Francis Ford Coppola al TFF: «Ecco la vera storia de Il padrino»

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Una serata di rara bellezza, che ha offerto, nello scenario del Teatro Antico, uno di quei momenti che nei festival di tutto il mondo si contano sulle dita di una mano e in cui la magia del grande cinema avvolge i presenti, ha segnato l’inaugurazione del 68mo Taormina Film Fest. L’ incantesimo si deve a Francis Ford Coppola, a cui la serata era dedicata in occasione dei 50 anni de Il padrino, il film da cui è nata la leggenda del regista e sceneggiatore di Detroit, vincitore di 6 Oscar e unanimemente considerato uno dei più grandi cineasti di sempre. Coppola, 83 anni, un’andatura traballante e la vitalità di un ventenne, ha deciso di non limitarsi ad onorare il protocollo, e ha condiviso con il pubblico del Tff un diluvio di ricordi inediti legati a Il Padrino, una parte del quale fu girata proprio nei dintorni di Taormina, tra Savoca, Fiumefreddo e Forza d’Agro’. 

“Fui chiamato a girare il film – ha detto, – dopo il ‘no’ di molti grandi registi. All’epoca i film di gangster non facevano grandi incassi. E Il padrino doveva essere un piccolo film. Avevo 29 anni, pochi soldi, nessun potere. Erano convinti di potermi imporre qualsiasi scelta, ma studiando all’Università avevo imparato alcuni trucchi per neutralizzare il potere dei grandi professori e ottenere ciò che volevo”. 

Lo scenario che si presentava a Coppola, in effetti, non sembrava ideale: “Avevano scelto me anche perché avevo un cognome italiano: ‘così, se gli italiani si arrabbiano per il quadro che ne faremo – si dissero – potranno prendersela con uno di loro’”. E non era finita li: “Non volevano ambientare il film negli anni ’50, bensì nei ’70, per risparmiare su auto, vestiti, arredi. E volevano girare non a New York, ma a St Louis, sempre per risparmiare! E poi non gli piacevano gli attori che volevo scegliere, da Brando, uno degli uomini più interessanti che io abbia incontrato, ad Al Pacino, a tutti gli altri”. 

Coppola ha continuato il suo racconto in un teatro Antico che ormai pendeva dalle sue labbra, punteggiando con applausi e scoppi di risa le sue parole, dopo avergli tributato una standing ovation iniziale e travolgendo con la sua schiettezza e la voglia di raccontarsi anche la giornata di ordinari dispetti tra testate, embarghi ed esclusioni imposti nel nome di pseudo esclusive che i racconti del grande regista sul palco del Teatro Antico hanno reso immediatamente “scadute”: “Insomma, miei cari – ha detto –  ero infelice, avevo due figli e il terzo, Sofia, in arrivo, tanto che quando nacque la usai per la scena del battesimo del primogenito di Michael Corleone. Aspettavo ogni giorno che venissero a licenziarmi, ma continuavo a lottare per fare come credevo fosse giusto. Avevo anche convinto i produttori che fosse necessario venire a girare in Sicilia, perché il film era ‘cupo, grigio, e sull’isola avremmo potuto trovare un po’ di sole con cui illuminarlo”. Invece, “per giorni il cielo siciliano fu nuvoloso, e ingannammo il tempo tra granite e giri in questi luoghi bellissimi. Ero uno sconosciuto, eppure tutti mi trattarono con affetto, disponibilità, amicizia. Non l’ho dimenticato. Per questo sono qui oggi. In tutta l’operazione Padrino, fu quello il mio periodo felice”. 

Anche per le musiche di quel film fantastico, non tutto filò liscio: “Chiesi al grande Nino Rota, di cui ammiravo le colonne sonore create per Federico Fellini, di trovare qualcosa di più profondamente siciliano per il tema centrale. Alla fine mi venne a prendere all’aeroporto e mi consegnò il celebre Love Theme, a cui il film deve moltissimo”. 

Persino quando il film fu ultimato, Coppola non credeva nel suo successo: “Mi ritrovai senza una lira, a riscrivere la sceneggiatura del Grande Gatsby in sole due settimane. Capirete: i figli erano diventati tre! Fu mia moglie ad avvertirmi di cosa stava succedendo a New York: ‘la fila per vedere il tuo film fa il giro dell’isolato in cui si trova il cinema, stanno stampando altre copie, sono tutti impazziti’”. 

Prima di salutare il pubblico, e ricevere dal sindaco di Savoca le chiavi della città (“che bello, non mi era mai capitato prima”) e dai tre direttori del Tff il Taormina Awards, Alessandra De Luca, Francesco Alò e Federico Pontiggia.

Coppola ha lasciato un’ultima perla al pubblico: “Ricordate che le immagini che vedete su quello schermo sono solo ombre. A trasformarle in qualcosa che conta per voi sono le emozioni che vi suscitano. Il cinema siete voi, non noi”.  Una nuova standing ovation ha accompagnato la sua discesa dal palco, mentre sullo schermo del Teatro Antico iniziavano a scorrere le sequenze de Il Padrino Parte I da lui restaurate personalmente, “dopo che per la fretta di stampare copie, i produttori del film avevano quasi distrutto i negativi”.