Rei di Tanaka Toshihiko vince il Lucca Film Festival tra una parata di star di Hollywood

Da Matthew Modine a Paul Schrader e Ethan Hawke, tante le star salite sul palco della ventesima edizione del festival toscano

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Ethan Hawke, Paul Schrader e il Direttore Artistico del Lucca Film Festival Nicola Borelli

Si è chiusa la ventesima edizione del Lucca Film Festival sotto la direzione artistica di Nicola Borrelli. Un ricco programma con numerosi e prestigiosi ospiti, a cominciare dalla madrina Chiara Mastroianni che ha inaugurato la mostra dedicata al padre Marcello, gli attori Matthew Modine e Federico Cesari, e poi Paul Schrader, Pupi Avati e Tonino De Bernardi che hanno ricevuto ciascuno un premio alla carriera, mentre a Ethan Hawke e Ruben Östlund è stato consegnato il Golden Panther Award (la pantera è il simbolo di Lucca).

“Una edizione straordinaria che ha visto raddoppiare la presenza in sala del pubblico per i film in concorso e in generale su tutto il territorio. Gli ospiti tutti carini, simpatici e alla mano, molto disponibili. Straordinario che addirittura quando stava uscendo dal palco mi ha fatto cenno se doveva portare via lui la poltrona dal palco. Il ricordo più bello di questa edizione è stato vedere Ethan Hawke parlare con Paul Schrader con la stessa ammirazione di quando era giovane, con la stessa venerazione per il maestro di 30 anni fa” ci racconta il direttore artistico Nicola Borelli dopo la cerimonia di chiusura del Festival.

Matthew Modine e Ethan Hawke, due tra gli attori più amati e stimati di Hollywood che hanno apprezzato le meraviglie di Lucca, ma soprattutto l’enogastronomia della città toscana. Due modi completamente diversi di essere star. Il primo poco divo e molto curioso di quello che gli succede intorno. Il secondo ingabbiato nel suo ruolo di star americana con l’ennesimo impegno promozionale da assolvere.

Modine è arrivato in città accompagnato dalla moglie, Caridad Rivera, un’unione che dura da ben 44 anni, una presenza discreta, quasi impercettibile. Per due interi giorni l’attore protagonista del capolavoro di Stanley Kubrick Full Metal Jacket, si è dato generosamente in pasto al pubblico, alle autorità e alla stampa rispondendo a tutte le domande. Un tour de force fatto da masterclass, una lezione in una piccola scuola di recitazione fuori le mura, la visita alla casa museo di Giacomo Puccini, l’aperitivo con gli sponsor ed infine, red carpet e conseguente proiezione del suo ultimo film, in anteprima italiana, The Martini Shot di Stephen Wallis. Girato in appena quattordici giorni fra Londra e le Cliffs of Mohèr in Irlanda, nel film Modine interpreta un regista malato terminale deciso a girare, prima della sua fine, il suo ultimo lavoro.

Matthew Modine

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Ingabbiato invece Ethan Hawke anche lui arrivato al Festival con la consorte, Ryan Shawhughes, ex babysitter dei figli precedentemente avuti con l’ex moglie Uma Thurman, oggi produttrice dei film del famoso marito. Una presenza tutt’altro che discreta. Insieme perfino sul palco della masterclass organizzata nella suggestiva cornice del santuario/auditorium della Chiesa di San Francesco.

