Pesaro 57: Premio Micciché per A Banana Tree Is No Coincidence. I vincitori e la serata di chiusura con Liliana Cavani

One Thousand and One Attempts to Be an Ocean vince il Premio della Giuria Giovani. Menzioni speciali a What Do We See When We Look At The Sky?, This Day Won’t Last e Edna

0

Il corto A Banana Tree Is No Coincidence (Un bananero no es casualidad), della regista argentina Luisa Gonçalves, vince il Premio Lino Micciché come miglior film in concorso alla Mostra Internazionale del Nuovo Cinema – Pesaro Film Festival. Ed è un altro corto, One Thousand and One Attempts to Be an Ocean, della regista cinese Yuyan Wang, ad aggiudicarsi il Premio della Giuria Giovani, formata da 21 studenti di cinema provenienti da varie università italiane.

A Banana Tree Is No Coincidence
One Thousand and One Attempts to Be an Ocean

Tre menzioni speciali: al lungometraggio georgiano What Do We See When We Look At The Sky?, di Alexandre Koberidze (assegnata dalla Giuria Professionale) e, dalla Giuria Giovani, al corto tunisino This Day Won’t Last di Mouaad el Salem e al lungometraggio brasiliano Edna di Eryk Rocha. Il Premio del Pubblico, votato dagli utenti che hanno seguito la selezione di film su MYmovies, va infine al corto italiano The Nightwalk, di Adriano Valerio.

Un’edizione che ha visto affermarsi dunque il cinema capace di condensare storie e mondi in pochi minuti, ma anche la creatività delle nuove generazioni di autori e (soprattutto) autrici in giro per il mondo. L’indagine sperimentale di Gonçalves sui “falsi platani” di San Sebastián vince infatti «perché racconta una storia delicata e significativa, di grande capacità espressiva, grazia, intelligenza e ironia», rivelandosi «Un film breve, ma vitale e generoso», secondo le motivazioni della Giuria Professionale formata da Walter Fasano, Eleonora Marangoni e Edoardo Gabbriellini.

Dal canto suo, il poema visivo di Wang, costruito durante il lockdown attraverso il flusso di immagini suggerite alla regista dall’algoritmo di YouTube, ha conquistato la Giuria Giovani «per la forza del suo movimento ondulatorio, violento e ipnotico, capace di farci sprofondare in un mondo in cui la componente umana si fonde con quella artificiale», nonché «per l’efficacia dello stile, in grado di travolgere lo spettatore come un’onda multisensoriale, attraverso un montaggio vorticoso e una colonna sonora minimale».

Vittoria al femminile anche in due sezioni parallele della Mostra pesarese di quest’anno, Vedomusica (dedicata ai videoclip) e (Ri)montaggi, incentrata sul video essay. È bello perdersi degli Extraliscio, diretto da Elisabetta Sgarbi, è il miglior video musicale italiano dell’anno votato dal pubblico del Festival. Tra i video essays, invece, la Giuria composta da Elena Marchesini, Andrea Miele e Elio Ugenti hanno premiato Stairs, di Adele Insardà (Università di Tor Vergata), con una menzione speciale per Nemmeno il fiume lo portava, di Alessandro Filippa (ITIS Leonardo Da Vinci).

Spazio poi ai critici di domani, con i vincitori del Premio Lino Micciché per la Critica Cinematografica: primo, secondo e terzo premio sono andati rispettivamente a Giulia Garufi, Giulia Piselli e Marco Raspante nella Sezione A (per gli studenti delle scuole secondarie di secondo), e a Arianna D’Erasmo, Veronica Orciari e Gioele Barsotti nella sezione B (studenti universitari).

L’annuncio dei riconoscimenti è avvenuto durante la serata finale della Mostra, il 26 giugno in Piazza del Popolo, per la conduzione di Miriam Galanti e Cristian Della Chiara. Ospite speciale la grande regista Liliana Cavani, a cui il Presidente della Fondazione Nuovo Cinema e vicesindaco di Pesaro Daniele Vimini ha conferito l’omaggio realizzato dall’artista Gabriele Bucci. Al termine della cerimonia, Cavani ha presentato l’ultimo film della rassegna a lei dedicata: Al di là del bene e del male (1977), proiettato per la prima volta nella versione restaurata (e senza tagli) dal Centro Sperimentare di Cinematografia – Cineteca Nazionale e dall’Istituto Luce – Cinecittà sotto la supervisione della stessa Cavani.

LEGGI ANCHE: Pesaro 57: tavola rotonda con Liliana Cavani

L’evento conclusivo del Festival in Piazza del Popolo ha visto inoltre il toccante omaggio a un’altra grande regista del cinema (non solo) italiano, Cecilia Mangini, fotografa e pioniera del documentario nel nostro Paese a partire dagli anni ’50, scomparsa a gennaio di quest’anno. A Mangini, autrice con Lino Micciché (co-fondatore della Mostra del Cinema di Pesaro) e Lino Del Fra del censuratissimo doc, All’armi siam fascisti!, il Festival ha dedicato il corto Quando vedrete il mio caro amore. Sulle note dell’omonima canzone di Donatella Moretti del 1963 (reinterpretato da Canio Loguercio), il film di Alessandro Scippa ripropone immagini del doc di Mangini Essere donne (messo a disposizione dall’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico), montate da Mauro Santini.