Shark 2, tre sono meglio di uno

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C’è stato da aspettare un po’ più del previsto, ma alla fine Shark 2, o The Meg se preferite il vezzeggiativo, è arrivato.

Il primo film, diretto dall’esperto Jon Turtletaub, è stato un clamoroso successo da oltre 530 milioni di dollari d’incasso in tutto il mondo nel 2018. Merito del mix tra la spettacolarità di un monster movie e il tono comedy e guascone che solo un attore come Jason Statham, capace di unire la fisicità dell’action a un grande dose di ironia, poteva dare.

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Lo conferma anche il produttore Lorenzo Di Bonaventura, uno che di film larger than life se ne intende, avendo messo la firma su tutta la serie dei Transformers. «Nel primo film gli abbiamo fatto prendere a pugni uno squalo gigante, questa volta abbiamo trovato la maniera di farglielo prendere a calci» ci ha detto Di Bonaventura, che ha naturalmente le idee molto chiare sul franchise.

«Per fare un film come questo bisogna tornare bambini e divertirsi, alla fine stiamo parlando di uno squalo gigante, la prima cosa che devi fare è pensare a tutte le maniere in cui può mangiare qualcuno senza mai prenderti sul serio.

È il modo per essere onesti e sinceri con il pubblico. E quando fai un sequel di un film come The Meg bisogna trovare il giusto equilibrio tra nuova esperienza e fedeltà all’originale, che è la ragione per cui gli spettatori tornano al cinema».

Quindi la maniera migliore è fare tutto più grande, triplicando gli squali, il pericolo e il divertimento.

Anche Shark 2 è tratto da uno dei romanzi della “Meg Saga” creata da Steve Alten, il secondo per l’esattezza, edito in Italia da Mondadori con il titolo Meg. Minaccia dagli abissi.

La trama è basica: Jonas Taylor (Statham) è tornato a esplorare gli abissi oceanici con una spedizione scientifica, ma la missione viene messa in pericolo da una squadra di trivellatori il cui intervento finirà con lo svegliare un’intera famiglia di megalodonti. E sarà Taylor a dover risolvere la situazione prima che il numero delle vittime diventi troppo alto.

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Dietro la macchina da presa c’è Ben Wheatley, cineasta britannico diventato di culto grazie alla commedia nera Killer in viaggio (2012). Gli ci è voluto un po’ per mettere le mani sul progetto, e ci ha spiegato il perché lui stesso.

«Era l’ottobre del 2020 quando ho accettato la regia del film, ma ci è voluto più di un anno prima di iniziare davvero a lavorarci sopra a causa del Covid, e a posteriori posso dire che sia stato un bene, perché ho avuto il tempo di preparare tutto con calma e precisione».

Regista molto indie, Wheatley per la prima volta si è confrontato con un film dal budget altissimo (130 milioni e più) e con molti effetti speciali.

«Ero un po’ nervoso, anche perché quando lavori con gli effetti visivi possono passare mesi prima di vedere la scena conclusa, e fino a quel momento non sai se hai fatto un buon lavoro o meno. Ma ho preparato degli storyboard molto precisi, anche perché la cosa che mi premeva di più era non fare cose che poi non avremmo utilizzato. Non mi piace buttare i soldi, quindi non c’è stato niente di quello che abbiamo fatto che non si veda poi nel film».

Idee chiare, quindi, come accade di solito a cineasti abituati a lavorare con pochi soldi, anche se Wheatley ha avuto la possibilità di dirigere attori come Tom Hiddleston, Sienna Miller e Jeremy Irons (in High Rise) e Cillian Murphy, Brie Larson e Armie Hammer (in Free Fire). E adesso Jason Statham, esperienze che gli sono state molto utili.

«A un livello così elevato sono professionisti che possono portare molto, hanno frequentato grandi set e magari in due anni hanno girato più film di quanti ne farò io in tutta la carriera. Sanno tante cose, anche a livello produttivo, ed è buffo che nella maggior parte dei casi il regista sia la persona meno esperta sul set, perché attori e tecnici lavorano sempre, mentre un regista può stare su un film per anni. Avere persone con cui confrontarsi è importantissimo. Poi tutti quanti abbiamo talvolta ragione e altre torto, ma questo è normale». Shark 2 – L’abisso è nelle sale italiane dal 3 agosto, distribuito da Warner Bros. Discovery Italia.