Il coraggio di Blanche, la recensione del film sull’amore tossico con Virginie Efira

Dal 2 maggio al cinema

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Virginie Efira, Il coraggio di Blanche

Il coraggio di Blanche è il thriller psicologico con Virginie Efira che affronta, con una narrazione avvincente, l’amore tossico all’interno di un matrimonio apparentante appassionato. Diretto da Valérie Donzelli e da lei scritto con Audrey Diwan, il film è interpretato da Efira con Melvil Poupaud, al cinema dal 2 maggio con Movies Inspired.

IL FATTO

Blanche (Efira) è un’insegnante, un giorno incontra un suo vecchio compagno di liceo, Grégoire Lamoureux (Poupaud), diventato un uomo affascinante che le fa una corte struggente. I due, presi da una passione trascinante, nell’arco di pochi mesi si sposano. Grégorie porta Blanche a vivere lontano dall’affetto di sua madre e di sua sorella gemella, che non vede di buon occhio la loro relazione. La coppia ha due figli, ma, quando Blanche decide di riprendere a lavorare, Grégorie comincia a stringerla in una morsa sempre più opprimente e ossessiva.

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L’OPINIONE

Rabbia, gelosia, paura, possesso, ma non amore, sono i sentimenti che pervadono Grégorie, interpretato da Melvil Poupaud, ne Il coraggio di Blanche, la cui ossessione verso sua moglie è descritta in un crescendo prima sommesso, latente, apparentemente innocente e poi via via sempre più manifesto e letale.

Valérie Donzelli (Marguerite e Julien – La leggenda degli amanti impossibili, 2015), supportata alla sceneggiatura da Audrey Diwan (Leone d’oro nel 2021 per La scelta di Anne – L’événement), costruisce una narrazione in crescendo equilibrata e avvincente, che restituisce la dinamica di una relazione tossica con grande realismo, senza togliere nulla al gusto narrativo.

Virginie Efira, abbandonata la veste frizzante delle prime commedie, da 20 anni di meno (2013) a Un amore all’altezza (2016), si cala con intensità nel ruolo drammatico e complesso di una donna brillante, professionista, madre, innamorata della vita e di un uomo affascinante, che si rivela però pericoloso.

Il coraggio di Blanche, presentato al 76° Festival di Cannes e vincitore del César per la miglior sceneggiatura non originale, è l’adattamento del romanzo di Éric Reinhardt “L’amore e le foreste”. “Il libro mi è piaciuto tantissimo, ma mi ha veramente sconvolta, perché racconta per filo e per segno i meccanismi di controllo di quella che poi diventa vera e propria violenza coniugale”, ha spiegato Efira a Ciak.

Pregevole è il modo con cui Donzelli e Diwan costruiscono la relazione tra Blanche e Grégorie, all’apparenza persino travolgente dal punto di vista passionale, che si trasforma però in una trappola sempre più opprimente per la donna, senza quasi che lei abbia il tempo di rendersene conto, in una condizione di sottomissione assoluta verso il marito.

“Girare le scene più violente – spiega l’attrice – è stato duro, erano lunghe e difficili, era come trovarsi in un tunnel degli orrori, ma fortunatamente con Melvil c’è un bellissimo rapporto e mi è stato d’aiuto soprattutto tra una ripresa e l’altra. Anche con la regista c’era forte intesa e la storia è stata parte di me”.

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Dall’aspetto ancora più thriller A letto con il nemico (1991) di Joseph Ruben, in cui Julia Roberts interpreta una donna vessata dalle ossessioni e dalla violenza del marito.

RASSEGNA PANORAMICA
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