Home Education, la recensione del folk horror italiano

Ci sono anche Julia Ormond e Lydia Page nell'esordio di Andrea Niada

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Home Education - le regole del male

Il “delirio di una mente isolata” al centro dell’interessante film d’esordio di Andrea Niada prodotto da Warner Bros., che lo distribuisce in Italia dal 30 novembre. Definito un “horror psicologico”, Home Education – Le regole del male si avvale di un cast di livello internazionale, nel quale Julia Ormond (Vento di Passioni) e Lydia Page (Blue Jean) sono affiancate dal nostro Rocco Fasano (SKAM Italia).

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IL FATTO

Rachel (Lydia Page) è un’adolescente cresciuta in una casa spersa nei boschi, costruita secondo i principi del culto del quale la sua famiglia è seguace. Alla morte del padre Philip, l’oppressiva madre Carol (Julia Ormond) costringe la figlia a vivere senza avere contatti con il mondo esterno, ad eccezione di alcune brevi incursioni nel bosco circostante, in attesa e nella convinzione che il corpo senza vita del genitore possa rianimarsi. Ma se dentro la casa tutto scorre secondo le rigide regole di Carol, fuori la sparizione di Philip è stata notata ed ecco che nella folle tranquillità di quella casa si palesa Dan (Rocco Fasano), un ragazzo che gradualmente stringe amicizia con Rachel e che inizia ad apparire una minaccia per la donna.

Home Education - le regole del male

L’OPINIONE

Siamo a pieno titolo nel genere del tanto in voga cosiddetto “Folk horror” in questa interessante operazione a basso costo, un esordio italiano di genere che riesce a portare sullo schermo qualche nuova idea, anche facendo della povertà di mezzi uno strumento, creativo, scenografico (esaltato da arredamenti e carte da parati volutamente terribili) e persino di tensione, sicuramente di atmosfera. Ma con i mezzi ridotti vengono anche alcune forzature che finiscono per indebolire la costruzione, soprattutto a livello di narrativa.

C’è un intelligente utilizzo del sonoro, dell’alternanza tra silenzi e i versi della natura, tutti suoni ben studiati che sì danno un senso di inquietudine, ma pur a loro modo disturbanti non riescono a trasmettere ansia. In realtà si avverte un senso di oppressione, che è anche sociale, per cui quella ristrettezza che dicevamo, le scenografie, i pochi attori in scena, le location essenziali, diventano elementi ben sfruttati a costruire un contesto di limitatezza, più che di miseria vera e propria.

Detto dello humor relativo alle scelte musicali del giovane figlio del macellaio del paese (Dan o Daniele, tanto per aumentare la confusione di un film esplicitamente italiano nel quale i protagonisti han tutti nomi stranieri), innamorato della canzone “Carne fresca” dei Karnefici, che evidenzia un certo gusto nella costruzione dei personaggi – in senso lato, vista l’importanza dell’elemento animale, vivo o morto che sia – la Home Education del titolo è quella che viene impartita dalla madre, allegoria dell’ossessivo affidarsi a regole, a comandamenti in contraddizione con le normali esigenze in questo caso di una ragazzina, forse eccessiva nel suo giocare sulle espressioni, spaesata e fuori dal mondo, certo priva di mezzi per decifrare le situazioni in cui si trova ed eventuali pericoli, in primis del contesto familiare in cui la madre la costringe, e il padre prima di lei.

Regole che di maligno han poco, diabolicamente inteso, ma che costituiscono un complesso di credenze che dall’ignoranza – dilagante – nascono. Una tendenza che sarebbe interessante vedere quanto il pubblico possa essere in grado di riconoscere… di riconoscersi. Insieme a quel che sembra un ammiccamento a un “sottosopra”, un aldilà che rimanda tanto a moderni fanta-horror televisivi, nei quali in verità manca un colpo di scena come quello del finale, uno sfoggio di violenza inattesa che in qualche maniera offre un ribaltamento dell’immagine della final girl cui siamo abituati.

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Inevitabile pensare alla Kathy Bates di Misery non deve morire nel vedere la madre interpretata da Julia Ormond, ma per quanto anche l’ambientazione calabrese-horror possa far ricordare il pregevole A Classic Horror Story su Netflix siamo forse più dalle parti del The VVitch dell’allora esordiente Robert Eggers.

 

Il trailer di Home Education – Le regole del male

RASSEGNA PANORAMICA
VOTO
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