Harvey Weinstein condannato a 16 anni di prigione

L'ex produttore è stato condannato anche nel secondo processo di cui era imputato, quello nello stato della California

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Harvey Weinstein

Harvey Weinstein è stato condannato a 16 anni di reclusione. La sentenza è stata pronunciata a Los Angeles la mattina di giovedì 23 febbraio, due mesi dopo il verdetto della giuria che condannava l’ex tycoon della Miramax e della The Weinstein Company per tre capi d’accusa per stupro e violenza sessuale.

Questa condanna si somma a quella per 23 anni inflittagli nel processo per simili capi d’accusa nello stato di New York nel 2020.

Tutte e tre le accuse per cui Weinstein è stato condannato si basavano sui capi d’accusa relativi alla testimonianza della vittima, per motivi di privacy indicata come Jane Doe n. 1, una modella europea che ha accusato Weinstein di averla violentata al Mr. C Hotel dopo una serata del L.A. Italia Film Festival nel 2013.

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Gli avvocati di Weinstein hanno dichiarato che il loro assistito ha avuto un processo, e quindi anche una condanna, ingiusto, dato che la corte avrebbe impedito alla difesa di presentare prove e argomentazioni rilevanti, in particolare relative proprio all’accusatrice.

Il suo pool di avvocati guidati da Mark Werksman e Alan Jackson in ogni caso non si arrende. La richiesta per un nuovo processo con una giuria era stata inoltrata a gennaio, ma respinta dal giudice di Los Angeles proprio al momento della lettura della sentenza. Al contrario a New York, la Corte d’Appello ha accordato un’udienza per ascoltare le ragioni della richiesta d’appello per annullare la sentenza del 2020.

Nel processo lampo di Los Angeles, durato appena tre mesi, dall’ottobre al dicembre 2022, i pubblici ministeri hanno sostenuto che Weinstein era un predatore che usava il suo potere per adescare e aggredire le donne nelle stanze d’albergo con la scusa di un incontro d’affari o di un’audizione. Weinstein si è difeso affermando che le donne si impegnavano volontariamente in “sesso transazionale” vista la grande influenza di Weinstein nell’industria cinematografica.

Inizialmente Harvey Weinstein ha dovuto affrontare 11 accuse a Los Angeles, ma quattro accuse, tutte relative a Jane Doe n. 5, sono state archiviate nel corso del processo, per cui la giuria ha deliberato su sette accuse prima di dichiararlo colpevole per tre di esse. I 12 giurati hanno raggiunto un verdetto complesso in cui non sono riusciti a raggiungere una decisione unanime su tutti e sette i capi d’accusa, condannandolo per i tre capi d’accusa relativi alla Jane Doe n. 1 e assolvendolo dall’accusa di violenza sessuale nei confronti di una massaggiatrice, identificata come la Jane Doe n. 3.

Si sono divisi sui capi d’accusa che riguardavano Jane Doe n. 5, archiviati nel corso del processo. I giurati si sono invece divisi sulle accuse riguardanti altre due accusatrici, l’aspirante attrice e sceneggiatrice Lauren Young, nota come Jane Doe #2, e Jennifer Siebel Newsom, che era Jane Doe#4. Durante le loro deliberazioni, i giurati hanno votato a favore di una condanna per tutti i capi d’accusa in sospeso. Il giudice ha dichiarato nullo il processo per questi tre capi d’accusa, ma il tribunale non ha ancora indicato se saranno nuovamente processati.

Weinstein è stato accusato da più di 100 donne che si sono fatte avanti pubblicamente con accuse di violenza sessuale, abusi e molestie che hanno attraversato decenni. La sua monumentale caduta è stata la miccia che ha innescato il #MeToo nel 2017, e la storia delle sue sopravvissute che si sono fatte avanti ha ispirato il film She Said.

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Harvey Weinstein ha sempre sostenuto la sua innocenza negando ogni accusa, e il suo team legale ha ripetutamente affermato che il suo cliente è stato ingiustamente dipinto come  l’uomo immagine del movimento #MeToo.