Richard Linklater non esclude un seguito per Boyhood

0
Boyhood

Quando Boyhood fu presentato al festival di Berlino del 2014 in molti sapevano del progetto di Richard Linklater, ma altrettanti pensavano che non fosse reale. E invece era tutto vero, un film girato nell’arco di 12 seguendo la crescita di un bambino che sarebbe poi diventato un giovane uomo con tutta la vita davanti. Il ragazzo era Ellar Coltrane, accompagnato in quest’avventura da Lorelei Linklater (figlia del regista e sua sorella nel film) e Patricia Arquette e Ethan Hawke nella parte dei suoi genitori.

LEGGI ANCHE: Richard Linklater parla di Trascendentalism e dell’animazione sull’Apollo

Un film davvero unico, e in occasione di una nuova edizione del film curata dalla Arrow Video per il mercato britannico, Richard Linklater, intervistato sull’ultimo numero del mensile specializzato Empire, non ha escluso che possa esserci una nuova esplorazione in quell’universo, sebbene non ci sia niente di definito in proposito.

Potremmo fare un salto all’età di 30 anni o qualcosa del genere. Chi lo sa?”. Boyhood termina quando Mason va al college, uno spaccato di vita esplorato in altri film di Linklater. “So cosa è successo dopo, l’ho raccontato nei film che ho fatto sulla vita universitaria… Prima dell’alba, o Tutti vogliono qualcosa!!!“.

Anche se Linklater non ha rivisto Boyhood da quando è arrivato sul grande schermo, guarda con affetto al progetto. “Per me respira ancora“, dice. “Non si è calcificato da tempo. Voglio dire, è un documento dal 2002 al 2013, ma non si è mai trattato solo di questo. Il mio obiettivo, probabilmente il mio progetto più grande in questo mondo, era quello di mostrare, in modo divertente e spero guardabile, com’era la vita. Com’era essere un essere umano in qualsiasi momento“.

Lo rivedra per il suo 12° anniversario (il numero di anni che ci sono voluti per girarlo). “Gli darò ancora un paio d’anni e poi lo guarderò di nuovo, per vedere come risuona nella mia testa”, dice. “Ma è stata una bella esperienza e ha raggiunto gli obiettivi che ci eravamo prefissati. Quindi lo si lascia lì e ci si sente bene“.