L’arte della gioia, Valeria Golino presenta a Cannes 2024 il film dal romanzo di Goliarda Sapienza: «Una storia che rompe gli archetipi»

In due parti al cinema dal 30 maggio e dal 13 giugno con Vision Distribution

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Valeria Golino e Jasmine Trinca, Cannes 2024

Dal romanzo postumo della scrittrice e attrice Goliarda Sapienza, al 77° Festival di Cannes Valeria Golino ha presentato L’arte della gioia, serie televisiva in uscita anche al cinema in due parti, la prima dal 30 maggio, la seconda dal 13 giugno con Vision Distribution e prossimamente anche su Sky Original e NOW. La serie vede protagonisti la giovane Tecla Insolia affiancata da Jasmine Trinca, Valeria Bruni Tedeschi e Guido Caprino.

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L’arte della gioia, la trama

Modesta è una bambina nata in Sicilia il primo gennaio del 1900 da una famiglia rurale molto povera. Dopo un’infanzia drammatica e disagiata, la piccola del tutto analfabeta viene accolta nel convento di suore governato da Madre Leonora (Trinca) che la prende sotto la sua ala protettrice. A seguito di una serie di tragici eventi, Modesta (Insolia) si trasferisce a vivere nella villa della Principessa Gaia Brandiforti (Bruni Tedeschi), dove si renderà indispensabile ottenendo sempre più potere nel palazzo.

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Dal romanzo alla serie

In conferenza stampa a Cannes 2024, Valeria Golino, regista e cosceneggiatrice della serie insieme a Luca Infascelli, Francesca Marciano, Valia Santella e Stefano Sardo, racconta la nascita de L’arte della Gioia. “Quando la produttrice Viola Prestieri, a cui mi lega una lunga amicizia, mi ha proposto di adattare il romanzo, non ho potuto sottrarmi all’opportunità di raccontare una storia così marcatamente moderna e coraggiosa”, dice Golino.

La regista spiega anche la difficoltà di adattare un romanzo tanto complesso e affasciante per il grande schermo. “Ho avuto con il libro un rapporto molto diverso ogni volta che l’ho ripreso in mano. La prima volta mi ha turbata la sua scabrosità, ho avuto una reazione molto emotiva di fronte a fatti e informazioni incredibili, fantasmagorici, tersi di eros, a tratti morbosi, scabrosi; mi era piaciuto, ma ero anche turbata, lo sentivo come una cosa aliena da me. L’ho letto poi una seconda volta, ma solo quando Viola mi ha detto di aver miracolosamente acquisito i diritti del libro e mi ha proposto di farne un film, l’ho riletto per la terza volta e ho compreso quanto fosse importante in questo momento storico raccogliere l’eredità di Goliarda Sapienza, straordinaria precorritrice dei tempi”.

Inizialmente L’arte della gioia, che attualmente ripercorre solo la prima delle quattro parti del libro, avrebbe dovuto essere un film, “per sei mesi – racconta ancora Golino – abbiamo cercato di concentrare tutto il ben di Dio contenuto nel libro, ma siamo quasi caduti in depressione perché non riuscivamo a trovare un significato verticale della storia. Fare un film è come scrivere una poesia e non riuscivamo a mettere tutto insieme in un unico filo centrale, avremmo perso troppe cose. Così abbiamo deciso di farne una serie, che ci consentiva di dare alla storia uno sviluppo orizzontale”.

Goliarda Sapienza

Valeria Golino, vincitrice del David di Donatello, del Nastro d’Argento, del Globo d’oro, del Ciak d’Oro e della Colpa Volpi alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, ora regista affermata dopo Miele (2013) ed Euforia (2028), entrambi selezionati nella sezione Un Certain Regard del Festival di Cannes, ricorda con affetto e un pizzico di rimpianto di aver avuto la fortuna di conoscere personalmente Goliarda Sapienza in occasione delle riprese di Storia d’amore (1985) diretto da Francesco Maselli. “All’epoca avevo 18 anni ed ero troppo piccola e distratta per capire chi fosse veramente Goliarda. È stata la mia coach sul set del film di Citto e mi ha veramente aiutata tanto nel lavoro. La ricordo come una persona speciale, ma allora non avevo ancora letto i suoi libri e non capivo che mente originale, sempre alla ricerca della bellezza, fosse la sua. Sento di aver perso un’occasione”.

Una storia al femminile che rompe gli archetipi

L’arte della gioia è certamente un film tutto al femminile, il personaggio di Tecla Insolia è protagonista assoluto della serie, ma al suo fianco ruotano anche le ottime interpretazioni di Jasmine Trinca, Valeria Bruni Tedeschi e della giovane Alma Noce. “Tutti i personaggi femminili di questo libro sono molto interessanti e complicati, fuori dagli archetipi di un libro che gioca con gli archetipi e li rompe in continuazione. Il libro di Goliarda [scritto nel 1976, ndr] va oltre la modernità, è già più avanti di noi adesso”.

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In particolare, Modesta non è certamente un personaggio edificante e Golino spiega: “Mi piaceva l’idea di poter raccontare la storia di una donna con tutti i grandi difetti che di solito si danno agli uomini, difetti che rimangono impressi, solo che Modesta è donna e di solito non se ne parla”.

In conclusione è Jasmine Trinca a svelare le sue aspettative verso L’arte della gioia: “Mi piacerebbe che le spettatrici della mia generazione e oltre potessero guardare a questa opera comprendendo che il desiderio non solo è lecito, ma è anche possibile“.