incapace di affermarsi come dovrebbe nel cuore del grande pubblico. Alludiamo al regista Katabuchi, antico collaboratore dello stesso Miyazaki che dal 2001 tenta di imporsi come autore. Il produttore della pellicola è invece Masao Maruyama e fa parte del business fin da principio, avendo collaborato con Tezuka ai tempi di Mushi Production e scritto in seguito una consistente pagina della storia degli anime. Tradizionale anche il sottofondo del film: Katabuchi ha voluto narrare e rappresentare le sfumature della vita normale, in circostanze drammatiche come la guerra. Nulla di nuovo all’orizzonte. Eppure, per una volta, i sentimenti sono tornati prepotentemente di moda. Alla faccia degli otaku e delle loro monotematiche manie.

Mario A. Rumor

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