La prescrizione dell’arte che cura: dal MiC il via a un nuovo approccio sistemico

Sale cinematografiche anche negli ospedali

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La fruizione dell’arte nelle sue molteplici declinazioni come risorsa da mettere a frutto per accrescere il benessere del singolo individuo o, almeno, per alleviarne le sofferenze, la creatività e la bellezza come strumenti terapeutici di supporto alle cure mediche. Questi gli obbiettivi del convegno La prescrizione dell’arte che cura: dal MiC il via ad un nuovo approccio sistemico” con esperti del mondo dell’arte e di quello medico-scientifico ed economico che si sono confrontati sulle metodologie applicate ad oggi in Italia e all’estero e sulle prospettive future.
Promuovere la cultura e l’avvicinamento alle arti non significa soltanto divulgare il sapere e accrescere la conoscenza” ha dichiarato il Sottosegretario alla Cultura la sen. Lucia Borgonzoni, alla luce dei risultati emersi dagli studi condotti dall’OMS che ha preso in esame oltre 900 pubblicazioni che certificano sostanzialmente il potere curativo dell’arte. “Dai livelli di cortisolo ai parametri di salute cardiovascolare, dallo stimolo a vincere la sedentarietà alla spinta a vivere la socialità, dimostrano  l’incidenza della fruizione dell’arte sullo stato psicofisico dei partecipanti” spiega la senatrice che ha promosso e organizzato l’evento.
Dagli Stati Uniti – dove le prime esperienze risalgono agli anni Cinquanta – all’Europa, passando dalla cosiddetta Art on Prescription praticata nel Regno Unito fino al Canada: la mappa delle esperienze che dimostrano gli effetti positivi del binomio cultura e salute tocca varie latitudini e numerose sono le iniziative testate negli ultimi anni anche in Italia, a dimostrazione della crescente sensibilità al tema e della necessità di intervenire secondo una metodologia omogenea e un approccio strutturato e normato a livello centrale.

“Se pensiamo alle ricerche che hanno dimostrato l’effetto dell’ascolto della musica, specie quella dal vivo, sui neonati prematuri ritengo che sia doveroso – continua Borgonzoni tanto più in un Paese come il nostro, che brilla per concentrazione del patrimonio culturale mondiale, avviare come Ministero una collaborazione con un’Università italiana, che porti a un’indagine dalla struttura scientifica rigorosa da cui il passaggio da casi di studio condotti a macchia di leopardo a progettualità e politiche sempre più intersettoriali – conclude il Sottosegretario alla Cultura – che portino benefici ai singoli e alla collettività”.

 

Al centro del convegno le esperienze, le testimonianze, le valutazioni e le riflessioni di sedici tra dirigenti MiC, medici e docenti universitari, economisti della cultura e professionisti del settore, anche cinematografico. “L’obbiettivo è quello di dimostrare che il cinema è una forma di terapia per i più fragili – è intervenuta Manuela Cacciamani, Amministratore Delegato di Cinecittà, che ha inserito nel  piano industriale 25/29  una missione di carattere sociale, aprire sale cinematografiche negli ospedali. “Sono già operative due grandi sale, una a Roma all’interno del Policlinico Gemelli e l’altra a Milano nell’Ospedale Niguarda dove vengono trasmessi i film in contemporanea con le uscite nei cinema esterni. Questo ha dimostrato scientificamente – conclude Cacciamani – porta grandi vantaggi sulla salute dei pazienti ricoverati“.
L’integrazione tra luoghi di cura e arte (dalla musica al cinema, dall’arte visiva ai videogiochi, dalla danza al teatro) è stata affrontata sotto diversi aspetti: c’è stato spazio per il racconto di attività, strumenti, progetti e approcci sperimentati in Italia, ma anche per approfondire evidenze e prove emerse dai casi di studio condotti nel mondo o per analizzare le cause profonde che rendono l’arte una risorsa salutogenica e insieme le motivazioni che ne fanno un utile strumento per accrescere la formazione medica e sanitaria. Si è inoltre parlato di welfare culturale e di prescrizione sociale.
“Il nostro scopo nell’immediato è quello di portare in Conferenza Stato/Regioni – ha concluso la senatrice Borgonzoni – il testo di un accordo con i musei e i parchi archeologici statali, in virtù del quale soggetti affetti da patologie neurodegenerative possano visitare gratuitamente questi siti sulla base di una specifica prescrizione medica”.