Mainetti: “I soldi di Jeeg Robot li ho reinvestiti in Freaks Out, andate al cinema e salvatemi la vita”

Gabriele Mainetti ci ricorda quanto sia importante il cinema degli ultimi.

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All’ottavo giorno della Festa del Cinema di Roma 2020, l’ospite più atteso è stato Gabriele Mainetti, che proprio li alla Festa nel 2015 presentò il suo film rivelazione Lo chiamavano Jeeg Robot. Il regista e sceneggiatore romano ha incontrato il pubblico all’Auditorium Parco della Musica presentando in anteprima alcune scene del suo nuovo film Freaks out in uscita il 16 dicembre.

Gabriele ha parlato però prima dei suoi miti, del suo modo di vedere cinema e delle complicazioni che ha trovato lungo il percorso.

La bellezza del nostro lavoro è sorprenderci ogni volta, sul set, con gli attori. Si tratta di un viaggio collettivo, non credo che la mente umana possa disegnare tutto prima, le cose nascono nel momento, condivise con gli altri. Ed è bello scegliere i compagni che aiutino a formare la tua visione e ogni giorno ti stupiscano

Parlando poi dei suoi tre registi preferiti (Monicelli, Leone e Spielberg) dichiara:

Monicelli ama giocare con il cinema, e Brancaleone è una delle sue meraviglie. C’è una ricerca meravigliosa di costume, si va quasi vicino alla Commedia dell’Arte, e chi veste è il distinto, austero, Vittorio Gassman, che così crea una maschera piena. Monicelli lo identifichiamo come il Re della Commedia all’italiana: lui approcciava con una leggerezza ricca, uno sguardo colto

Sergio Leone non si è mai scoraggiato, ha fatto il grande salto lavorando oltreoceano, esportando la sua visione, senza aver mai aver avuto paura di farlo. Aveva la capacità di portare la romanità nel western internazionale. Ed era come se fosse difficile accorgersi della sua visione politica: raccontava la storia degli ultimi, piuttosto che dei grandi

“(emozionandosi dopo la clip mostrata del finale di E.T.) Amo Spielberg perché racconta spesso la storia che non è riuscito a superare da quando è ragazzo, quella della separazione dei suoi genitori. Il mio sogno è sempre stato fare un cinema come quello di Spielberg, che è il mio regista preferito in assoluto per tanti motivi. Se lo faccio in uno spazio come il mio, che magari è addirittura “regionale”, devo renderlo credibile. Non perché i registi italiani non abbiano frequentato il fantastico, ma perché i personaggi, come in Lo chiamavano Jeeg Robot, devono portarti a sospendere l’incredulità. Il pubblico deve dire: io ci credo.”

Conludendo poi sul suo film in arrivo Freaks Out che vede nel cast Pietro Castellitto, Claudio Santamaria, Aurora Giovinazzo, Giancarlo Martini e Giorgio Tirabassi.

Lancio un appello: mi hanno sempre detto che un produttore bravo non deve mettere mai i soldi di tasca propria, figuriamoci un regista. Ecco, diciamo che non sono mai riuscito a seguire questo insegnamento. Tutto quello che ho guadagnato con Jeeg Robot, l’ho messo in Freaks Out, anche quello che non ho. Quindi andate al cinema e salvatemi la vita»