Ipersonnia, la recensione del film con Stefano Accorsi

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Italia, futuro prossimo. Le vecchie carceri congestionate e violente sono un ricordo: ora i detenuti scontano la pena in Ipersonnia, un sistema che ha drasticamente ridotto il tasso di criminalità. Ma non tutto funziona come dovrebbe: un giorno David Damiani, psicologo carcerario, si trova di fronte a un detenuto aggressivo di cui sono andati persi i dati. L’imprevisto innescherà una catena di eventi che lo costringeranno a confrontarsi con i fantasmi del proprio passato. E non solo.

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Opera prima di Alberto Mascia, da un soggetto vincitore del Premio Solinas, Ipersonnia rientra in quella linea di ampliamento dei generi all’interno del cinema italiano di cui sono da alcuni anni paladini i produttori Matteo Rovere e Andrea Paris, a cui si aggiunge in questo caso Stefano Sardo, sceneggiatore che sull’argomento la sa lunga.

Dopo il peplum de Il primo re, il post apocalittico di Mondocane e lo sport movie Veloce come il vento, ecco anche la fantascienza distopica, applicata a cinema carcerario e con suggestioni che vanno dal Terry Gilliam de L’esercito delle 12 scimmie al cinema di Andrew Niccoll.

Intreccio ricco di colpi di scena, impianto visivo che fonde il presente con un freddo futuro, Ipersonnia è un coraggioso esperimento di fantascienza italiana, non privo di difetti, ma comunque da lodare per molte ragioni, a partire dal desiderio di realizzare un prodotto con ambizioni internazionali.

La presenza di una star, italiana e non solo, come Stefano Accorsi non può che aiutare, accompagnato da una lanciatissima Caterina Shulha.

RASSEGNA PANORAMICA
VOTO:
ipersonnia-la-recensione-del-film-con-stefano-accorsiItalia, 2022. Regia Alberto Mascia. Interpreti Stefano Accorsi, Caterina Shulha. Distribuzione Prime Video. Durata 1h e 42'.