Stava cercando di lasciare Mariupol, ma un razzo è esploso molto vicino alla sua auto: così è stato ucciso il regista lituano Mantas Kvedaravicius, in Ucraina per testimoniare le violenze delle truppe russe. La corsa in ospedale, nel tentativo estremo di salvarlo, purtroppo non è servita ed è morto poco dopo l’arrivo nella struttura.
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La comunicazione è arrivata dalla agenzia di informazioni del ministero, che ha ufficializzato i report di varie fonti e media, venendo poi confermata dallo stesso presidente lituano Gitanas Nauseda, che ha ricordato il filmmaker con queste parole:
“Abbiamo perso un creatore molto noto in Lituania e nel mondo intero, che fino all’ultimo momento, nonostante il pericolo, ha lavorato nell’Ucraina occupata dalla Russia”.
While trying to leave #Mariupol, the 🇷🇺 occupiers killed Lithuanian director Mantas Kvedaravičius, who is the author of the documentary Mariupolis.
RIP #StopRussia #RussianWarCrimes pic.twitter.com/5EfZ9jEWQU— ArmyInform (@armyinformcomua) April 2, 2022
Rinomato per alcuni documentari presentati nei principali festival europei, come il Barzakh (sulla Cecenia) premiato dalla Berlinale del 2011 con l’Amnesty International Film Prize, nel 2016 Kvedaravicius aveva posto l’attenzione sull’Ucraina con il suo Mariupolis. Al centro delle riprese c’era il tentativo di vivere la quotidianità sotto la costante minaccia del conflitto tra separatisti filorussi e nazionalisti ucraini.
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Così ha commentato su facebook il regista russo Vitaly Mansky, fondatore dell’Artdocfest Arts Festival al quale aveva partecipato il lituano:
“Mantas Kvedaravicius è stato ucciso oggi a Mariupol, con una camera da presa in mano, in questa guerra di m***a del Male contro il mondo intero”.