Strange World, la Disney pensa al futuro

Il prossimo film d’animazione della casa dalle grandi orecchie è una parabola ambientalista ricca di colori e invenzioni visive. Al cinema dal 23 novembre

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Oltre trent’anni al servizio della Disney, “ma chi li conta più ormai. Sono entrato facendo il produttore e non ho mai desiderato niente di diverso, ho realizzato il mio sogno”. Parole di Roy Conli, un Oscar vinto per Big Hero 6, che in questo caso si è sobbarcato la responsabilità di sviluppare Strange World, sessantunesimo film d’animazione dello studio che ha uno stile e una concezione visiva molto diversa dai classici a cui è il pubblico è abituato.

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Lo Strano Mondo del titolo è quello in cui viene catapultato la famiglia Clade, esploratori per tradizione e vocazione, dato che Searcher, il capofamiglia, è figlio del leggendario Jaeger, di cui da anni si sono perse le tracce. L’avventura che affronteranno insieme sarà degna di quelle a cui la Disney ci ha abituato e ne abbiamo parlato ampiamente con Roy, che Ciak ha incontrato a Londra in esclusiva, dopo avere visto in anteprima le prime immagini del film che è nelle sale dal 23 novembre.

Negli ultimi anni si è dedicato molto alla produzione dei documentari sulla natura della Disney, Strange World è un film che parla del futuro del pianeta. L’ambiente è un tema che le sta molto a cuore.

Assolutamente, è sempre stato un argomento importante. Strange World è prima di tutto una commedia ricca d’avventura e il film non ha la pretesa di insegnare qualcosa, ma l’idea di cosa possiamo lasciare ai nostri figli e alle generazioni successive c’è e viene prima di tutto da una conversazione tra uno dei due registi, Don Hall, con suo figlio. Una domanda la cui risposta è carica di responsabilità

Strange World è in produzione da quattro anni, uno e mezzo passato su unica scena, spettacolare. Come mai?

Perché è la scena più complessa del film è racchiude tutto il mondo, i colori, le caratterizzazioni che servivano per un film che è totalmente nuovo per la Disney sotto molti punti di vista. Lavorare per prima cosa su questa sequenza ci ha permesso da subito di capire in che direzione andare.

Che sia qualcosa di inedito per lo studio balza subito agli occhi: i colori, il tratto, lo stile. Una bella responsabilità per lei e per tutto il team.

Quando sei parte della Disney, sei parte di una tradizione, quello di un’azienda che ha basato la sua esistenza sul raccontare storie, le migliori possibili, in particolare attraverso l’arte dell’animazione. In Disney lavoriamo sulla storia finché non viene considerata perfetta, per questo ci vogliono anche quattro anni per sviluppare un progetto. Ma la cosa importante è che si ha questo tipo di libertà, non è una cosa che accade in molte altre parti ed è sempre stato così.

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Pinocchio è completamente diverso da Biancaneve e hanno solo due anni di differenza. Poi è arrivata La bella addormentata e l’evoluzione è continuata con La carica dei 101 e Il libro della giungla. Molti pensano “Cosa avrebbe fatto Walt?”. Ecco, Walt avrebbe voluto che ognuno facesse del suo meglio per spingersi oltre i suoi limiti e trovarne di nuovi. Strange World è stato sviluppato così.

Strange World andrà al cinema, ma ultimamente lei ha lavorato anche su Baymax, la serie animata tratta da Big Hero 6 che andrà su Disney+. Quanti sono diversi i processi produttivi?

Baymax è stata un’esperienza molto interessante, non avevo mai lavorato su un formato così particolare, episodi della durata di otto minuti e mezzo, sono rimasto abbagliato da quante cose si possono raccontare in un tempo così breve. In più potevamo usare tutto quello che già avevamo creato per il film e inserire nuovi elementi. È stato un lavoro entusiasmante e con lo stesso livello di impegno e professionalità che mettiamo in un lungometraggio.

Nel panorama dell’animazione c’è una grande competizione. Dev’essere una situazione molto stimolante.

Lo è, ma per quante opportunità ci siano non c’è altro posto in cui desideri stare diverso dalla Disney. Il nostro è uno studio con una struttura verticale, Disney e Pixar sono sotto lo stesso tetto creativo e produttivo, posso entrare in un dipartimento Disney per parlare con il mio responsabile dell’animazione e in un altro ufficio alla Pixar per discutere degli effetti visivi. È uno scambio continuo, una situazione molto diversa dall’avere una società esterna a cui sono stati appaltati elementi della produzione.

È una delle caratteristiche della Disney, d’altronde: pensare sempre al futuro dell’azienda. E il futuro di Strange World quale sarà?

Naturalmente spero che tutto il lavoro fatto in questi anni abbia un seguito e ci sono molti modi in cui lo potrebbe avere. Vediamo prima di tutto cosa ne pensa il pubblico.