Domande e risposte preconfezionate, una recita probabilmente imposta dal PR dell’attore presente anche lui sul palco nel ruolo di intervistatore. Più che un incontro con il pubblico una liturgica marchetta matrimoniale e familiare visto che l’ultimo film Wildcat, presentato in anteprima al Lucca Festival, è prodotto appunto dalla moglie ed ha come protagonista la di lui figlia Maya Thurman Hawke. Immancabile anche la domanda sull’ultimo libro dell’attore e qualche battuta di quelle tra moglie e marito a cena con gli amici: “Ethan guarda il culo delle donne che passano in strada non solo quando recita nei film” ci tiene a farci sapere Ryan lanciandogli occhiatacce perché il consorte non riesce a stare composto sulla sedia. Il ritratto di una coppia felice, si amano, lavorano insieme, producono film che piacciono principalmente a loro e pochi altri. “Sono produzioni indipendenti, che non hanno purtroppo adeguata distribuzione ma che servono come pasto sano e nutriente al posto del solito Big Mac” precisa Hawke esprimendo anche il desiderio di poter lavorare un giorno anche a Cinecittà e rifiutandosi di citare qualche regista italiano con cui gli piacerebbe lavorare. Un vero peccato perché nei rari momenti fuori dal raggio d’azione di moglie e PR Hawke è stato molto divertente. Come quando ha raccontato che facendo un giro per le mura della città ha avuto un piccolo problema con la bici e ha cercato di aggiustarla senza riuscirci perché “io so fare solo cose artistiche e sono bravo a raccontare storie” o come quando ha detto che salirà sul bus guidato da Kamala Harris.

Mario Pardini premia Ethan Hawke

“Il Lucca Film Festival è un momento in cui registi, produttori e attori internazionali conoscono la nostra città e a volte se ne innamorano come è successo a Peter Greenaway che ha scelto di girare recentemente qui il suo ultimo film con Dustin Hoffman ed Helen Hunt dopo aver partecipato al nostro Festival. Conosco bene quindi le potenzialità di eventi come questo, forte veicolo di promozione al punto che abbiamo anche aperto uno sportello cinema per invogliare e facilitare le produzioni a scegliere Lucca come set cinematografico” racconta entusiasta Mario Pardini, sindaco di Lucca e fondatore nel 2011 dell’ Area Movie del Lucca Comics and Games, che quest’anno ospita anche la 24° edizione degli Incontri del Cinema d’Essai, arganizzati dalla FICE. La città toscana è stata scelta anche da Rai Fiction per girare entro l’anno L’altro ispettore con Cesare Bocci e Alessio Vassallo e Le libere donne con Lino Guanciale nei panni dello psichiatra Mario Tobino e la regia affidata a  Michele Soavi.

A competere per il concorso internazionale lungometraggi, curato da Stefano Giorgi e da Mattia Fiorino c’erano 12 opere prime provenienti da ogni parte del mondo. La giuria composta dall’attrice Lidia Vitale, dal regista Valerio Mieli e dallo sceneggiatore Guido Iuculano ha decretato come vincitore il giapponese REI di Tanaka Toshihiko.

Per la sezione cortometraggi ha vinto NightFaces di Martin Winter e Stefan Langthaler. “Mi sono piaciuti molto. Ci sono state visioni differenti sul tema, anche perché erano documentari e cortometraggi provenienti da tutto il mondo. Abbiamo deciso di premiare il canadese The world is ours di Nadia Louis-Desmarchais, perché è un mix di cose diverse, ovviamente la sostenibilità ma anche il bullismo e il razzismo e anche per il messaggio forte che dà: La natura cura! Devo dire che ho amato molto anche  Leaf di Thom Lunshof al punto che mi piacerebbe sapere come va a finire, come continua la storia” mi confida Carolina Crescentini, presidente della giuria del concorso LFF for Future, cortometraggi che avevano come tema la sostenibilità.

A chiusura del Festival è stato presentato in anteprima Familia, il bel film di Francesco Costabile presente a Lucca insieme al protagonista Francesco Gheghi, vincitore del Premio Orizzonti come miglior attore alla Mostra del Cinema di Venezia.

Francesco Gheghi e Francesco Costabile

Le musiche dei film di Dario Argento suonate live da Claudio Simonetti invece sono stati il momento clou di Lucca Effetto Cinema, l’evento open air del Festival, che ha trasformato il centro storico della città in un palcoscenico a cielo aperto con numerosi sketch dedicati alla settima arte.