Generazione 56k, Cristina Cappelli e Angelo Spagnoletti vincitori di Meno di Trenta | INTERVISTA

I due attori raccontano a Ciak l'esperienza vissuta con Generazione 56k e l'emozione di ricevere il premio Meno di Trenta

0

Sì è conclusa con grande successo la terza edizione del premio Meno di Trenta, l’iniziativa dedicata ai giovani artisti italiani di cinema, TV e web sotto i 30 anni, organizzata per il secondo anno consecutivo in partnership con il Festival del Cinema Città di Spello e dei Borghi Umbri – Le Professioni del Cinema”.

Presenti nella città umbra a ritirare il premio dedicato alla serialità televisiva, Cristina Cappelli Angelo Spagnoletti sono stati premiati rispettivamente come Migliore Attrice e Miglior Attore per Generazione 56k, la serie basata su un’idea originale di Francesco Ebbasta e da lui co-diretta insieme a Alessio Maria Federici (leggi qua la nostra intervista ai due registi) e uscita su Netflix il 1 luglio 2021.

Ecco cosa ci hanno raccontato Angelo e Cristina al Festival di Spello:

«Ricevere un premio è sempre gratificante, ti fa capire che abbiamo lavorato bene e che siamo riusciti ad arrivare nel cuore delle persone. Ai giovani attori come noi suggeriamo di crederci sempre, di non smettere mai di studiare, perché il nostro è un lavoro in cui si è sempre ‘precari’ e bisogna volerlo veramente tanto». 

Riguardo la loro complicità e la loro esperienza in Generazione 56k:

Cristina: «Ci siamo incontrati ai casting e fin da subito ci siamo trovati a lavorare molto bene insieme. C’è stata immediatamente sintonia e tanto ascolto».

Angelo: «Abbiamo fatto due provini subito dopo il primo lockdown, dunque avevamo tantissima fame e voglia di far parte di un progetto grande. Io e Cristina ci siamo trovati nella stessa fase della vita». 

Cristina: «Credo che uno dei punti di forza della serie sia proprio l’alchimia e l’amicizia che si è creata tra tutti i membri del cast. Siamo stati fortunati nel trovare un gruppo di persone molto professionali, tra le quali c’era tanta stima reciproca». 

Guarda l’intervista completa nel video qua di seguito:

Motivazioni premio

Cristina Cappelli il premio Meno di Trenta come miglior attrice in una serie TV per averci regalato, con genuina ed efficace semplicità, il ritratto contemporaneo di una donna forte, ma allo stesso tempo vulnerabile, alle prese con dubbi e paure che sono specchio di una generazione. Abile nell’alternare, con la complicità del collega Angelo Spagnoletti, momenti comici a momenti più drammatici, Cristina è riuscita a superare in scioltezza la sua prima grande sfida in un ruolo da co-protagonista, dimostrando una maturità ed un talento che ci auguriamo le possano regalare un futuro promettente nel panorama cinematografico e seriale italiano.

A Angelo Spagnoletti il Premio Meno di Trenta come miglior attore in una serie TV per aver tratteggiato un ragazzo, Daniel, che poteva risultare il solito protagonista per il quale si fa fatica tifare, ma che invece ha saputo dimostrarsi un ragazzo onesto, divertente e sincero con cui potersi immedesimare. In lui sono racchiuse le speranze di una generazione di mezzo, quella dei trentenni, che guarda con nostalgia al passato e un po’ di paura al futuro. Il merito di Angelo è anche quello di aver saputo trovare una chimica perfetta con gli altri personaggi, in primis con la co-protagonista Cristina Cappelli, aiutandoli a brillare e a non farli diventare preda dell’ombra di Daniel.

Generazione 56k, trama

La serie vede al centro della storia Daniel (Spagnoletti) e Matilda (Cappelli), che si conoscono da giovanissimi e s’innamorano da adulti, e che, insieme agli amici di sempre, Luca e Sandro, sono il simbolo della Generazione del Modem 56K. Daniel e Matilda vivono una relazione che rivoluzionerà il loro mondo e li costringerà a fare i conti con il passato e quella parte più pura e vera di se stessi che, in modi opposti, hanno dimenticato. Tutti gli episodi della serie intrecciano costantemente due linee temporali, due punti di vista, due fasi della stessa storia d’amore e di amicizia che parte nel 1998 e continua fino ai giorni nostri.

LEGGI ANCHE: Generazione 56k, intervista a Cristina Cappelli e Angelo Spagnoletti