Massimiliano Bruno: “Vi racconto il mio Ritorno al crimine”

Da stasera su Sky Cinema il secondo capitolo della saga comedy anni '80.

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Ritorno al Crimine Massimiliano Bruno
Ritorno al Crimine Massimiliano Bruno

Dal 12 luglio su Sky Cinema è disponibile Ritorno al crimine, secondo capitolo della (esilarante) saga comedy ambientata negli anni ’80 che, tra sparatorie, equivoci e salti temporali, racconta di uno scalcinato gruppo di amici. Questi sono interpretati da Marco Giallini, Alessandro Gassman e Gianmarco Tognazzi, e dal loro sodale Max Bruno (anche regista del film), che nel corso di un tour improvvisato “sui luoghi della Banda della Magliana”, creato per sbarcare il lunario, si ritrovano in viaggio nel tempo proprio nell’Italia degli anni ’80, facendo di nuovo i conti con il boss Renatino, interpretato da Edoardo Leo e con altri personaggi dell’epoca, a cui prestano il volto, tra gli altri, Giulia Bevilacqua, Loretta Goggi e uno strepitoso Claudio Buccirosso, con anche un cameo di Ninetto Davoli.
Il film era atteso in sala lo scorso ottobre, ma e’ stato più volte bloccato dalla pandemia. Nel frattempo, Bruno ha già ultimato le riprese del terzo capitolo. Lo abbiamo intervistato.

Ritorno al Crimine in prima assoluta su Sky Cinema e NOW

Ritorno al crimine sembra avere una forza tale da resistere alle… intemperie, come la pandemia. Sembra più ricco e addirittura più felice del primo. Che effetto fa sapere che finalmente la gente lo vedrà?
Sono molto contento, anche se, è ovvio, non mi nascondo dietro un dito, per un regista vedere 450 persone in una sala cinematografica che ridono, si sbellicano, si emozionano e si divertono, è un’emozione grande, ma avendo io girato già il terzo che è in uscita al cinema in questa stagione, abbiamo optato per la soluzione di uscire con Sky Original, figlia di questo periodo straordinario, e quindi dovrò abituarmi a qualcosa a cui non sono abituato, cioè a leggere sulla rete, su internet, su Instagram, su Facebook o nei messaggini di Whatsapp, l’eventuale gradimento del pubblico, che non posso testare con mano. Pensa che al mio primo film, Nessuno mi può giudicare, ormai 10 anni fa, mi facevo il giro delle sale d’Italia e pensavo: «Non ci credo che la gente si sta sbellicando per questa cosa qui». Allora il mio sceneggiatore era Edoardo Falcone che adesso è un regista bravissimo di commedie, andavamo con lui – siamo amici fraterni – in giro per le sale in incognito. Tanto non ci conosceva nessuno. Un giorno lo chiamo e gli dico: «Senti un po’, ho chiamato al cinema a Viterbo, c’è la multisala piena, ti va di andare a Viterbo a vedere il film?», e lui: «Annamo, annamo»… tutta la gente che rideva. Insomma sono sensazioni fantastiche, per me che ho scritto le battute e diretto gli attori. Stavolta non potrò godermele, però allo stesso tempo sono orgoglioso di essere rientrato nella famiglia di Sky, comunque è qualcosa di prestigioso… chi va su Sky ha un biglietto da visita straordinario, spero che il pubblico possa vedere in massa il film anche perché riteniamo di aver fatto un ottimo lavoro. Di solito i sequel possono lasciare delusi, invece questo è un film che io non ho paura a dire che mi è venuto meglio del primo.

Ritorno al Crimine, le foto del film in uscita su Sky [GALLERY]

È un film felice, dalle scelte anche registiche eleganti. Sembra un film di 40-50 anni fa, per certi aspetti.
È vero, è un richiamo vintage, volevo fare un film divertente, spensierato, anche se ci sono, se non sbaglio, credo 49 o 50 morti! Ho provato a ispirarmi alle atmosfere dei film di genere italiani degli anni ’70, completamente diversi da quelli statunitensi, e però mi sono anche rifatto al divertimento che c’è in qualche film di Quentin Tarantino dove ci si diverte a veder uccidere un sacco di gente.

E’ anche un film corale, con tanti attori che sono star, quindi non deve essere stato semplice realizzarlo. Ad esempio, quanto è stato difficile convincere Gassmann a essere concupito dalla procace gestrice della trattoria?
Viviana Cangiano, attrice e cantante napoletana straordinaria, quando ha letto la sceneggiatura, mi ha detto: «Oddio, e quindi debbo fare l’amore con Gassmann?», era super eccitata. Alessandro, che è un grande professionista, mi ha detto: «Anche quest’anno mi immolo per la causa». Lo sa che gli preparo cose per lui difficilissime. In Gli ultimi saranno ultimi, a lui, romanista sfegatato, ho fatto fare il laziale che citava a memoria la formazione della Lazio dello scudetto del ’74. Non li vuole fare più i film con me, dice: «Basta, Massimiliano mi mette troppo in mezzo».

Non ci resta che il crimine, il cast incontra Antonio Cabrini e Marco Tardelli

E invece siete sempre insieme. L’impressione è che quando fai l’attore tu ti metta al loro servizio. Quanto ti diverti a farlo ancora?
Sì, mi diverto. In alcuni miei film, come Gli ultimi saranno ultimi, non mi ci vedevo, perché ho sempre fatto l’attore di commedia, e quella non lo era. Negli altri casi caso mi piace mettermi al servizio del film, magari interpretando i personaggi meno simpatici. In questo caso mi sono ritagliato il ruolo di Gianfranco perché obiettivamente era divertente, era uno della banda ma che mi permettesse poi di fare un film rocambolesco, per esempio, la scena finale, quella della sparatoria, l’abbiamo girata in una settimana ed è fortissimo quando ci reciti pure dentro. Ma a dire la verità, altre volte mi sono ritrovato a far l’attore nei miei film qualche attore aveva dato buca all’ultimo momento.