Matt Damon è alle prese con un pasticcio. L’attore, uno dei più popolari al mondo, si è visto costretto ad aggiungere alcune dichiarazioni per chiarire meglio la sua posizione dopo l’intervista pubblicata dal Sunday Times domenica scorsa.
Damon, volto protagonista di La Ragazza di Stillwater, l’ultima fatica di Tom McCarthy presentata fuori concorso alla recente 74ª edizione del Festival di Cannes, aveva raccontato alla rivista britannica di aver smesso di usare appellativi omofobi (nello specifico la parola fr***o) qualche mese fa, in seguito ad un confronto avvenuto a tavola con una delle sue figlie. «Mesi fa ho ironizzato sulla parola e mia figlia mi ha fatto una ramanzina, lasciando il tavolo dove stavamo cenando. Ho detto: «Dai, è uno scherzo! Lo dicevo nel film “Fratelli per la pelle”. Ma lei si è chiusa in camera sua e ha scritto un lunghissimo e bellissimo trattato su come quella parola sia pericolosa. Così ho capitolato: “Ritiro quella parola. Ho capito”».
Il chiarimento
Affermazioni che si è visto costretto a integrare con una nuova dichiarazione inviata a The Hollywood Reporter, per meglio chiarire le dinamiche della conversazione con sua figlia e precisando di non aver mai usato insulti omofobi personalmente.
“Durante una recente intervista, ho ricordato una discussione avuta con mia figlia in cui ho cercato di contestualizzare per lei i progressi che sono stati fatti – anche se ancora non completati – di quando ero piccolo a Boston e, da bambino, ho sentito la parola fr***o usata per strada prima ancora di sapere a cosa si riferisse. Ho spiegato che quella parola veniva usata in maniera costante e casuale, e che figurava persino in una linea di dialoghi in un film a cui ho preso parte nel 2003 [Fratelli per la pelle ndr]” – ha spiegato l’attore, che ha poi aggiunto: – “Lei, a sua volta, ha espresso incredulità sul fatto che fosse esistito un tempo in cui tale parola venisse usata in questo modo, senza pensare. Con mia ammirazione e orgoglio, è stata estremamente articolata nel asserire quanto quella parola possa essere stata dolorosa per qualcuno appartenente alla comunità LGBTQ+, indipendentemente da quanto fosse culturalmente normalizzata all’epoca. Non solo mi sono trovato d’accordo con lei, ma sono stato entusiasta della sua passione, dei suoi valori e del suo desiderio di giustizia sociale”.
L’attore ha poi concluso:
“Non ho mai chiamato nessuno “fr***o” in vita mia e questa conversazione con mia figlia non è stato affatto un ‘risveglio personale’. Non uso insulti di alcun tipo. Ho imparato che sradicare il pregiudizio richiede un movimento attivo verso la giustizia piuttosto che trovare conforto passivo nell’immaginarmi semplicemente come “uno dei buoni”. Dato che esiste ancora un’aperta ostilità contro la comunità LGBTQ+, capisco come mai la mia affermazione abbia portato molti a presumere il peggio. Ma per essere il più chiaro possibile: io mi schiero con la comunità LGBTQ+”.
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